La Norma? Non solo l’opera di Bellini ma anche una gustosa pietanza!

VITTORIO POLITO - Il 23 settembre, giorno della morte di Vincenzo Bellini (1801-1835), si celebra la “Giornata Nazionale della Pasta alla Norma” che, con ogni probabilità è ispirata alla notissima opera del compositore catanese.

Sono almeno due le versioni della storia di questo piatto ritenute più plausibili ma non esistono testimonianze dirette e univoche. Secondo alcuni a dare il nome alla ricetta sarebbe stato il commediografo siciliano Nino Martoglio che davanti ad un piatto di pasta così condito avrebbe esclamato “È una Norma!”, ad indicarne la suprema bontà e paragonandola alla celebre opera nonostante fossero trascorsi parecchi decenni dall’esordio della stessa. Pare cha la prima volta sia stata proposta la stessa sera del debutto mondiale al Teatro alla Scala dell’opera di Bellini, il 26 dicembre 1831. Non manca una tesi che sostiene che fosse stata inventata in onore del compositore.

Secondo altri, la ricetta sarebbe stata perfezionata, reinterpretata e messa a punto sulla base della cucina tradizionale da uno chef siciliano proprio in occasione delle celebrazioni per la nuova opera lirica del grande compositore catanese, destinata a diventare in breve tempo una dei suoi maggiori successi nonostante una prima alla Scala di Milano tormentata e tutt’altro che incoraggiante. “Norma”, com’è noto, è un'opera di Vincenzo Bellini (libretto di Felice Romani), che debuttò, come detto, al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre del 1831, ma fu un clamoroso fiasco, dovuto forse a circostanze artistiche: indisposizione del soprano Giuditta Pasta e alla presenza in teatro di una claque avversa sia all’autore che alla stessa Pasta. Chi non ricorda l’aria “Casta Diva”, la pagina più celebre composta da Bellini?

Qualche notizia sulla trama dell’opera. “Norma”: l’azione è ambientata all’epoca della dominazione romana. Nell’antefatto la protagonista Norma, sacerdotessa figlia del capo dei druidi Oroveso, è stata l’amante segreta del proconsole romano Pollione, il “nemico”, dal quale ha avuto due figli, custoditi dalla fedele Clotilde all'insaputa di tutti. Il soggetto, è ambientato nelle Gallie, e presenta espliciti legami con il mito di Medea. L'opera, incentrata sulla protagonista, divenne il cavallo di battaglia di alcuni grandi soprani del passato, tra cui Maria Callas, Joan Sutherland e Montserrat Caballé. Tuttavia la poliedricità del personaggio e della sua vocalità ne fanno uno dei ruoli più impervi per voce di soprano, tanto che l’opera oggi è più famosa che rappresentata. Ma torniamo alla ricetta.

“Pasta cu sucu di mulinciani, pasta ca sassa e mulinciani o pasta câ Norma”, ossia Pasta alla Norma, è una appetitosa ricetta siciliana dai sapori tipicamente mediterranei che prevede una salsa di pomodoro fresca, melanzane fritte, ricotta salata e foglie di basilico. Ma, come sempre, le ricette variano a seconda del posto dove si preparano. In Sicilia è anche diffusa la pizza alla Norma, con gli stessi ingredienti del condimento della pasta.

La “Pasta alla Norma” è un primo piatto classico della cucina siciliana apprezzato in tutto il mondo. Come ogni ricetta esistono diverse versioni e molte varianti. Quella che segue sembra essere proprio quella originale della celebre Pasta che utilizza ingredienti freschi e di ottima qualità. Per la realizzazione potete scegliere spaghetti, maccheroni, penne, sedani rigati, purché di grano duro ruvido e poroso, in modo che avvolgano perfettamente il condimento. Il segreto per un perfetto sugo alla norma, come vuole la tradizione, è scegliere pomodoro fresco e le melanzane rigorosamente fritte, sfoglie sottili e croccanti che felicemente contrastano la cremosità della salsa e… Buon appetito!

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