LECCE - Continua senza sosta la caccia al detenuto evaso dal carcere di Lecce ormai da cinque giorni, ma il pericoloso Gassi rimane ancora irreperibile. Il SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) ha diffuso un comunicato stampa in cui esprime preoccupazioni e critiche verso la gestione dell'istituto e delle decisioni prese dall’amministrazione penitenziaria.
“Il fatto che Gassi non sia stato ancora rintracciato avvalora l’ipotesi che possa godere di aiuti esterni, considerando la vicinanza del carcere alla sua zona di residenza”, si legge nel comunicato. Il sindacato segnala il rischio che il detenuto, descritto come estremamente pericoloso, possa generare situazioni drammatiche e violente lungo il suo percorso di fuga.
Il SAPPE accusa inoltre l'amministrazione penitenziaria di non aver preso adeguate misure preventive, evidenziando che il detenuto, con precedenti di disordini in vari penitenziari pugliesi, non avrebbe dovuto essere collocato in un reparto con livelli di sicurezza ritenuti insufficienti. “Quel detenuto non doveva stare a Lecce, dove la sicurezza è minima”, dichiara il sindacato, evidenziando come il detenuto fosse noto per comportamenti critici e pericolosi in altre strutture.
Il sindacato si chiede perché, nonostante gli alert relativi a un possibile rischio di evasione, Gassi non sia stato trasferito in un carcere più sicuro e lontano dalla Puglia, riducendo così le possibilità di eventuali aiuti esterni.
Nel comunicato, il SAPPE critica anche la politica di gestione del DAP (Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria), denunciando una cattiva distribuzione dei detenuti sul territorio nazionale, che ha portato a situazioni di sovraffollamento in regioni come la Puglia e la Lombardia. Inoltre, il sindacato lamenta l’assenza di provvedimenti adeguati contro detenuti violenti, il che renderebbe le carceri “in mano ai prepotenti”, a discapito dei detenuti più deboli.
Infine, il SAPPE respinge ogni tentativo di scaricare la responsabilità dell’evasione sul personale della Polizia Penitenziaria di Lecce e minaccia di intraprendere azioni di protesta clamorose qualora si tenti di attribuire la colpa agli agenti locali, definendo l'evasione “annunciata” e attribuendo le responsabilità alla politica di gestione dei detenuti a livello nazionale.