La malizia, i maliziosi ed i proverbi
VITTORIO POLITO - La malizia è la tendenza e l’inclinazione a commettere il male consapevolmente, un sottile accorgimento o un’azione astuta per raggiungere fini più o meno leciti, finalizzati soprattutto a conseguire propri interessi o a danneggiare gli altri. Insomma sono atteggiamenti furbeschi diretti a carpire la buona fede altrui. Il tutto spesso sotto una veste di correttezza ed onestà.
Secondo Papa Francesco «La malizia con cui in modo premeditato si vuole distruggere la buona fama dell’altro è un veleno mortale» (“Angelus” del 10 giugno 2018).
Il malizioso è colui che usa la malizia nelle sue azioni, nei suoi giudizi, sospetta spesso il male dove non c’è. Sostanzialmente si comporta maliziosamente attraverso sguardi, sorrisi, ecc. con la consapevolezza di far del male, di ingannare, come ad esempio, diffondere maliziosamente una notizia inesatta.
“Malizia” è il titolo di un film realizzato nel 1973 del regista Salvatore Samperi, con Laura Antonelli, Turi Ferro, Alessandro Momo, Tina Aumont, Pino Caruso e Angela Luce, che racconta: «Un vedovo ed il figlio si innamorano entrambi di Angela, la bella governante che lavora da poco in casa loro. Entrambi utilizzano alcune tecniche particolari di seduzione per approcciare la donna e convincerla a concedersi. La giovane, apparentemente ingenua, lascia che i due lottino senza tregua senza mai accontentare i loro desideri».
Secondo i proverbi la malizia è innata e cresce continuamente, affinandosi col tempo e aumentando col crescere della persona malevola, divenendo così abituale.
La malizia viene innanzi con gli anni. L’inclinazione a essere malizioso è un aspetto proprio del carattere di una persona e si manifesta anche in tenera età, quando le facoltà mentali, non ancora sviluppate, non la farebbero sospettare.
Dove non c’è [è] malizia non c’è [è] peccato. L’azione compiuta senza malizia, cioè senza coscienza del male, non è biasimabile, non può essere considerata peccato.
La malizia ogni cosa vizia. Anche ciò che è di per sé innocente viene inquinato dalla malizia. La malizia prende in giro la giustizia. Si fa beffe della giustizia perché si serve della legge nella sua forma di correttezza inserendovi un fine o un’intenzione malvagia.
La malizia genera il suo supplizio. La malizia fa si che anche quando il malizioso agisce sinceramente, non è creduto e viene trattato come perfido. Chi gioca senza malizia torna a casa senza quattrini. Chi gioca con candore, ingenuità, pensando che gli altri non usino trucchi o inganni, facilmente cade vittima di inganni e di impostori.
Chi non ha malizia non vada al mercato. Nella contrattazione c’è sempre un gioco più o meno innocente, nel quale il prezzo di una cosa, la sua qualità vengono determinati dall’abilità di chi vende e di chi compra. Chi non ha questa capacità non è adatto per contrattare e mercanteggiare.