VITTORIO POLITO - Leggo sulla Gazzetta del Mezzogiorno, la
nota di Michele Battaglia, noto urologo barese, a proposito delle
aggressioni ai medici del Policlinico di Foggia, in particolare
dell’episodio gravissimo seguito alla morte della giovanissima
Natasha Pugliese.
Dice bene il dottor Battaglia quando sostiene che non è la repressione la risposta efficace per risolvere i gravi problemi della sanità (infinite liste d’attesa (anche di anni), disservizi, ritardi, insuccessi, ecc., ma serve rimuovere in primis tutti gli ostacoli che portano alla ribellione, alla violenza ed a certi comportamenti non proprio ortodossi di certi medici e dei disservizi di certe strutture. Una mia conoscente che si rivolse qualche tempo fa al Pronto Soccorso della “Mater Dei”, poiché aveva la glicemia a 500 circa, si sentì rispondere da un medico “con la glicemia a 500 non si muore, inutile venire al Pronto Soccorso”. Mentre al sottoscritto è capitato di accompagnare la propria consorte, per una caduta, allo stesso Pronto Soccorso e sentirsi dire che non c‘erano “Evidenti rime di frattura” (?), ma dopo due settimane, per i malesseri seguiti dopo la consulenza del P.S., si è scoperto alla TAC “Frattura scomposta della branca pubica ed ischiatica dx nella parte prossimale dell’osso iliaco sx. Si consiglia urgente valutazione ortopedica”. Come si fa a non reagire a questi episodi? Certamente con la violenza non si risolvono i problemi, ma non si può sempre ricorrere ad ogni piè sospinto a denunce ed a beghe legali che, oltre a lasciare il tempo che trovano, durano decenni senza poi essere certi della condanna di chi ha sbagliato.
Secondo me si è trattato di un episodio di malasanità e che quindi la Regione Puglia e la ASL di competenza dovrebbero prendere seri provvedimenti per garantire la massima sicurezza per chi si presenta a quel Pronto Soccorso.
Quindi incontri tra Regione, Prefetti e ASL non risolveranno certamente i problemi. Solo il miglioramento dei servizi sanitari regionali, l’abbattimento delle interminabili liste d’attesa ed anche qualche sorriso in più da parte degli operatori sanitari potranno in qualche modo alleggerire la situazione.
Tornando alla nota del dottor Battaglia, che condivido pienamente, ai medici va dato ampio rispetto, ma va anche detto che qualche volta alcuni di essi si mettono nella condizione di irritare i pazienti o i loro familiari, come nei casi citati, preoccupati dei malesseri dei congiunti, per cui basta poco per innescare lamentele e aggressioni, in ogni caso sempre ingiustificate, ma non dimenticando che senza di essi la nostra salute “potrebbe andare a rotoli!”.
Dice bene il dottor Battaglia quando sostiene che non è la repressione la risposta efficace per risolvere i gravi problemi della sanità (infinite liste d’attesa (anche di anni), disservizi, ritardi, insuccessi, ecc., ma serve rimuovere in primis tutti gli ostacoli che portano alla ribellione, alla violenza ed a certi comportamenti non proprio ortodossi di certi medici e dei disservizi di certe strutture. Una mia conoscente che si rivolse qualche tempo fa al Pronto Soccorso della “Mater Dei”, poiché aveva la glicemia a 500 circa, si sentì rispondere da un medico “con la glicemia a 500 non si muore, inutile venire al Pronto Soccorso”. Mentre al sottoscritto è capitato di accompagnare la propria consorte, per una caduta, allo stesso Pronto Soccorso e sentirsi dire che non c‘erano “Evidenti rime di frattura” (?), ma dopo due settimane, per i malesseri seguiti dopo la consulenza del P.S., si è scoperto alla TAC “Frattura scomposta della branca pubica ed ischiatica dx nella parte prossimale dell’osso iliaco sx. Si consiglia urgente valutazione ortopedica”. Come si fa a non reagire a questi episodi? Certamente con la violenza non si risolvono i problemi, ma non si può sempre ricorrere ad ogni piè sospinto a denunce ed a beghe legali che, oltre a lasciare il tempo che trovano, durano decenni senza poi essere certi della condanna di chi ha sbagliato.
Secondo me si è trattato di un episodio di malasanità e che quindi la Regione Puglia e la ASL di competenza dovrebbero prendere seri provvedimenti per garantire la massima sicurezza per chi si presenta a quel Pronto Soccorso.
Quindi incontri tra Regione, Prefetti e ASL non risolveranno certamente i problemi. Solo il miglioramento dei servizi sanitari regionali, l’abbattimento delle interminabili liste d’attesa ed anche qualche sorriso in più da parte degli operatori sanitari potranno in qualche modo alleggerire la situazione.
Tornando alla nota del dottor Battaglia, che condivido pienamente, ai medici va dato ampio rispetto, ma va anche detto che qualche volta alcuni di essi si mettono nella condizione di irritare i pazienti o i loro familiari, come nei casi citati, preoccupati dei malesseri dei congiunti, per cui basta poco per innescare lamentele e aggressioni, in ogni caso sempre ingiustificate, ma non dimenticando che senza di essi la nostra salute “potrebbe andare a rotoli!”.