ROMA – “La decisione della Lombardia di adire la Corte
Costituzionale contro i ricorsi di Puglia e Sardegna è la dimostrazione
plastica di quello che ci aspetta: una guerra senza confine tra regioni
per difendere ciascuna il proprio specifico interesse.”
Così in una nota congiunta, i deputati pugliesi del PD, Claudio
Stefanazzi, Ubaldo Pagano e Marco Lacarra.
“Dire che l’Autonomia equivale alla fine dell’Unità d’Italia non è un’esagerazione e questo episodio ne è una prova lampante. Il Presidente Fontana sa benissimo a quanti vantaggi dovrebbe rinunciare se il Nord perdesse l’occasione storica dell’autonomia differenziata e di conseguenza alza le barricate. Non possiamo permettere che il nostro Paese finisca così, teatro di una guerra fratricida tra chi pretende di avvantaggiarsi delle debolezze altrui e chi, invece, sta facendo di tutto per evitare la definitiva frattura tra un’Italia ricca e capace di garantire diritti e tutele e un’altra destinata a spopolarsi e perdere terreno. Siamo certi che saranno gli italiani, attraverso il voto referendario, a respingere una legge ingiusta e a dimostrare quell’attaccamento alla Repubblica italiana che viene quotidianamente ripudiato dai moderni secessionisti della Lega.”
“Dire che l’Autonomia equivale alla fine dell’Unità d’Italia non è un’esagerazione e questo episodio ne è una prova lampante. Il Presidente Fontana sa benissimo a quanti vantaggi dovrebbe rinunciare se il Nord perdesse l’occasione storica dell’autonomia differenziata e di conseguenza alza le barricate. Non possiamo permettere che il nostro Paese finisca così, teatro di una guerra fratricida tra chi pretende di avvantaggiarsi delle debolezze altrui e chi, invece, sta facendo di tutto per evitare la definitiva frattura tra un’Italia ricca e capace di garantire diritti e tutele e un’altra destinata a spopolarsi e perdere terreno. Siamo certi che saranno gli italiani, attraverso il voto referendario, a respingere una legge ingiusta e a dimostrare quell’attaccamento alla Repubblica italiana che viene quotidianamente ripudiato dai moderni secessionisti della Lega.”