ActionAid, a Bari e Brindisi i CPR si rivelano inefficaci e ingovernabili: un modello insostenibile e inumano


ActionAid denuncia: "I CPR, un fallimento con costi umani e economici inaccettabili, modello per i centri in Albania"

Negli ultimi anni, l’Italia ha assistito a un aumento dei tempi di detenzione e dei costi di manutenzione nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR), a fronte di un calo nei rimpatri. Dal 2014 al 2023, circa 50.000 persone straniere sono state detenute in centri che, secondo ActionAid, violano sistematicamente i diritti umani e causano enormi spese per le casse pubbliche. Il report “Trattenuti. Una radiografia del sistema detentivo per stranieri” curato da ActionAid e dall’Università di Bari analizza in modo dettagliato questo sistema di detenzione, mettendo a disposizione dati su ogni struttura attraverso la piattaforma “Trattenuti” e invitando la cittadinanza a un dibattito informato.

CPR di Bari e Brindisi: due casi di inefficienza e ingovernabilità

Bari Palese

Nel periodo tra il 2018 e il 2023, il CPR di Bari ha registrato una media giornaliera di 50 detenuti, per un totale di 5.730 persone, pari all’11% del totale nazionale. Tuttavia, il tasso di rimpatrio, pari al 38,2%, è risultato molto inferiore alla media italiana, e scende addirittura al 16% nel 2023. Nel frattempo, il 30% delle uscite è stato disposto dall’autorità giudiziaria, un dato che evidenzia l’alto numero di rilasci senza espulsione effettiva. Anche il tempo di permanenza media si è alzato a 40 giorni, aggravando il disagio per i detenuti.

Brindisi Restinco

Il CPR di Brindisi mostra una situazione ancora più critica, con una media di soli 33 detenuti giornalieri. Nonostante la struttura sia sempre più considerata una “propaggine del carcere” e ospiti numerosi ex detenuti, i rimpatri sono risultati appena il 49%. Con soli 14 posti effettivamente disponibili, la capienza è la più bassa a livello nazionale, portando il costo pro-capite per singolo detenuto nel 2023 a superare i 57.000 euro, un valore nettamente superiore alla media nazionale.

Costi e criticità della gestione dei CPR

L’analisi finanziaria evidenzia costi elevatissimi e continui aumenti delle spese di manutenzione straordinaria, che per il CPR di Bari, nel solo 2023, hanno superato il 37,8% del totale dei costi. Per il CPR di Brindisi, la spesa complessiva tra il 2018 e il 2023 è stata di oltre 10 milioni di euro, nonostante la limitata capienza.

La gestione è stata spesso affidata a organizzazioni con problemi di affidabilità e proroghe di contratti, come nel caso della cooperativa “Badia Grande” per Bari, sostituita solo di recente. Come sottolinea Fabrizio Coresi, esperto ActionAid, “Le difficoltà di reperire enti disposti a gestire questi centri sono dovute anche ai numerosi illeciti contro la Pubblica Amministrazione.”

Conclusioni e domande per il futuro

Giuseppe Campesi, esperto di detenzione amministrativa dell’Università di Bari, sottolinea l’inutilità di prolungare la detenzione per persone che difficilmente possono essere espulse. L’aggravio economico e umano legato a queste strutture inefficaci impone nuove riflessioni: ActionAid invita quindi istituzioni, giornalisti e cittadini a porre domande fondamentali sull’efficacia e l’umanità di un sistema che, nel suo complesso, raggiunge solo il 10% dei risultati attesi.

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