Coldiretti, Obesity Day: aumentare le ore di educazione alimentare nelle scuole



(Pixabay)

Per ridurre i rischi legati all’obesità e a modelli di consumo sbagliati occorre un impegno verso la prevenzione, aumentando le ore di educazione alimentare nelle scuole e qualificando l’offerta delle mense scolastiche sulla base dei principi della Dieta mediterranea. E’ l’appello lanciato da Coldiretti in occasione dell’Obesity Day 2024 promosso dall’Adi che si celebra il 10 ottobre.

Le mense scolastiche e pubbliche devono essere un luogo per contrastare quel fenomeno sempre più diffuso dell’obesità infantile – rileva Coldiretti -, collegato ad una cattiva alimentazione che riguarda le giovani generazioni, ma anche gli adulti, dove i cibi ultraprocessati stanno prendendo sempre più spazio. Le scuole dovrebbero dunque diventare parte attiva nella concreta diffusione e promozione della Dieta mediterranea, sì Patrimonio dell’Umanità Unesco, ma sempre meno seguita a tavola.

Basti pensare che negli ultimi cinque anni sono spariti dalle tavole delle famiglie italiane quasi 40 chilogrammi di prodotti ortofrutticoli, secondo l’analisi Coldiretti su dati Cso Italy. 

Un fenomeno preoccupante che impatta sulla salute tanto degli adulti quanto delle giovani generazioni, con i consumi che sono crollati sotto la soglia dei 400 grammi al giorno a testa raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per una dieta sana. In Italia meno della metà dei bambini italiani (45%) consuma frutta tutti i giorni mentre la percentuale scende al 31% nel caso della verdura, secondo l’analisi della Coldiretti sull’ultimo rapporto dedicato all’obesità infantile dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Proprio per diffondere modelli di consumo più sostenibili Coldiretti è impegnata a promuovere nelle scuole italiane il progetto Educazione alla Campagna Amica, un percorso educativo che coinvolge oltre mezzo milione di bambini all’anno su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo – conclude la Coldiretti – è quello di formare dei consumatori consapevoli per valorizzare i fondamenti della Dieta Mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermare così il consumo del cibo spazzatura che mette a rischio la salute e fa aumentare l’obesità, ma anche il fenomeno dello spreco, ponendone l’accento sugli alti costi etici ed economici.