Bari, presentata “Bari lavora”, la nuova strategia per il lavoro della città di Bari
BARI - È stata illustrata questa mattina, a Palazzo di Città, “Bari lavora” la nuova strategia per il lavoro della città di Bari. All’incontro con la stampa sono intervenute la direttrice della ripartizione Programmazione, Innovazione e Comunicazione Marisa Lupelli e la responsabile dell’ufficio Politiche attive del lavoro e Innovazione urbana Mina Bonante, alla presenza del sindaco di Bari Vito Leccese e del dirigente di staff per le Politiche del lavoro Roberto Covolo.
Con 118mila occupati, Bari è la prima città nel Mezzogiorno e la nona in Italia per livelli di occupazione, con un tasso di crescita superiore al 4% dal 2019 al 2023. È aumentato, infatti, il numero di aziende che, dall’Italia e oltre, scelgono di investire a Bari e nella sua area metropolitana. Nonostante questi risultati positivi, in particolare le donne over 35 e gli uomini over 45 riscontrano maggiori difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro.
Per questo, accanto ai servizi offerti dal 2016 da Porta Futuro (orientamento, formazione, ricerca attiva del lavoro, matching tra offerta e domanda, ecc.), l’amministrazione comunale ha deciso di avviare, per il triennio 2024-26, le misure “Ti à mbarà e ti à perd” e “La fatica”.
· “Ti à mbarà e ti à perd”, integrata nei servizi di orientamento promossi dal job center comunale Porta Futuro, aiuta, in modo flessibile e mirato, i cittadini in cerca di lavoro a sviluppare conoscenze, abilità e competenze necessarie per il loro percorso personale e professionale, finanziando con doti di apprendimento fino a 1.000 euro esperienze di apprendimento brevi ‘on demand’ (ad esempio un corso per ottenere un’abilitazione o una licenza, un percorso di formazione finalizzato all’acquisizione di competenze specifiche); la misura è rivolta a tutti i cittadini, dai 16 anni, residenti a Bari, disoccupati o inoccupati con ISEE familiare inferiore o uguale a 15.000 euro. “Ti à mbarà e ti à perd” è finanziato complessivamente per 1 milione di euro.
· “La fatica” promuove, invece, l’inserimento e il reinserimento di persone fuoriuscite dal mercato del lavoro o con scarse opportunità di accesso, offrendo loro un periodo di orientamento al lavoro e di formazione in situazione, direttamente in azienda, finalizzato a far sì che acquisiscano nuove competenze professionali, arricchiscano le proprie conoscenze e ottengano titoli abilitanti; tutti i tirocinanti saranno accompagnati da un tutor del Comune di Bari e da uno dell’impresa ospitante. La misura, che in questa fase sperimentale sarà indirizzata a donne over 35 e uomini over 45 residenti a Bari e in stato di disoccupazione, coinvolge attivamente le imprese dell’area metropolitana attraverso servizi gratuiti di matching con gli aspiranti tirocinanti e l’attivazione, il tutoraggio e il monitoraggio dei percorsi di tirocinio. Ai tirocinanti sarà riconosciuta un’indennità di 800 euro fino a 6 mesi, a fronte di 25 ore di impegno settimanali, oltre a una dote finanziaria di massimo 1.000 euro per partecipare ad attività formative che prevedano l’acquisizione di nuove competenze e titoli abilitanti; alle imprese, invece, per ciascun tirocinio attivato, sarà riconosciuto un contributo di 300 euro una tantum a rimborso degli oneri aziendali.
“La fatica” in questa fase sperimentale è finanziato complessivamente per 3 milioni di euro (con la possibilità di aumentare le risorse con ulteriori 2 milioni di euro in seguito).
“Oggi presentiamo un altro punto fondamentale del programma che avevamo assunto tra gli impegni nei confronti dei cittadini durante la campagna elettorale - ha dichiarato il sindaco Vito Leccese -. Avevamo previsto, infatti, forme di sostegno all’occupazione in un momento particolarmente difficile come quello che stiamo vivendo, in cui progressivamente vengono smantellati importanti presidi di protezione sociale. Circa 20mila persone, che fin qui hanno usufruito di un ammortizzatore sociale, come il reddito di cittadinanza, si ritrovano in una situazione di grave disagio sociale che speriamo di poter gestire. Il Comune, a prescindere dalle sue competenze, è per sua natura l’istituzione più vicina al cittadino e il sindaco, nel bene e nel male, è un punto di riferimento per la propria comunità. Proprio per questo, pur non avendo competenze istituzionali specifiche in tema di lavoro, il Comune, partendo dall’esperienza di altri job center evoluti, ha scelto di dar vita a Porta Futuro, che ormai da oltre otto anni si occupa efficacemente delle politiche del lavoro.
Queste due misure nascono, quindi, per offrire un supporto concreto a quanti vivono una condizione di svantaggio in modo che possano contare su un’opportunità per il reinserimento nel mondo del lavoro o per la prima occupazione. Riteniamo che si tratti di due strumenti molto utili sia per quanto riguarda la formazione sia per la possibilità di effettuare un tirocinio direttamente in un’azienda del territorio. In questo modo cerchiamo di dare una risposta concreta alle legittime esigenze della cittadinanza, e di questo ringrazio lo staff di Porta Futuro che è riuscito a diventare un vero e proprio punto di riferimento per il sostegno all’occupazione nella nostra città”.
“Le risorse, cospicue, utilizzate per finanziare le due misure - ha sottolineato Marisa Lupelli - rivengono dal programma europeo PN Metro plus e Città medie sud e si configurano come sperimentali in quanto si applicano in un ambito che non sarebbe di competenza specifica del Comune. La scelta dell’amministrazione risponde perciò alla volontà di offrire a tante persone, che magari non hanno contezza delle proprie propensioni, la possibilità di mettersi in gioco e di scoprire potenzialità e capacità personali, e di favorire l’inserimento o reinserimento lavorativo in un momento in cui vi è un bisogno sensibile e diffuso. Questo non potrà che determinare un riflesso positivo sull’economia della città, mettendo concretamente in relazione la politica con la vita quotidiana dei cittadini”.
“Rispetto ai servizi base di Porta Futuro - ha concluso Mina Bonante -, ci dotiamo di due strumenti in più: il tirocinio formativo, che ci permette di accompagnare il cittadino in un percorso sul posto di lavoro in senso pratico, per monitorare l’approccio rispetto alle competenze inziali valutandolo nel corso dell’esperienza dell’apprendimento in situazione; e un sostegno mirato e flessibile, utile a rilevare i bisogni formativi del cittadino per aiutarlo nella scelta del percorso più qualificante per entrare nel mondo del lavoro. Con lo staff di Porta futuro siamo pronti per dare il via a questa nuova avventura”.
Nel corso della conferenza stampa Roberto Covolo ha commentato i dati relativi al periodo gennaio - settembre 2024 del job center Porta Futuro e presentato nel dettaglio le due misure sperimentali per le politiche attive del lavoro nel triennio 2024/26.
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