Concessioni per attività di rimorchio nel porto di Taranto: 'Necessità tutela per la sicurezza dei lavoratori'
TARANTO - La UGL Mare a seguito di un’assemblea con i lavoratori, con il Segretario Generale UGL
Alessandro Calabrese, il Coordinatore UGL Mare Daniele Toma e il R.S.A. Domenico
Loperfido, ha avviato la procedura di raffreddamento presso la Rimorchiatori Napoletani Srl il
22 agosto 2024, a causa delle numerose problematiche accumulate nel tempo e mai risolte, in un
contesto di indifferenza da parte dell’azienda verso le istanze sindacali. Alla conclusione della
seconda fase prevista dalla Legge 146/90 e 83/2000, procederemo con la proclamazione del
primo sciopero.
Nel mese di agosto, l’azienda ha inviato un'informativa (senza data) alle Segreterie Nazionali firmatarie, come previsto dal C.C.N.L., ma ha trascurato sia la nostra O.S. firmataria per adesione che i rappresentanti locali. L’informativa inviata dall’azienda motivata con la perdita di fatturato causata dal Siderurgico di Taranto, ex Ilva, annuncia che, a partire dal 01/10/2024, verrà adottata una nuova organizzazione del lavoro che prevede la riduzione di due equipaggi, composti da tre categorie (Comandante, Direttore di Macchina e Marinaio), passando dagli attuali 15 equipaggi a ciclo continuo a 13, con la conseguente soppressione di 6 “posti di lavoro”. Questa modifica comporterà un aumento eccessivo delle ore straordinarie. Oltre le 15 squadre a ciclo continuo attualmente abbiamo altre due squadre che rimarrebbero anche nella nuova turnazione, a supporto per eventuali sostituzioni, già oggi insufficienti. Inoltre, l'azienda intende modificare l’attuale orario di lavoro, strutturato su due turni di 12 ore (07:00-19:00 e 19:00-07:00), sostituendolo con un nuovo schema dalle 00:00-12:00 e dalle 12:00-24:00. Questi nuovi orari comportano numerosi rischi per i lavoratori, in particolare per quanto riguarda la mobilità verso il luogo di lavoro, sia con mezzi propri che pubblici, quest’ultimi pressoché inesistenti.
Calabrese sottolinea - L'azienda propone un orario di lavoro insostenibile, obbligando i lavoratori ad effettuare un monte ore straordinario annuo di circa 8.000 ore per ciascuna categoria professionale. Ogni rimorchiatore, con un equipaggio per turno, deve effettuare pertanto, circa 610 ore di straordinario annuali, moltiplicate per le 13 squadre, per un totale appunto, di 8.000 ore circa di straordinario. Nell’informativa, inoltre, l’azienda comunica che all’interno di ogni turno di lavoro (da 12 ore), inserirà due ore di pausa pranzo senza specificare le modalità di applicazione, ignorando che il CCNL prevede in merito che il lavoratore non sarà tenuto a prestare attività lavorativa, pertanto così come illustrata, andrebbe a modificare l’attuale concessione da 24h/24h ore a 20h/24h. Per la UGL, tale pausa è stata inserita esclusivamente con lo scopo di abbassare il monte ore straordinario ma è di difficile applicazione in un ciclo continuo vincolato ad una assistenza continua.
Aggiunge Toma - In una situazione tale, i volumi di straordinario giustificherebbero la richiesta di nuove assunzioni. Tuttavia, la UGL non chiede nuove assunzioni, ma si oppone alla riduzione degli equipaggi, che comprometterebbe la salute dei lavoratori a causa dell’eccessivo orario di lavoro straordinario. Ricordiamo che il lavoro straordinario dovrebbe essere occasionale e non inserito nel normale turno lavorativo. Inoltre, l’azienda ignora, come accade anche oggi con 15 squadre, che lo straordinario potrebbe aumentare ulteriormente in caso di assenze impreviste, come malattie, permessi 104/92, permessi parentali etc.
Le problematiche purtroppo non si limitano alla turnazione e all’orario lavorativo. Continua il segretario Calabrese - La UGL sta lottando per garantire il rispetto delle disposizioni di legge, inclusi i diritti previsti dalla Legge 104/92, che l'azienda riconosce solo parzialmente (due giornate di permesso anziché le tre previste).
Inoltre, l'azienda ha recentemente rifiutato un congedo parentale a un lavoratore, nonostante il congedo sia previsto dalla Legge 53/2000 e dal Decreto Legislativo 26/03/2001 n. 151, giustificando il rifiuto con l’impossibilità di trovare sostituti anziché ammettere il sovraccarico lavorativo. I lavoratori, infatti, che già effettuano turni di 12 ore, sono costantemente chiamati in reperibilità, riducendo sensibilmente il loro tempo di riposo.
Specifica il coordinatore UGL Toma - I Contratti Integrativi Aziendali (CIA) del 2013 e 2018, attualmente in vigore, prevedevano una turnazione e un orario di lavoro concordati, oltre alla consistenza numerica del personale (17 lavoratori per categoria). Dal marzo 2024, l'azienda non rispetta quanto sottoscritto, risultando sottorganico nella figura di un Direttore di Macchina. Inoltre, il CIA del 2018 prevedeva l’inclusione di una diciottesima squadra per supportare il personale durante il periodo delle ferie, squadra che l'azienda non ha mai assunto, utilizzando personale reperibile o da riposo compensativo, aumentando così il monte ore straordinario. Le attuali problematiche con ben 15 squadre a ciclo continuo più due a sostegno fuori ciclo, generano uno straordinario elevato che degenererebbe in caso di riduzione delle stesse come richiesto.
La UGL inoltre, dopo innumerevoli solleciti, ha richiesto più volte di rivedere i C.I.A. vigenti, formulando una Piattaforma rivendicativa, in forma scritta, come dalla stessa azienda richiesta, a seguito della quale, non abbiamo ricevuto, da mesi, alcun tipo di risposta.
Nonostante le problematiche sollevate, durante l'ultimo incontro della prima fase della procedura di raffreddamento, con esito negativo, la UGL ha proposto un accordo transitorio da condividere con tutte le OO.SS., per esaminare le problematiche con tempistiche concordate, chiedendo solo un rinvio della nuova organizzazione lavorativa di qualche mese, in attesa anche della ripresa produttiva del siderurgico ex-ILVA e l’applicazione corretta della L.194/92. Conclude il segretario Generale - Ricordiamo che la concessione del 2016 attualmente in vigore, stabiliva durata, canoni concessori, obblighi di servizio, investimenti richiesti e standard di sicurezza per garantire un servizio efficiente e sicuro, mantenendo l'operatività del porto in conformità con le normative vigenti. Durante la sua validità, la concessione ha subito variazioni su richiesta del concessionario (per adeguamento delle tariffe) e dell’Autorità di Sistema Portuale di Taranto, con relative proroghe.
Calabrese - La vertenza riguarda tutte le OO.SS. e riteniamo opportuno se non indispensabile, che gli RSA di ogni sindacato, congiuntamente possano collaborare su tutte le problematiche persistenti e su una piattaforma unitaria per la quale, il nostro interesse non è prevalere ma collaborare con tutte le OO.SS. rappresentative in azienda. Col beneficio e l’esperienza di tutti, ritengo si ottengano i risultati migliori, nonostante la UGL sia il primo sindacato in azienda a Taranto, non ritiene che debba prevaricare.
Conclude il Segretario –Non siamo più disposti ad accettare tali atteggiamenti aziendali, che consideriamo persecutori e caratterizzati da scelte unilaterali e velate “minacce” nei confronti dei lavoratori, mettendo a rischio la loro sicurezza. Riteniamo che l'Autorità di Sistema Portuale di Taranto e gli enti preposti, come il Prefetto e la Capitaneria di Porto, debbano intervenire, con una convocazione urgente di tutte le OO.SS., al fine di garantire che le condizioni della concessione siano mantenute, assicurando la sicurezza e la salvaguardia dei lavoratori e permettendo loro di avere un giusto equilibrio tra vita lavorativa e sociale.
Nel mese di agosto, l’azienda ha inviato un'informativa (senza data) alle Segreterie Nazionali firmatarie, come previsto dal C.C.N.L., ma ha trascurato sia la nostra O.S. firmataria per adesione che i rappresentanti locali. L’informativa inviata dall’azienda motivata con la perdita di fatturato causata dal Siderurgico di Taranto, ex Ilva, annuncia che, a partire dal 01/10/2024, verrà adottata una nuova organizzazione del lavoro che prevede la riduzione di due equipaggi, composti da tre categorie (Comandante, Direttore di Macchina e Marinaio), passando dagli attuali 15 equipaggi a ciclo continuo a 13, con la conseguente soppressione di 6 “posti di lavoro”. Questa modifica comporterà un aumento eccessivo delle ore straordinarie. Oltre le 15 squadre a ciclo continuo attualmente abbiamo altre due squadre che rimarrebbero anche nella nuova turnazione, a supporto per eventuali sostituzioni, già oggi insufficienti. Inoltre, l'azienda intende modificare l’attuale orario di lavoro, strutturato su due turni di 12 ore (07:00-19:00 e 19:00-07:00), sostituendolo con un nuovo schema dalle 00:00-12:00 e dalle 12:00-24:00. Questi nuovi orari comportano numerosi rischi per i lavoratori, in particolare per quanto riguarda la mobilità verso il luogo di lavoro, sia con mezzi propri che pubblici, quest’ultimi pressoché inesistenti.
Calabrese sottolinea - L'azienda propone un orario di lavoro insostenibile, obbligando i lavoratori ad effettuare un monte ore straordinario annuo di circa 8.000 ore per ciascuna categoria professionale. Ogni rimorchiatore, con un equipaggio per turno, deve effettuare pertanto, circa 610 ore di straordinario annuali, moltiplicate per le 13 squadre, per un totale appunto, di 8.000 ore circa di straordinario. Nell’informativa, inoltre, l’azienda comunica che all’interno di ogni turno di lavoro (da 12 ore), inserirà due ore di pausa pranzo senza specificare le modalità di applicazione, ignorando che il CCNL prevede in merito che il lavoratore non sarà tenuto a prestare attività lavorativa, pertanto così come illustrata, andrebbe a modificare l’attuale concessione da 24h/24h ore a 20h/24h. Per la UGL, tale pausa è stata inserita esclusivamente con lo scopo di abbassare il monte ore straordinario ma è di difficile applicazione in un ciclo continuo vincolato ad una assistenza continua.
Aggiunge Toma - In una situazione tale, i volumi di straordinario giustificherebbero la richiesta di nuove assunzioni. Tuttavia, la UGL non chiede nuove assunzioni, ma si oppone alla riduzione degli equipaggi, che comprometterebbe la salute dei lavoratori a causa dell’eccessivo orario di lavoro straordinario. Ricordiamo che il lavoro straordinario dovrebbe essere occasionale e non inserito nel normale turno lavorativo. Inoltre, l’azienda ignora, come accade anche oggi con 15 squadre, che lo straordinario potrebbe aumentare ulteriormente in caso di assenze impreviste, come malattie, permessi 104/92, permessi parentali etc.
Le problematiche purtroppo non si limitano alla turnazione e all’orario lavorativo. Continua il segretario Calabrese - La UGL sta lottando per garantire il rispetto delle disposizioni di legge, inclusi i diritti previsti dalla Legge 104/92, che l'azienda riconosce solo parzialmente (due giornate di permesso anziché le tre previste).
Inoltre, l'azienda ha recentemente rifiutato un congedo parentale a un lavoratore, nonostante il congedo sia previsto dalla Legge 53/2000 e dal Decreto Legislativo 26/03/2001 n. 151, giustificando il rifiuto con l’impossibilità di trovare sostituti anziché ammettere il sovraccarico lavorativo. I lavoratori, infatti, che già effettuano turni di 12 ore, sono costantemente chiamati in reperibilità, riducendo sensibilmente il loro tempo di riposo.
Specifica il coordinatore UGL Toma - I Contratti Integrativi Aziendali (CIA) del 2013 e 2018, attualmente in vigore, prevedevano una turnazione e un orario di lavoro concordati, oltre alla consistenza numerica del personale (17 lavoratori per categoria). Dal marzo 2024, l'azienda non rispetta quanto sottoscritto, risultando sottorganico nella figura di un Direttore di Macchina. Inoltre, il CIA del 2018 prevedeva l’inclusione di una diciottesima squadra per supportare il personale durante il periodo delle ferie, squadra che l'azienda non ha mai assunto, utilizzando personale reperibile o da riposo compensativo, aumentando così il monte ore straordinario. Le attuali problematiche con ben 15 squadre a ciclo continuo più due a sostegno fuori ciclo, generano uno straordinario elevato che degenererebbe in caso di riduzione delle stesse come richiesto.
La UGL inoltre, dopo innumerevoli solleciti, ha richiesto più volte di rivedere i C.I.A. vigenti, formulando una Piattaforma rivendicativa, in forma scritta, come dalla stessa azienda richiesta, a seguito della quale, non abbiamo ricevuto, da mesi, alcun tipo di risposta.
Nonostante le problematiche sollevate, durante l'ultimo incontro della prima fase della procedura di raffreddamento, con esito negativo, la UGL ha proposto un accordo transitorio da condividere con tutte le OO.SS., per esaminare le problematiche con tempistiche concordate, chiedendo solo un rinvio della nuova organizzazione lavorativa di qualche mese, in attesa anche della ripresa produttiva del siderurgico ex-ILVA e l’applicazione corretta della L.194/92. Conclude il segretario Generale - Ricordiamo che la concessione del 2016 attualmente in vigore, stabiliva durata, canoni concessori, obblighi di servizio, investimenti richiesti e standard di sicurezza per garantire un servizio efficiente e sicuro, mantenendo l'operatività del porto in conformità con le normative vigenti. Durante la sua validità, la concessione ha subito variazioni su richiesta del concessionario (per adeguamento delle tariffe) e dell’Autorità di Sistema Portuale di Taranto, con relative proroghe.
Calabrese - La vertenza riguarda tutte le OO.SS. e riteniamo opportuno se non indispensabile, che gli RSA di ogni sindacato, congiuntamente possano collaborare su tutte le problematiche persistenti e su una piattaforma unitaria per la quale, il nostro interesse non è prevalere ma collaborare con tutte le OO.SS. rappresentative in azienda. Col beneficio e l’esperienza di tutti, ritengo si ottengano i risultati migliori, nonostante la UGL sia il primo sindacato in azienda a Taranto, non ritiene che debba prevaricare.
Conclude il Segretario –Non siamo più disposti ad accettare tali atteggiamenti aziendali, che consideriamo persecutori e caratterizzati da scelte unilaterali e velate “minacce” nei confronti dei lavoratori, mettendo a rischio la loro sicurezza. Riteniamo che l'Autorità di Sistema Portuale di Taranto e gli enti preposti, come il Prefetto e la Capitaneria di Porto, debbano intervenire, con una convocazione urgente di tutte le OO.SS., al fine di garantire che le condizioni della concessione siano mantenute, assicurando la sicurezza e la salvaguardia dei lavoratori e permettendo loro di avere un giusto equilibrio tra vita lavorativa e sociale.