BARI - L'8 settembre 2024 segna un triste anniversario: sono passati 25 anni dalla morte di Hyso Telharaj, un giovane lavoratore albanese ucciso il 1999 per essersi opposto ai ricatti dei caporali. Telharaj era arrivato in Italia in cerca di un futuro migliore, speranza condivisa da molti suoi connazionali che avevano scelto la nostra regione come luogo di lavoro e opportunità . Purtroppo, quella speranza gli fu strappata insieme alla vita.
Viviana Matrangola, assessore regionale alle Politiche migratorie, alla Legalità e all’Antimafia sociale, ha voluto ricordare la sua storia in occasione di questo importante anniversario, sottolineando l’importanza di non dimenticare la tragedia di Hyso. “Ricordare la sua morte è un dovere che abbiamo, per tenere accesa la luce delle nostre coscienze sulla piaga del caporalato e sulle condizioni nelle quali sono costretti tanti, troppi ancora, a vivere e lavorare. O a perdere la vita”, ha dichiarato.
Matrangola ha ribadito l'importanza di un’azione concreta per evitare che tragedie come quella di Telharaj si ripetano. Il caporalato, infatti, continua a proliferare dove mancano infrastrutture adeguate e servizi di prossimità , sfruttando la vulnerabilità dei lavoratori. “Oltre alla memoria, abbiamo anche il dovere di agire per scongiurare che altre persone vengano private della propria dignità ed esistenza”, ha affermato l'assessore.
Secondo Matrangola, la politica e la società devono unire le forze per proteggere le aree più fragili con interventi mirati che non solo prevengano, ma anche risolvano le situazioni di sfruttamento lavorativo. In conclusione, ha fatto appello per promuovere un'economia inclusiva e sostenibile, basata su un’occupazione regolare e dignitosa, in un contesto di una cultura della legalità più diffusa e robusta.
Il ricordo di Hyso Telharaj rimane un simbolo della lotta contro il caporalato, una battaglia ancora aperta nel nostro Paese.