BARI - Questa mattina, nel Teatro Piccinni, il sindaco Vito Leccese è intervenuto alla sessione conclusiva dei lavori del 3° festival delle Regioni e delle Province autonome.
Di seguito il testo del suo intervento:
“Ringrazio gli organizzatori del Festival delle Regioni per aver scelto di programmare questo evento nei quattro teatri storici di Bari. Perché, tra le peculiarità della nostra città, c’è anche il fatto di essere l’unica in Europa ad avere quattro teatri di storici nell’area di un miglio, circostanza che per noi rappresenta uno straordinario biglietto da visita e che mi auguro i partecipanti abbiano avuto modo di apprezzare.
Saluto i ministri rappresentanti del Governo e i presidenti delle Regioni e delle Province autonome che hanno animato queste giornate intense di confronto fra le diverse istituzioni, le Regioni, le autonomie locali.
Saluto con grande affetto i sindaci pugliesi, che vedo qui numerosi con quella fascia tricolore sul petto che ci attribuisce un grande onore e insieme una grande responsabilità.
Come ha detto il presidente Mattarella, ci sono momenti particolari nella vita di ogni istituzione in cui non è possibile limitarsi ad affermare la propria visione delle cose ma occorre avere capacità di confronto e, soprattutto, di mediazione e di sintesi: in questi tre giorni possiamo dire che il confronto non è certamente mancato.
Credo che questa dimensione sia importante soprattutto se parliamo della democrazia locale e delle competenze regionali, non solo perché rappresentano un elemento determinante negli equilibri costituzionali e di prossimità ma soprattutto per il ruolo che svolgono nell’attuazione delle politiche di coesione, che incoraggiano sui nostri territori la crescita economica, la creazione di posti di lavoro, la competitività delle imprese, la transizione ecologica e digitale.
La Regione Puglia e la Città di Bari, negli ultimi 15 anni, si sono affermate come modelli positivi in termini di programmazione, progettazione, gestione e attuazione di politiche e interventi in favore della competitività, del rafforzamento delle competenze e dell’accoglienza, distinguendosi nel panorama nazionale per attrattività turistica e sostegno agli investimenti.
Negli ultimi 5 anni, in particolare, grazie alla presenza di un sistema universitario e della ricerca credibile e agli incentivi alla localizzazione di Puglia Sviluppo, la città di Bari ha potuto affermarsi tra le prime 5 città in Italia ad alta intensità tecnologica, attraendo multinazionali del digitale e dell’intelligenza artificiale come ATOS, FINCONS, LUTECH, NTT DATA, PIRELLI e della consulenza come E&Y e DELOITTE, che in pochi anni hanno assorbito circa 5000 tecnici provenienti dal mondo dell’informatica, dell’IT, dell’ingegneria e dell’architettura.
Contestualmente, nel settore manifatturiero, l’area industriale di Bari è ulteriormente cresciuta, accompagnando nuovi insediamenti nei settori delle energie rinnovabili, della logistica avanzata, dell’economia circolare, della componentistica, qualificando il polo industriale di Bari-Modugno come il più esteso e vivace della dorsale adriatica.
Tutti segnali di una vitalità che indica non solo un cambio di paradigma in termini di sviluppo economico e industriale, ma che anticipa di quali competenze avrà bisogno il mercato del lavoro nel prossimo futuro.
Le grandi sfide del green new deal e della transizione digitale avranno sempre più bisogno di persone ad alta qualificazione e di infrastrutture urbane e regionali di istruzione, ricerca e trasferimento tecnologico che possano favorire non solo la crescita del capitale umano ma un maggior dialogo tra università e imprese, per rafforzare il tessuto delle PMI e fertilizzare la nascita di start-up.
La città di Bari e la sua area metropolitana - che conta un milione e duecentomila abitanti - hanno messo al centro della propria agenda politica queste priorità e nei prossimi due anni, grazie al PNRR inaugureremo il più grande Campus del CNR nel sud Italia, riportando in vita l’ex Manifattura dei Tabacchi, raddoppieremo la dotazione di alloggi universitari, riconvertiremo ex caserme in centri di innovazione e avvieremo un nuovo corso di sviluppo urbanistico, ispirato ai principi dell’ecologia integrale e del contrasto al cambiamento climatico. Perché vorremmo che Bari sia sempre più percepita come un modello di sviluppo urbano, sostenibile e resiliente.
Un obiettivo che potremo realizzare solo perseguendo un’alleanza con il Governo e le Regioni, il sistema della ricerca e dell’impresa dentro un disegno più ampio che metta al centro le comunità e il potenziale straordinario che il nostro Paese custodisce in termini di creatività, cultura e innovazione. Tutto ciò all’interno di una prospettiva ormai irrinunciabile che è quella del contrasto ai cambiamenti climatici.
Per le ragioni ricordate su questo palco con forza dallo stesso presidente Mattarella quando ha sostenuto che la natura non può più essere considerato soltanto un deposito di beni da utilizzare e da sfruttare e come le risorse del pianeta non siano illimitate e non possano riprodursi all’infinito, vorrei concludere questo mio intervento con un vecchio slogan che utilizzavamo noi ambientalisti negli anni 80: “la terra su cui viviamo non l’abbiamo ereditata dai nostri padri, Ma l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli”.
Con questo auspicio di costante collaborazione, auguro a tutti voi buon lavoro”.