Volete essere eletti? Ecco i consigli di Cicerone
FRANCESCO GRECO - “Fa’ in modo che tutta la campagna
elettorale sia piena di splendore”.
Se pensate di candidarvi a una carica
pubblica, e nutrire qualche pur esile
speranza di essere eletti, fatevi aiutare da
Quinto Tullio Cicerone e procuratevi il
suo “Piccolo manuale per la campagna
elettorale” (a cura di Augusto Ferrari),
testo originale latino a fronte, Interlinea,
Novara 2024, pp. 88, euro 12 (collana
“Alia”).
Sono i consigli che il fratello del filosofo buttò giù quando Cicerone - siamo nel 63 a.C. - si candidò, e fu eletto, console della Repubblica Romana.
Diciamolo: per strano che possa sembrare, nell’epoca degli algoritmi, gli hackers e i troian, il manuale pare scritto oggi e molte intuizioni appaiono attuali. Sono suggerimenti nati dall’osservazione della quotidianità nella società, alta e bassa (suburra), la vita, la conoscenza degli uomini, con uno sguardo acuto, la sintesi immediata.
Cicerone suggerisce al candidato (che parte dalle sue capacità oratorie dentto e fuori il Foro) di proporsi come “homo novus”, di sviluppare lo sguardo su due livelli: coltivare e ostentare le amicizie con i potenti (optimates), non perché ti voteranno, ma per un fatto, come dire, di immagine.
Ma è importante anche il rapporto col popolo (populares), conoscere i nomi dei potenziali elettori, i loro desideri minimi. Lusingarli, ma senza prendere impegni precisi. Almeno fino al giorno del voto. Un ruolo ce l’hanno anche i “favori” fatti o che si promettono (oggi si direbbe voto di scambio). Esisteva anche il casa per casa, andare a trovare gli elettori. Certo, fra l’etica (“diffamare gli avversari”, infatti si sputtanano Antonio e Catilina) e la tattica per farsi votare, fa capire Cicerone junior, passano anni- luce. Contava il risultato.
Anche al suo tempo la politica, come ebbe a dire il senatore Rino Formica, era “sangue e merda”.
E chissà cosa direbbe oggi dei deliranti sistemi elettorali italiani, con soglie di sbarramento, firme da raccogliere e i “nominati” che provocano assenteismo e milioni di cittadini senza rappresentanza. Chissà se Trump e Kamala Harris hanno sul comodino il manuale di Cicerone; anzi, chissà se sanno chi è. Da quelle parti decide la filosofia più ruvida del dollaro (e delle armi).
Sono i consigli che il fratello del filosofo buttò giù quando Cicerone - siamo nel 63 a.C. - si candidò, e fu eletto, console della Repubblica Romana.
Diciamolo: per strano che possa sembrare, nell’epoca degli algoritmi, gli hackers e i troian, il manuale pare scritto oggi e molte intuizioni appaiono attuali. Sono suggerimenti nati dall’osservazione della quotidianità nella società, alta e bassa (suburra), la vita, la conoscenza degli uomini, con uno sguardo acuto, la sintesi immediata.
Cicerone suggerisce al candidato (che parte dalle sue capacità oratorie dentto e fuori il Foro) di proporsi come “homo novus”, di sviluppare lo sguardo su due livelli: coltivare e ostentare le amicizie con i potenti (optimates), non perché ti voteranno, ma per un fatto, come dire, di immagine.
Ma è importante anche il rapporto col popolo (populares), conoscere i nomi dei potenziali elettori, i loro desideri minimi. Lusingarli, ma senza prendere impegni precisi. Almeno fino al giorno del voto. Un ruolo ce l’hanno anche i “favori” fatti o che si promettono (oggi si direbbe voto di scambio). Esisteva anche il casa per casa, andare a trovare gli elettori. Certo, fra l’etica (“diffamare gli avversari”, infatti si sputtanano Antonio e Catilina) e la tattica per farsi votare, fa capire Cicerone junior, passano anni- luce. Contava il risultato.
Anche al suo tempo la politica, come ebbe a dire il senatore Rino Formica, era “sangue e merda”.
E chissà cosa direbbe oggi dei deliranti sistemi elettorali italiani, con soglie di sbarramento, firme da raccogliere e i “nominati” che provocano assenteismo e milioni di cittadini senza rappresentanza. Chissà se Trump e Kamala Harris hanno sul comodino il manuale di Cicerone; anzi, chissà se sanno chi è. Da quelle parti decide la filosofia più ruvida del dollaro (e delle armi).