'Lo abbiamo preso per i capelli!'. L’on. Angelucci 'miracolato' dalla sua clinica

FRANCESCO GRECO. ROMA - “Lo abbiamo davvero preso per i capelli!”. Chi? Il deputato e “re” delle cliniche private Antonio Angelucci, che ieri ha compiuto 80 anni festeggiati con moltissimi ospiti nella villa sua sull’Appia Antica. Visti: Giorgia Meloni, poi Crosetto, Salvini, Tajani, Ronzulli, Piantedosi, Schillaci, Renzi e tanti altri. Cena con oltre 200 invitati.

Angelucci deve ringraziare la professionalità e la tempestività del personale medico e paramedico di una delle sue cliniche romane se è salvo per un pelo. Qualcuno parla di “miracolo”.

Era arrivato in pessime condizioni, dopo un serio attacco di cuore: “Se l’è vista brutta...”, aggiungono da una delle sue cliniche “San Raffaele” nella Capitale, in zona “Pisana”. Qualcun altro scherza e la butta sull’ironia: “Gli abbiamo anche consegnato un papello per giustificare le sue assenze a Montecitorio... Ora è motivato da seri problemi di salute”.

Non che prima del malore improvviso Angelucci fosse uno stakanovista: il parlamentare, eletto nel collegio Lazio 1, anche se è nato in Abruzzo, Sante Marie (16 settembre 1944), un paesino di poco più di mille anime, nei ranghi prima di Forza Italia e adesso della Lega, è uno dei meno presenti fra Camera e Senato.

Per “La Repubblica” la sua assenza alle votazioni alla Camera si attesta sul 98,8% (praticamente in 16 anni sarà andato qualche volta), “primato” che contende all’animalista Michela Vittoria Brambilla (99,2%), già ministra dell’ultimo governo Berlusconi e oggi nelle file di “Noi moderati”e, new entry, Marta Fascina, di Forza Italia. Ma pure Umberto Bossi è piazzato bene in classifica.

La news del malore di “Tonino” Angelucci è di qualche settimana fa, ma è trapelata solo in questi ultimissimi giorni dagli ambienti, ripetiamo, della sua clinica romana.

Bel personaggio e bella parabola personale per l’imprenditore ed editore. Terza media, entra nella sanità italiana da semplice portantino. Poi, come si dice, sposa bene: Silvana Paolini (oggi Fondazione Silvana Paolini Angelucci Onlus), già nel settore sanità e comincia l’ascesa che fa del “re delle cliniche” uno degli uomini più ricchi d’Italia (Tosinvest).

Poi “scopre” la politica e diventa la prima volta deputato nel 2008 (Forza Italia), chiamato da Silvio Berlusconi. Rieletto per quattro legislature (ora è stato “folgorato” da Salvini). Altra passione: l’editoria. Prende giornali decotti, in perdita e anche tramite il finanziamento pubblico tenta di salvarli: mission impossibile data l’aria che tira per tutti i quotidiani.

A “Libero” ha da poco aggiunto “Il Giornale” fondato da Indro Montanelli e “Il Tempo” da Renato Angiolillo nel dopoguerra. Prossima “preda”, stando a rumors insistenti nei salotti romani, l’agenzia AGI, di proprietà pubblica (ENI). Non male per un provinciale che cominciò come portantino. Dall’Abruzzo con furore.

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