ECRI denuncia profilazione razziale in Italia, Mattarella: 'Stupito'

L’ultimo rapporto dell’ECRI (Commissione contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa) ha acceso il dibattito politico in Italia, portando alla luce gravi accuse di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine, xenofobia in vari contesti sociali e un crescente utilizzo di toni ostili nei confronti dei migranti da parte della politica italiana. Il rapporto evidenzia in particolare le attività di sorveglianza mirata contro le comunità rom, definite una forma di “potenziale razzismo istituzionale”.

Stupore e solidarietà istituzionale

In risposta alle critiche, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso il suo "stupore" e ha ribadito la sua "vicinanza e stima" nei confronti delle forze dell’ordine italiane durante una telefonata con il capo della Polizia, Vittorio Pisani. Anche la premier Giorgia Meloni è intervenuta prontamente, difendendo con forza gli agenti con un tweet: "Le nostre forze dell'ordine lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni. Meritano rispetto, non simili ingiurie".

Le reazioni di Piantedosi e Salvini

Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha definito le accuse dell’ECRI come "inaccettabili", affermando che è intollerabile che un’organizzazione internazionale critichi coloro che ogni giorno rischiano la vita per proteggere i cittadini. Piantedosi ha messo in dubbio la comprensione del ruolo del Consiglio d’Europa, sottolineando l’abnegazione delle forze dell’ordine.

Dura anche la reazione del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha etichettato l’ECRI come un “ente inutile” finanziato dai contribuenti italiani. In un post sui social, Salvini ha dichiarato: “Se a questi signori piacciono tanto rom e clandestini, se li portino a casa loro a Strasburgo”. Ha inoltre suggerito di destinare i fondi risparmiati dall’ECRI alla sanità italiana.

Il rapporto ECRI: le accuse di razzismo istituzionale

Secondo il rapporto, pubblicato il 22 ottobre e aggiornato fino ad aprile 2024, le forze di polizia italiane avrebbero compiuto episodi di profilazione razziale, puntando il dito in particolare contro i rom. Il report denuncia come molti di loro vivano ancora in condizioni di marginalità, spesso nelle periferie delle città con scarso accesso ai trasporti pubblici, e siano soggetti a sfratti forzati in violazione degli standard internazionali.

L’ECRI ha anche richiesto al governo italiano di istituire un organismo indipendente per garantire l'uguaglianza razziale, in quanto l’attuale UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) non risponderebbe ai criteri di autonomia necessari per svolgere questo ruolo in modo efficace e imparziale.

La relazione dell'ECRI mette in luce un panorama complesso e controverso, aprendo una nuova fase di confronto tra l'Italia e le istituzioni europee sui temi della discriminazione e dei diritti umani.