BARI - “I fatti degli ultimi giorni che hanno interessato l’acciaieria tarantina dovranno essere oggetto, ancora una volta, di attenzione da parte della Commissione Ambiente della Regione Puglia”. Così il Presidente della Commissione Ambiente Michele Mazzarano, a pochi giorni dal riavvio dell’Altoforno 1 presso lo stabilimento jonico.
“L’osservazione del quadro complessivo pone interrogativi ai quali non possiamo e non dobbiamo sottrarci per evitare di fare gli stessi errori del passato. Nell’ordine cronologico: la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo del 25 giugno scorso dice parole chiare sulla gestione della vertenza: la produzione va bloccata se la salute non è al sicuro, e la previa valutazione dell’impatto sulla salute deve costituire atto interno ai procedimenti di rilascio e riesame dell’autorizzazione all’esercizio. A questo aggiungiamo la conferma del sequestro dell’area a caldo arrivata pochi giorni fa dal Tribunale di Potenza e ancora apprendiamo di nuovi picchi di benzene nell’area industriale di Taranto".
"E’ chiaro che, in un contesto simile, riportare in marcia l’Afo 1 ad un livello che consentirà di incrementare in maniera significativa la produzione, genera non poca preoccupazione, soprattutto alla luce del fatto che l’Autorizzazione Integrata Ambientale è scaduta da tempo. Registriamo inoltre le riserve manifestate, nelle ultime ore, dal gruppo istruttore del Ministero dell’Ambiente con riferimento alla richiesta di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, presentata da Adi. Siamo di fronte ad uno scenario molto problematico e preoccupante che ci impone di riportare il dossier ex Ilva all’attenzione della Commissione Ambiente della Regione Puglia”.
“L’osservazione del quadro complessivo pone interrogativi ai quali non possiamo e non dobbiamo sottrarci per evitare di fare gli stessi errori del passato. Nell’ordine cronologico: la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo del 25 giugno scorso dice parole chiare sulla gestione della vertenza: la produzione va bloccata se la salute non è al sicuro, e la previa valutazione dell’impatto sulla salute deve costituire atto interno ai procedimenti di rilascio e riesame dell’autorizzazione all’esercizio. A questo aggiungiamo la conferma del sequestro dell’area a caldo arrivata pochi giorni fa dal Tribunale di Potenza e ancora apprendiamo di nuovi picchi di benzene nell’area industriale di Taranto".
"E’ chiaro che, in un contesto simile, riportare in marcia l’Afo 1 ad un livello che consentirà di incrementare in maniera significativa la produzione, genera non poca preoccupazione, soprattutto alla luce del fatto che l’Autorizzazione Integrata Ambientale è scaduta da tempo. Registriamo inoltre le riserve manifestate, nelle ultime ore, dal gruppo istruttore del Ministero dell’Ambiente con riferimento alla richiesta di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, presentata da Adi. Siamo di fronte ad uno scenario molto problematico e preoccupante che ci impone di riportare il dossier ex Ilva all’attenzione della Commissione Ambiente della Regione Puglia”.