Ex Ilva, Palombella (Uilm): 'Urso riconosca la lotta dei lavoratori contro la chiusura, no allo spezzatino'

TARANTO - Rocco Palombella, Segretario generale della Uilm, ha commentato le recenti dichiarazioni del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, riguardo le manifestazioni di interesse per l’acquisto dell’ex Ilva. Secondo quanto riferito dal ministro, sarebbero 15 le manifestazioni di interesse, molte delle quali riguardano singoli stabilimenti del Gruppo. Palombella ha espresso preoccupazione per il rischio che una vendita frammentata possa mettere in pericolo l'intero sistema industriale dell'ex Ilva, a partire dal sito principale di Taranto.

“Rimaniamo convinti che ogni stabilimento sia interconnesso agli altri e che una vendita a pezzi significherebbe rendere vulnerabili tutti i siti, decretandone la chiusura. Questa prospettiva sarebbe insostenibile”, ha dichiarato Palombella, sottolineando inoltre la necessità di una presenza statale nella nuova società per garantire stabilità e futuro all’azienda.

Il Segretario Uilm ha voluto ricordare al ministro Urso l’importanza della lotta condotta dai lavoratori: “Senza la coraggiosa e solitaria lotta dei lavoratori, la vertenza dell’ex Ilva si sarebbe conclusa tragicamente, con la chiusura di tutti i siti. Il ministro riconosca l'importanza delle battaglie di migliaia di persone che hanno continuato a lottare per difendere l’ambiente, il lavoro e il futuro industriale di Taranto e degli altri stabilimenti italiani”.

Palombella ha ribadito la centralità di alcune priorità indiscutibili per il sindacato: “Vogliamo conoscere nel dettaglio i progetti occupazionali, ambientali e industriali che verranno presentati. Le nostre priorità restano ambiente, tutela occupazionale non a tempo, per tutti i lavoratori diretti, dell’appalto e di Ilva AS, e una produzione ecosostenibile”.

Con queste dichiarazioni, Palombella ha voluto lanciare un chiaro messaggio al Governo e agli investitori, evidenziando l'importanza di un piano di rilancio che tenga conto delle esigenze sia dei lavoratori che del territorio, evitando soluzioni frammentarie che potrebbero compromettere il futuro industriale dell'ex Ilva.

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