Settimana di violenza nelle carceri pugliesi: polizia penitenziaria in difficoltà tra aggressioni e disordini

BARI - Le carceri pugliesi hanno vissuto un'altra settimana di violenza e tensione, con episodi drammatici che mettono in luce la grave situazione all'interno degli istituti di detenzione. Il carcere di Taranto è stato il più colpito, con un poliziotto intossicato dall'uso improprio di un estintore da parte di un detenuto e altri episodi di minacce e aggressioni che hanno creato grande preoccupazione tra gli operatori penitenziari. Anche a Foggia e Bari non sono mancati scontri e tensioni, culminati in un tentato suicidio e violente proteste.

Il SAPPE, sindacato autonomo della polizia penitenziaria, accusa l'amministrazione centrale di Roma di disinteresse e negligenza, chiedendo l'applicazione immediata delle leggi esistenti per punire i detenuti violenti. Tra le richieste principali ci sono l'isolamento immediato, trasferimenti in altre regioni e un rafforzamento degli organici della polizia penitenziaria, attualmente sottodimensionati di oltre 600 unità in Puglia.

L'assenza di misure restrittive efficaci da parte delle autorità giudiziarie, secondo il SAPPE, contribuisce al clima di impunità tra i detenuti, che continuano a sfidare le regole senza temere conseguenze reali.

La situazione, ormai insostenibile, richiede interventi urgenti per evitare ulteriori escalation di violenza e garantire la sicurezza degli operatori nelle carceri pugliesi.

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