La zanzara tra curiosità e proverbi, cantata anche da Virgilio

VITTORIO POLITO - Zanzara è il nome generico di numerosi fastidiosi insetti ditteri (terrestri e idrofili), noti quasi unicamente per le punture irritanti prodotti dalle femmine. La zanzara è considerata solo un essere molesto e portatore di malattie come la malaria, ha larve acquatiche caratterizzate da corpo delicato, grandi occhi, apparato boccale sporgente come una lunga tromba diritta, le cui femmine si servono per pungere e succhiare sangue, utile alla maturazione delle uova. “Culex pipiens” è la comune zanzara presente in Italia, ma oggi sono presenti tantissime altre specie (una sessantina), come la “zanzara tigre” proveniente da altri paesi e considerata una delle principali specie invasive. Negli ultimi decenni si è diffusa a livello globale con il trasporto accidentale delle sue uova, attraverso il commercio di prodotti, quali pneumatici usati e piante ornamentali. Questa specie risulta molto abile come vettore biologico nel trasmettere diverse infezioni virali, tra le quali alcune molto gravi, come i virus dengue (DENV), chikungunya (CHIKV), Zika (ZIKV) e febbre gialla (YFV). Per zanzara si intende, per similitudine, anche la persona che dà lo stesso fastidio dell’insetto molesto e noioso.

I repellenti per le zanzare? Menta, lavanda, rosmarino, citronella, geranio e basilico dal momento che emanano odori poco graditi da questi insetti. Prediligono i colori scuri, odiano il bianco e i colori chiari. Nonostante la sua proverbiale molestia, la zanzara ha avuto anche un cantore nel poemetto “Culex” dell’Appendix Vergiliana. Si tratta di Publio Virgilio Marone, noto semplicemente come Virgilio o Vergilio, l’autore dell’Eneide, un breve racconto che ha come protagonista una zanzara.

«Un vecchio pastore, di buon mattino, conduce il suo gregge a pascolare sull’alto dei monti; dove le caprette si sparpagliano di balza in balza a brucare i magri ciuffi di erba, ed egli, beato, suona l’agreste zampogna. Venuta l’ora del meriggio, il pastore, per sfuggire al caldo troppo intenso, ridiscende a valle e, insieme con le caprette, cerca riparo nelle ombre di un bosco ricco di varia vegetazione presso un ruscello, cui è congiunta, non lontano, una palude. Quivi, mollemente sdraiato, un dolce sopore lo coglie. Tranquillo, non dubitando di insidia alcuna, a lungo egli dormirebbe se l’avverso destino, anzi il caso che domina il mondo non avesse deciso di muovere contro di lui i suoi rischi. Ecco dunque al pastore si avvicina, minaccioso, un enorme variopinto fiammeggiante serpente, che ha sede in quei dintorni; e starebbe per sorprenderlo, se in buon punto un piccolo insetto, figlio della palude, la zanzara, accortasi del pericolo, non pungesse il dormiente negli occhi, così da svegliarlo. Il pastore, infatti, ancor trasognato, all’improvviso dolore della puntura, schiaccia la zanzara; poi aperti gli occhi, scorto il dragone, ha appunto il tempo di difendersi e di ammazzare con un grosso bastone il mostruoso animale. Ma la tenue storia non finisce lì. Nella notte lo spirito della zanzara, ch’era uscito senza un lamento dal corpicino ucciso, appare in sogno al pastore. Con infinito rancore essa si lagna dell’oltraggio ricevuto, essendo stata uccisa da colui al quale aveva salvata la vita. Gli aleggia intorno implacabile, e lo rimprovera aspramente, e gli descrive la sorte a cui è attualmente sottoposta, finché non ottenga, come modesto tributo di riconoscenza, gli uffici della sepoltura.» (Questo documento è stato scritto utilizzando OpenDyslexic, creato da Abelardo González, che lo ha rilasciato con licenza ‘open source’).

Curiosità

Il 20 agosto 1897 il medico britannico Ronald Ross scoprì il collegamento fra le zanzare Anopheles e la trasmissione della malaria: un risultato che gli valse il Nobel per la medicina nel 1902. Per questo, il 20 agosto si celebra la Giornata Mondiale della Zanzara (World Mosquito Day), con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sul tema della lotta alle zanzare e alle malattie da loro trasmesse.

Ed ora vediamo cosa dicono i proverbi.

La zanzara dice all’elefante “Fammi largo”. Si dice quando un debole intende imporsi a qualcuno più forte di lui. Più uno è piccolo e più si sente importante. Più uno è meschino e più presume di sé.

Anche la zanzara ha il suo stocco. Anche la zanzara ha la sua spada, il suo pugnale col quale ferisce. Anche i piccoli hanno le loro armi, il loro modo di nuocere e di difendersi.

Per la zanzara non occorre studiare la tromba. Si dice scherzosamente della zanzara che suona la tromba emettendo il suo ronzio. Per essere inetti non è necessario fare tanti studi ed esercitazioni.

Col bel tempo arrivano anche le zanzare. Le zanzare compaiono quando inizia la bella stagione. Quando le cose vanno bene c’è abbondanza, oltre agli amici, arrivano anche i parassiti e le persone fastidiose.

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