Meloni: "Stiamo facendo la storia, non possiamo permetterci errori" - Il caso Sangiuliano-Boccia scuote il governo
ROMA - La premier Giorgia Meloni ha sottolineato, durante l'esecutivo di Fratelli d'Italia tenutosi il 4 settembre, l'importanza del momento storico che il partito sta vivendo. "Noi stiamo facendo la storia, e dobbiamo esserne tutti consapevoli", ha dichiarato, aggiungendo che questo non consente errori o passi falsi. La premier ha inoltre ribadito come il partito sia sotto stretta osservazione: “Non ci viene perdonato nulla e quando non trovano nulla per attaccarci, i nostri avversari inventano notizie false”.
Meloni ha invitato i membri del partito a mantenere un’autodisciplina ferrea, dichiarando che Fratelli d’Italia deve essere il giudice più severo di sé stesso: "Non possiamo permetterci di prestare il fianco". Questo, secondo la premier, è fondamentale per non sprecare l’occasione storica che i cittadini hanno dato al partito.
Nel frattempo, all’interno del partito c’è chi adotta toni più diretti. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha lanciato un messaggio di cautela riferendosi a chi ricopre ruoli di responsabilità: “Certamente rivolgerei un invito alla cautela quando si occupano posti di responsabilità”, ha detto, pur non considerando la sua una critica diretta.
Il caso Sangiuliano - Boccia
Nel frattempo, la vicenda che coinvolge il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e l'imprenditrice Maria Rosaria Boccia sta assumendo contorni più definiti. Alla fine di agosto, Boccia aveva pubblicato una foto insieme a Sangiuliano, ringraziandolo per la “nomina a Consigliere per i Grandi Eventi” per il G7 di Napoli, nomina poi smentita dal ministero. Successivamente, sono emerse mail che indicano il suo coinvolgimento nell'organizzazione di eventi, come una tappa a Pompei, portando a ipotizzare che Boccia potesse aver ricevuto compensi per un incarico mai confermato.
Sangiuliano ha negato ogni addebito, spiegando che la nomina di Boccia non è mai stata formalizzata a causa di possibili conflitti d'interessi. Il ministro ha anche affermato che non è stato speso "un euro del Ministero" per lei e che nessuna informazione sensibile le è stata rivelata. Tuttavia, ha ammesso di aver fermato la nomina dopo che la loro stima professionale si era trasformata in un fatto privato: "Dovrebbero applaudirmi per questo", ha concluso.