Quale giustizia?

SANTA FIZZAROTTI SELVAGGI - "Summus ius summa iniuria" -- Cicerone.

È sempre qualcosa di speciale presentare un lavoro, soprattutto quando si tratta di un libro di Italia Buttiglione dal titolo emblematico: Tra Codice e Cuore. Un modello etico di giustizia sociale. Nuovo Ateneo Si tratta di un lavoro che si manifesta nella sua essenza già con l’exergo iniziale “ Un sacro spirito abita in noi custode vigile del nostro bene e del nostro male“, Luca 41- 12.

La dotta e complessa prefazione è di Domenico Airoma, Procuratore della Repubblica di Avellino, che analizza, e storicamente e attraverso tutta una serie di articoli giudiziarie di citazioni, quello che è il senso profondo della giustizia come tale non dimenticando la grande lezione di Kant sull’etica e sulla morale. Non dimentico l’assunto kantiano a chiusura della Ragion pratica ( 1788) : “Due cose riempiono l’animo di ammirazione e di reverenza sempre nuove e crescenti, quanto più spesso e a lungo il pensiero vi si sofferma: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”.

Così come si legge nel libro dei Proverbi (4,25-27) “I tuoi occhi guardino sempre in avanti e le tue pupille mirino diritto davanti a te. Bada alla strada dove metti il piede e tutte le tue vie siano sicure. Non deviare né a destra, né a sinistra, tieni lontano dal male il tuo piede”. Un invito .a tener saldo il valore della libertà pur nella giusta via. Facile non è pensare e agire in modo che mai si possa danneggiare alcuno : siamo sempre preda di forze ingovernabili. Non si dimentichi il mondo a noi sconosciuto dell’”Es” che Groddeck e poi Freud evidenziano e dal quale siamo vissuti.

Il Cosmo è retto da leggi meccaniche, l’essere umano deve operare delle scelte e dunque una vera lotta con se stesso.

Questa opera così articolata ci pone dinanzi all’essenza della nostra natura , alla causa e all’effetto nella “ notte dell’etica sociale” come si legge nel libro. In effetti siamo un abisso, il nostro cuore in questo tempo così tormentato sembra giacere nel fondo di un lago oscuro. Non dico “ oscurantismo”bensì tenebra nella quale brancoliamo dimentichi che “ la giustizia deve coincidere con il bene comune” . Ma sembra esserci una assenza ,ovvero il collante sociale della consapevolezza interiore verso il bene collettivo.

Invero, osservo tutto ciò che accade ogni giorno e sempre mi soffermo sul senso dell’” Umanità’” che non ritrova più il contatto col suo stesso esistere nel mondo : quella Umanità che ci rende tutti fratelli , come da etimologia del termine, ma che non trova più radici nel suo essere nel mondo “sommersa – come si legge - dalle conseguenze di una civiltà pensata per tutti, ma a vantaggio di pochi” .Questo è davvero un libro straordinario che induce e forse costringe a una serie di riflessioni: ogni parola va intesa e pensata nella sua giusta valenza perché tocca le corde del cuore. L’Autrice ricorda il Cardinale Emilio Sgreccia, che nel suo manuale di Bioetica ha scritto che l’uomo neuronale di cui parlano i neuroscienziati non esaurisce tutto l’uomo. Profondamente vero questo assunto: la mente produce i pensieri, risultato del cervello , il grande straordinario organo, a noi in gran parte sconosciuto, elaboratore delle percezioni sensoriali, delle emozioni quali madri dello stesso pensiero ( I. M . Blanco).

Sembra però che non si debba più tener conto di questa realtà data la regressione dell’essere umano dovuta forse all’emergere di un antico cervello: il cervello rettiliano, il primo dei nostri tre cervelli, quello del predatore essendo venuta a mancare la creatività che ci rende unici, quella sollecitazione culturale che nel corso della evoluzione ci ha reso uomini più o meno consapevoli, con quella coscienza che ci distingue dagli altri esseri viventi.

Assistiamo così quasi impotenti ad una deriva sociale perché la predazione e l’avidità dell’essere umano divengono superiori ad ogni cosa. Si viene devastati da tutto questo e afferma l’Autrice che “si sono create le premesse per uno Stato che viene accusato di non essere più di diritto nella società e che hanno preso il potere alla ricerca di quell’autonomia che va ogni regola civile e morale…” Ma urge anche tener presente quanto in Treccani online si legge: « il sommo diritto è somma ingiustizia»). – Aforisma giuridico con cui si vuol dire che l’uso rigoroso e indiscriminato di un diritto o l’applicazione rigida di una norma può diventare un’ingiustizia. Nella forma citata, si trova in Cicerone (De Officiis I, 10); ma è sentenza più antica (cfr. Terenzio, Heautontimoroumenos IV, 5: ius summum saepe summa est malitia).

L’Autrice non nega una realtà ,che nonostante lo sviluppo tecnologico e quant’altro, non si è evoluta nello spirito della coscienza. Invero questa società è esasperatamente consumistica e le tecnologie avanzate hanno costruito un mondo virtuale , cioè un inganno minando la radice dell’umano alimentando l’illusione di potersi disincarnare e diventare Dio . Naturalmente tutto ciò porta alla deriva con la complicità di quell’egoismo narcisistico che alla fine non ci fa più incontrare l’Altro perché l’Altro lo abbiamo già annientato dentro di noi. Perdiamo di vista il senso della ricerca della verità o comunque di quegli aspetti della verità che tutti desideriamo conoscere . Nel saggio “ La tutela della persona umana dignità salute e scelte di libertà” di Francesco Palazzo; citato dall’Autrice, si rileva che la visione ipertecnologica ha dato un taglio netto alla dignità della persona quasi come un scissione tra l’Io e il Corpo. Ma il “corpo” è insormontabile e forse non ci si rende conto che questo navigare in Internet in modo abnorme, scevro da ogni visione critica, può indurre alla confusione di poter dominare il mondo attraverso uno strumento che nelle mani di alcuni, in maggior misura di poteri occulti, può diventare estremamente pericoloso.

Questo libro è una profezia e insieme una realtà nel senso che ci pone di fronte a quella che la natura umana nasconde. Ecco la luce del bene comune dovrebbe essere la luce giusta, ma come fare a discernere questa luce, questo bene comune? L’Autrice cita San Tommaso d’Aquino quando questi asserisce che “una legge degli uomini è giusta quando non va contro la legge di natura ma solo se risponde alle caratteristiche umane”. Invero stiamo assistendo a delle visioni forse non molto limpide e chiare tutte da decodificare. Il grande mio amico Artista che ho seguito si occupava e si occupa degli anamorfosi, Andrea Carnemolla, ci insegna che bisogna mettersi da un altro punto di vista come fa l’ Autrice per guardare fino in fondo e trovare l’ immagine Altra nascosta al nostro sguardo , il nucleo della natura delle cose , di Aletheia che si svela nascondendosi. Ecco, questo libro ci pone dinnanzi a tutti questi interrogativi e naturalmente non trascura quello che è un fenomeno che c’è sempre stato ma che al momento appare con più evidenza . Esiste un incremento di assassini di donne . Si tratta dei cosiddetti “ femminicidi “ ma trattasi sempre di assassini . Questo incremento ci dovrebbe far pensare a rifondare la famiglia come sottolinea anche il prof Filippo Maria Boscia , presidente nazionale AMCI nella postazione . La famiglia va ricentralizzata così come va ripensato il ruolo del femminile, il ruolo della donna che forse è ,in parte, preda dei rivoli della mercificazione, attraverso una falsa liberazione , una falsa idea di libertà . Non si tratta infatti di andar quasi nude per strada per sentirsi libere : la libertà e’ innanzitutto una dimensione dell’anima , della mente , della psiche : è la capacità di scegliere assumendosi ogni responsabilità, una dimensione interiore e allo stesso tempo una evoluzione della consapevolezza . Necessario però e ‘ anche un cambio di mentalità degli uomini in una società che è sempre stata per molti aspetti androcentrica. Molte donne hanno vissuto una condizione di silenzio nelle mura domestiche ma non ci si rende conto che anche sottolineare le cosiddette “quote rose “ induce a immaginare comunque a una sorta di marginalità del femminile come invero , ricordando .E. Balducci ,percepiamo i popoli che giungono sui nostri lidi ... In ogni caso urge vanificare i luoghi comuni :ci sono uomini cosiddetti bravi e uomini meno bravi, donne cosiddette brave e donne meno brave nella gestione della cosa pubblica e in ogni ambito , in tal senso non c’è da far differenza pur essendo ogni essere umano diverso : ma è proprio questa diversità che rende il mondo ricco di infinite potenzialità . La differenza non significa che si e ‘ subalterni l’uno dell’altro : questo libro fa molto riflettere sulla radice del femminicidio che a volte mi sembra di ravvisare nella nostra realtà sociale come risposta ad una assenza della madre . Le mani delle madri abbandonano precocemente i figli abdicando al loro ruolo cedendolo a tablet, alle baby sitter , ai nonni , e così via . E allora può accadere che quando in età più o meno adulta si ritrova nell’Altra un affetto ,l’urlo dell’abbandono ritorna e a volte si può giungere a gesti estremi non condivisibili ma certamente in qualche modo comprensibili . Un discorso questo da approfondire in molte altre sedi...

Tutti questi comportamenti, lo si accetti o no, sono parte integrante della natura umana che se ritrovasse il “cuore” colmo di amore non avrebbe bisogno di giustizia con la piena consapevolezza che l’unico vero scrutatore di cuori è il Dio ,Giusto Onnipotente e Onnisciente, che presiede il Tribunale della Misericordia.