ROMA - Maria Rosaria Boccia è tornata a parlare su Instagram in merito alla controversia sulla sua presunta nomina a consigliere del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, per i Grandi Eventi. La nomina, annunciata dalla stessa Boccia il 26 agosto, è stata successivamente smentita dallo staff del ministro, scatenando un caso politico. Sangiuliano ha infatti negato ogni coinvolgimento formale di Boccia, dichiarando che nessun fondo ministeriale era stato utilizzato per i suoi viaggi o soggiorni, e che la donna non aveva mai avuto accesso a documenti riservati.
Boccia ha prontamente risposto, condividendo una mail ricevuta dal Gabinetto della Cultura il 10 luglio, in cui si faceva riferimento alla sua nomina. In un messaggio su Instagram, ha contestato duramente le parole del ministro e della premier Giorgia Meloni, criticando la mancanza di riconoscimento e definendo le spiegazioni ufficiali "una toppa peggiore del buco". Le sue dichiarazioni hanno sollevato ulteriori dubbi sulla gestione della vicenda, tanto da far ipotizzare le dimissioni del ministro.
Da parte sua, Sangiuliano ha difeso la propria condotta, dichiarando di aver sostenuto personalmente le spese per le trasferte e di non aver violato alcuna regola. Ha inoltre chiarito che la nomina di Boccia era stata bloccata quando il rapporto tra i due si era evoluto in una dimensione privata. Il ministro ha ribadito che nessun documento sensibile è stato condiviso con Boccia e che la gestione della sicurezza per il G7 della Cultura non rientra nelle competenze del Ministero della Cultura, ma di quello dell'Interno.
Sangiuliano ha concluso respingendo le richieste di dimissioni, ritenendo che l'intera vicenda sia stata amplificata dal gossip, e ha espresso fiducia nella propria condotta, affermando di non aver commesso alcun illecito o infrazione delle regole istituzionali.
Boccia ha prontamente risposto, condividendo una mail ricevuta dal Gabinetto della Cultura il 10 luglio, in cui si faceva riferimento alla sua nomina. In un messaggio su Instagram, ha contestato duramente le parole del ministro e della premier Giorgia Meloni, criticando la mancanza di riconoscimento e definendo le spiegazioni ufficiali "una toppa peggiore del buco". Le sue dichiarazioni hanno sollevato ulteriori dubbi sulla gestione della vicenda, tanto da far ipotizzare le dimissioni del ministro.
Da parte sua, Sangiuliano ha difeso la propria condotta, dichiarando di aver sostenuto personalmente le spese per le trasferte e di non aver violato alcuna regola. Ha inoltre chiarito che la nomina di Boccia era stata bloccata quando il rapporto tra i due si era evoluto in una dimensione privata. Il ministro ha ribadito che nessun documento sensibile è stato condiviso con Boccia e che la gestione della sicurezza per il G7 della Cultura non rientra nelle competenze del Ministero della Cultura, ma di quello dell'Interno.
Sangiuliano ha concluso respingendo le richieste di dimissioni, ritenendo che l'intera vicenda sia stata amplificata dal gossip, e ha espresso fiducia nella propria condotta, affermando di non aver commesso alcun illecito o infrazione delle regole istituzionali.
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