Franco Leone: 'Caravaggio Poesia della luce - Tutte le opere in versi'


GRAZIA STELLA ELIA
- In uno stupendo connubio Pittura e Poesia abitano le pagine del libro Caravaggio Poesia della luce di Franco Leone, un importante nuovo tassello nel mosaico della Cultura (SECOP edizioni 2018, pp. 271, € 25.00). Il Caravaggio è stato e continua ad essere un pittore ammirato e studiato da numerosi critici, artisti e persone comuni.

Qui è il poeta Franco Leone, con i suoi incisivi endecasillabi con rima, a descrivere, una dopo l’altra, con fine analisi, le opere del Caravaggio, famose in Italia e nel mondo.

Innamorato dell’arte pittorica di un grande come Michelangelo Merisi, il poeta guarda ogni opera e ne muta in magica parola ogni particolare; accade così che la luce e le ombre diventino poesia. E’ proprio il caso del detto latino di Orazio ‘ut pictura poësis’.

Un’operazione di grande portata, un lavoro di acume letterario e di ispirazione musicale. Forse una Musa gli parlava dentro quando, con occhi ammirati e stupiti, guardava le tele magicamente illuminate in chiaroscuro… ed era illuminazione di poesia.Una poesia ispirata e scritta con il rispetto della metrica classica ed eterna. Come le figure emergono dai dipinti nel perfetto equilibrio di luci ed ombre, così dai versi si levano parole di efficacia espressiva.

Pagina dopo pagina, opera dopo opera, è un crescendo espositivo il racconto di Franco Leone: un racconto unico nel suo genere, il racconto delle numerose tele di quel Michelangelo Merisi tanto discusso come uomo, quanto osannato come pittore.

Sguardi ed emozioni si fondono per generare parole sapide e illuminanti e accade così che le parole, perfettamente aderenti alle immagini delle opere pittoriche, sboccino come fiori nei versi ed aggiungano luce alla luce…

Una notevole peculiarità è la chiusa di molte poesie con un distico in rima baciata, che dà forza alla musicalità dei testi.

Mi colpisce e mi affascina la poesia San Francesco in estasi di Hartford e trovo molto bella la seguente terzina:

Accarezza la luce ogni colore,

fa risplender le velature bianche

e s’insinua tra le pieghe del saio.
(p. 42)

Esempio di come il pittore sappia “rapire” lo spirito alla realtà è l’opera Il ragazzo morso da un ramarro di Londra e di Firenze, mentre il poeta non è da meno nella splendida versione in endecasillabi con rima.

Scorrere le pagine di questo libro vuol dire passare da una perla pittorica e poetica ad un’altra, tutte in precisa successione temporale, tutte che inducono ad osservare, a gustare, a riflettere… Già, non è una novità dire che l’Arte, in tutti i suoi aspetti, è pedagogica ed è catartica.

Leggere i versi induce a guardare con maggiore attenzione ogni dipinto. Quanti particolari, quante peculiarità sfuggirebbero, se la poesia non li evidenziasse. Il connubio tra le due arti prosegue con sempre nuova linfa di passione e di luce. Ad immagini di serena vita fanno seguito immagini cruente, come in Davide con la testa di Golia di Madrid (p. 76).

Anche i mutamenti psicologici, colti nella pittura, in poesia sono felicemente espressi, come in Santa Caterina d’Alessandria di Madrid (p. 78).

Aderire alle minime particolarità della pittura non impedisce al poeta di essere creativo e spesso anche originale, come nel componimento La caduta di San Paolo “Cerasi” di Roma:

Traccian San Paolo e il cavallo un anello: 

mai quell’evento fu reso più bello (p. 102).

Delicata la descrizione della Maddalena in estasi, la cui chioma scendendo fluente / al suo viso dà ulteriore bellezza (p. 156).

Commovente La flagellazione di Cristo di Rouen, in cui illuminata risplende la bellezza di Gesù:

Dimentichiam ogni orrore e crudezza,

affascinati da tanta bellezza (p. 164).


Commovente anche La crocifissione di Sant’Andrea di Cleveland, il cui dramma tocca persino chi l’ha voluto e ordinato.

Vi è poi l’orrido a spaventare chi legge e guarda i versi e l’opera La decollazione del Battista di Malta, con il distico di chiusura

Caravaggio con mirabil talento

in quel quadro firmò il suo testamento
(pp. 180 - 181).

I volti, soprattutto nelle opere drammatiche, sono psicologicamente espressivi e le parole poetiche sempre chiaramente aderenti.

Studio di immagini e studio di parole in un cammino parallelo.

Nel dramma più ‘drammatico’, La flagellazione di Cristo di Napoli, autentico capolavoro, la luce mette in risalto la bellezza divina di Gesù, splendido anche nell’atroce soffrire.

Che dire del dipinto L’adorazione dei pastori di Messina e della poetica descrizione del misero luogo? Sulla povertà diffusa e intensa una luce risplende / che i fil di paglia fa quasi brillare. […] Mai la miseria mostrò un tale incanto (p.196). Soavemente descritto anche il tema dell’Annunciazione, a cui segue un ritorno al tragico, che è anche il tormento esistenziale del Caravaggio.

Intanto il tempo passa e le esuberanze del pittore si vanno lentamente spegnendo. Lo lasciano pensare le opere dell’ultimo periodo di vita, perfettamente interpretate dal poeta che dice: Spenta fu l’arte degli ultimi anni (p. 210).

Anche le opere perdute sono oggetto di osservazione e di analisi per Franco Leone, mai stanco di tradurre in versi ciò che i colori, complici luci e ombre, danno impulso alla mano del pittore.

Spicca Il ritratto della cortigiana di Berlino, una donna dalla bellezza sfrontata, dal Merisi dipinta ed amata (p. 220).

Un’opera perduta è anche La natività di Palermo, purtroppo rubata da ignoti. L’autore volge in versi persino un dipinto recentemente attribuito al Caravaggio: La Maddalena Addolorata di Roma, una donna dalla bellissima chioma intrecciata, sconvolta dal dolore (p. 242).

Un pregio straordinario di questo libro è il fattore musicale, la ricerca certosina degli spartiti dal Caravaggio riportati o accennati nei suoi dipinti. Franco Leone si è rivelato ricercatore musicale di eccezione soprattutto perché ha reso possibile l’ascolto di uno spartito mai ascoltato prima: il Gloriosus Dei Apostolus Bartholomeus di Noel Bauldewijn, che forse sarebbe rimasto nel silenzio della tela. Chiari gli spartiti impressi in varie pagine del libro.

Linguaggio pittorico e linguaggio poetico si sono incontrati in un’atmosfera di armonia, di intesa, di dialogo e sono partiti per un lungo viaggio, con la luce dell’intelligenza e dell’Arte. Insieme hanno raggiunto l’approdo in questo libro che fa onore al pittore e al poeta, ma anche al mondo della Cultura.

Franco Leone ha saputo leggere l’anima artistica di un uomo tanto inquieto quanto geniale; ha nobilitato, una volta di più, le virtù pittoriche di un Merisi mai sereno, spesso in fuga da se stesso, con fitte ombre nel suo dentro, eppure con la sapiente arte della luce nell’Arte. Egli spesso tesse le lodi del Caravaggio negli ultimi due versi dei suoi componimenti, come nella poesia La cena di Emmaus di Milano:

La luce investe la misera mensa

ma svela un’arte mirabile e immensa
(p. 154)

Conclusa la meditata lettura, chiuso il libro, posso dire di sentirmi più ricca e più nuova a me stessa. Ho trovato appassionante guardare e leggere tutto: opere e testi poetici, ma anche l’ampia Presentazione della professoressa Filomena Livrieri e la Postfazione del professore Franco Vangi. Tutte pagine importanti, scritte con competenza e giusta valorizzazione.

Un libro nuovo nel suo genere, da guardare e leggere con l’amore per il bello pittorico e poetico. Un libro che, proprio con l’ausilio della poesia e della musica, accompagna a comprendere meglio il prodigio pittorico di un Caravaggio inquieto e geniale.

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