Casili: 'L’intrusione di acqua marina causa una perdita irreversibile del suolo. Servono provvedimenti immediati'


BARI - “Finalmente nel dibattito politico in Regione Puglia emerge in tutta la sua complessità il drammatico problema dell’acqua. È dall’inizio della passata legislatura che cerco di focalizzare l’attenzione su questo tema e spiace aver perso tempo prezioso per programmare le strategie da mettere a terra”. Lo dichiara il consigliere del M5S Cristian Casili.

“L’intrusione di acqua marina, soprattutto in provincia di Lecce - continua Casili - sta causando un progressivo ed irreversibile inquinamento di sali lungo tutto il buffer costiero che comporterà l’impossibilità di coltivare queste aree. Nelle zone più critiche l’acqua non può essere prelevata già da tempo, ma gli agricoltori si trovano costretti per sopravvivere ad utilizzare acque con un indice di conducibilità troppo alto e non idoneo alle coltivazioni. L’utilizzo di queste acque comporta un depauperamento inesorabile, e irreversibile, della risorsa suolo. Infatti il sale contenuto nell’acqua si fissa nelle argille, desertificando queste terre, che evidentemente non saranno più produttive. Inquinamento da cloruro di sodio che provoca inoltre una massificazione dei suoli rendendoli impermeabili, con seri rischi idrogeologici. Per questo va pianificato un sistema irriguo attraverso una rete di distribuzione dell’acqua che copra queste aree maggiormente a rischio. Abbiamo fatto dei passi avanti con il recupero delle acque reflue a monte, (anche se sono ancora pochi gli impianti), ma a valle senza reti di distribuzione come utilizzeremo queste preziose acque affinate? Le attuali reti irrigue di Arif e Consorzi sono un colabrodo, quando va bene, altrimenti sono totalmente inutilizzabili oppure assenti. E qui è necessario individuare le risorse utili per programmare gli interventi su aree molto vaste. C’è un altro problema molto serio, tutti i pozzi per usi domestici, molti abusivi, che hanno un limite di prelievo di 1000 mc/anno, superano abbondantemente questa quota, perché l’acqua prelevata viene utilizzata impropriamente e senza controlli. La forte dispersione urbanistica ha negli anni consentito l’edificazione di case dove mancano servizi primari come acqua e fogna, soprattutto in provincia di Lecce. Ma gli oneri di urbanizzazione sono stati comunque introitati. È un cane che si morde la coda. E la politica è responsabile, a tutti i livelli. Adesso che siamo siamo forse arrivati al un punto di non ritorno, vanno urgentemente apportati i correttivi giusti: piena operatività agli impianti di depurazione per il recupero dei reflui affinati, una ottimizzazione degli schemi idraulici, la messa in opera di reti dí distribuzione efficienti, un sistema di gestione e controllo dei pozzi esistenti, il recupero di cave dismesse da trasformare in biolaghi. Non per ultimo quest’acqua va distribuita, e i costi energetici per farlo sono elevatissimi, vanno pertanto fatti investimenti appropriati attraverso il ricorso a fonti rinnovabili, che abbasserebbero il costo in bolletta”.