Cinque medici della clinica Mater Dei accusati della morte di un 55enne per dissezione aortica

BARI - Cinque medici della clinica Mater Dei di Bari sono accusati della morte di Giuseppe Pupillo, un 55enne deceduto a causa di una dissezione aortica il 5 ottobre 2021. Gli indagati comprendono il medico di pronto soccorso, il medico di turno in terapia intensiva cardiologica, il cardiologo responsabile dell’Unità operativa di Aritmologia ed Elettrofisiologia cardiaca e il primario del reparto di Cardiologia. Durante l’udienza di ieri, il legale delle parti offese, avvocato Giuseppe Benvestito, ha ottenuto la citazione come responsabili civili della clinica Mater Dei e del gruppo CBH.

La vicenda

Il 4 ottobre 2021, Pupillo avvertì forti dolori alla mascella e formicolio al braccio destro. Dopo aver effettuato un elettrocardiogramma in farmacia, un cardiologo gli consigliò un ricovero urgente a causa dei risultati preoccupanti. Giunto al pronto soccorso, a causa del periodo di pandemia, gli fu somministrato un tampone preventivo e i familiari furono allontanati.

L'attesa

Secondo la denuncia della sorella di Pupillo, al momento del triage furono consegnati sia l'elettrocardiogramma che i risultati di altre analisi già effettuate. Tuttavia, il 5 ottobre, il 55enne lamentò di essere stanco e di aver atteso per ore sulla sedia della sala d’attesa, poiché era stato ammesso in reparto solo dopo aver ricevuto l’esito del tampone. "Ben otto ore in attesa su una sedia per avere l’esito di un tampone che si ottiene in 15-20 minuti”, ha dichiarato la sorella, evidenziando il ritardo e la gravità della situazione.

Il decesso

Dopo essere stato trasferito in terapia intensiva, Pupillo morì poco dopo. I familiari furono informati che il decesso era avvenuto a causa di una dissezione aortica. La sorella ha espresso incredulità e sgomento, affermando: “Non sappiamo se la dissezione sia stata correttamente diagnosticata o se si sia trattato di un infarto non riconosciuto prontamente. Non spetta a noi accertarlo, ma certo se non ci fosse stato l’incredibile ritardo nell’ammissione in reparto, la situazione non sarebbe degenerata come è avvenuto, con il decesso del mio povero fratello”.

Le indagini proseguono, mentre i familiari di Pupillo attendono risposte su una vicenda che ha scosso la comunità locale e sollevato interrogativi sulla gestione dei casi critici all'interno delle strutture sanitarie.

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