Legambiente Ostuni: 'Il Comune ci ha impedito di partecipare alla Conferenza dei Servizi'


OSTUNI (BR)
- Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota stampa a cura del Circolo Legambiente di Ostuni.

Il "Libero Comitato per la salvaguardia dell’habitat naturale della fascia costiera di Ostuni", in persona del suo Presidente Antonio Suma, il "Circolo Legambiente di Ostuni", in persona del suo Presidente Alessandro Nacci, l’Associazione "Lu Scupariedde" di Ostuni, in persona del suo Presidente Beniamino Farina, l’Associazione "Ostuni Bene Comune", in persona del Suo Presidente Giancarlo Scalone, l’Associazione "Laudato sì", in persona del suo Presidente Francesco Ghionda, l’Associazione "Borgo Ostuni", in persona del suo Presidente Sandra Lanza, "Lamia Santolina Aps", in persona del Presidente Cosimo Terlizzi, intendono portare a conoscenza della cittadinanza ostunese i fatti che seguono.
Il Comune di Ostuni ha da tempo avviato l’iter di adozione e approvazione della variante di adeguamento del nostro vetusto Piano Regolatore Generale (P.R.G.) al Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (P.P.T.R.).
Alcune delle Associazioni scriventi, tutte portatrici di interessi diffusi e collettivi, hanno presentato una serie di Osservazioni a tale variante con l’intento di aumentare le misure di salvaguardia e di tutela del nostro territorio, al fine di evitare nuovi interventi di speculazione edilizia che già in passato hanno drammaticamente e negativamente interessato la città di Ostuni.
Nel corso del Consiglio Comunale del 28.05.2024, venivano discusse e votate le osservazioni pervenute al Comune di Ostuni in ordine alla variante in parola.

In data 09.09.2024, il "Libero Comitato per la salvaguardia dell’habitat naturale della fascia costiera di Ostuni", il "Circolo Legambiente" di Ostuni e l’Associazione "Lu Scupariedde" di Ostuni, fortemente preoccupati per il contenuto di alcune delle Osservazioni votate favorevolmente dal Consiglio Comunale, trasmettevano alla Regione Puglia (Servizi Urbanistica, Paesaggio e Assetto del Territorio), alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Brindisi e Lecce, all’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale e alla Prefettura di Brindisi alcune riflessioni, con le quali rilevavano che la scelta di eliminare alcuni Beni Paesaggistici (B.P.) presenti sul territorio comprometteva "irreversibilmente le possibilità di sviluppo ecosostenibile del territorio ostunese", con il concreto rischio di "nuovi e consistenti interventi edilizi generativi di ulteriore consumo di suolo, peraltro in un territorio già fortemente compromesso".
In data 17.10.2024, con nota n. 0083519/2024, veniva pubblicato sull’Albo Pretorio del Comune di Ostuni, l’avviso di indizione della Conferenza dei Servizi, laddove, tra l’altro, si precisava che "qualunque soggetto, portatore di interessi pubblici o privati, nonché i portatori di interessi diffusi costituiti in associazioni o comitati , cui possa derivare un pregiudizio dal progetto esaminato nella conferenza dei servizi, hanno facoltà di intervenire nel procedimento" e che "nel periodo di pubblicazione del presente atto e fino al giorno precedente la conferenza, i soggetti che intendono partecipare al procedi mento possono prendere visione del progetto ed estrarre copia dei documenti d'interesse, presentare memorie scritte e documenti nonché chiedere audizione" (testuale).

Con comunicazione p.e.c. del 22.10.2024, pertanto, le Associazioni scriventi dichiaravano di intervenire nella Conferenza dei Servizi del giorno successivo, chiedevano audizione e trasmettevano documentazione scritta.
Con comunicazione p.e.c. del medesimo giorno, il Dirigente del Comune di Ostuni ing. Leonardo Scatigna, Responsabile del Procedimento, comunicava che "la richieste di partecipazione pervenute devono essere rigettate" per "l’inapplicabilità degli istituti della partecipazione al procedimento amministrativo alla pianificazione …".
Con p.e.c. del 22.10.2024, le scriventi Associazioni riscontravano tale missiva precisando che, avendo le stesse comunicato la volontà di partecipare, non residuava in capo al Responsabile del Procedimento alcun potere di diniego, confermando quindi la lor o presenza all’avvio dei lavori della Conferenza dei Servizi.
Il 23 ottobre 2024, quindi, Sandra Lanza in rappresentanza dell’Associazione "Borgo Ostuni", Antonio Suma, in rappresentanza del "Libero Comitato per la salvaguardia dell’habitat naturale della fascia costiera di Ostuni" e Alessandro Nacci, in rappresentanza del "Circolo Legambiente" di Ostuni, si recavano in Bari presso la sede di convocazione della Conferenza.
Sorprendentemente, tuttavia, l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Ostuni comunicava loro che a suo parere non avrebbero potuto partecipare alla Conferenza, riferendo che in ogni caso su tale questione avrebbe deciso il Sindaco.

Il Sindaco del Comune di Ostuni, giunto qualche minuto dopo, riferiva rapidamente e bruscamente ai comparenti che non avrebbero potuto intervenire alla Conferenza, neppure come semplici auditori e si portava all’interno della sala riunioni ove si sarebbe di lì a poco tenuta la Conferenza dei Servizi.
Questi i fatti accaduti, in ragione dei quali si impongono alcune riflessioni.
La Conferenza dei Servizi in questione dovrà occuparsi di valutare il progetto di variante al Piano Regolatore Generale relativo all’intero territorio del Comune di Ostuni: si tratta, dunque, di una procedura che inevitabilmente influirà sugli interessi e le aspettative dell’intera collettività ostunese e non solo dei singoli soggetti proponenti.
Per tale ragione, il Comune di Ostuni avrebbe dovuto garantire l’effettiva partecipazione delle Associazioni e, in particolar modo, di quelle che hanno offerto e prodotto "Osservazioni" e rilievi critici al solo scopo di tutelare interessi diffusi e collettivi.
Al contrario, avere letteralmente chiuso la porta in faccia alle Associazioni rappresenta uno schiaffo ai principi di trasparenza amministrativa e di partecipazione, troppo spesso teorizzati e inapplicati.
Spiace, poi, che a farlo sia stato il Sindaco del Comune di Ostuni, il quale nel corso del Consiglio Comunale del 28.05.2024 ha dovuto ripetutamente astenersi dal voto sulle "Osservazioni" a vendo interessi diretti e specifici all’approvazione di alcune delle varianti più significative e potenzialmente più dannose per il nostro territorio.

Ci si riferisce, in particolare, ai voti che hanno interessato la località "Lamasanta" del territorio di Ostuni, a seguito dei quali sono stati rimossi da tale area il Bene Paesaggistico "Bosco", nonostante la presenza in loco di un bosco di
Olivastro e Lentisco e una pineta di Pino di Aleppo censiti nella "Carta delle tipologie forestali presenti sul territorio regionale", e il Bene Paesaggistico "Fiumi, torrenti e acque pubbliche" nonostante la presenza del Torrente Lamasanta censito nel P.P.T.R. e nel P.A.I. redatto dall’Autorità di Bacino.
E’, invero, a tutti noto che l’area di Lamasanta è interessata da un progetto di edificazione che, nella malaugurata ipotesi di compimento, comprometterà irrimediabilmente una porzione di territorio di importantissima valenza paesaggistica e naturalistica.
Altrettanto noto è che il consumo di suolo in Ostuni è un problema grosso come una casa, anzi come tante , troppe, case: osservando i dati riportati sul portale sul consumo di suolo in Italia realizzato dall’Istituto Superiore per la programmazione e ricerca ambientale (I.S.P.R.A.) e dal Sistema Nazionale di Protez ione Ambientale (S.N.P.A.), nel 2019 la percentuale di consumo di suolo nel comune di Ostuni era pari al 10,5%, sensibilmente superiore a quella regionale, comunque tra le più alte d’Italia, pari all’8,1%. Nel periodo dal 2006 al 2021, la Puglia è la regione italiana con la percentuale più alta di nuovo suolo consumato (9,5%) e la provincia di Brindisi è in testa a tale classifica con il 13,9% (fonte: https://ambientenonsolo.com/consumo -di-suolo-inarrestabile/). Se si prende in considerazione, poi, il terri torio compreso nella fascia da 0 a 300 metri dalla costa, il suolo consumato in Ostuni è pari al 26,8%, mentre nella fascia dai 300 ai 1000 metri dalla costa, il consumo di suolo è pari al 17,3%. In altri termini, nel Comune di Ostuni risultano essere stati consumati a oggi già 152 ettari di fascia costiera.

È, quindi, evidente che l’interesse collettivo dei cittadini ostunesi è senza alcun dubbio quello di evitare nuovi consumi di suolo e, semmai, occuparsi della riqualificazione e riconversione del costruito esistente, salvaguardando i beni paesaggistici presenti e già censiti e istituendone di nuovi.
Al contrario, molte delle osservazioni presentate e accolte dal Consiglio Comunale nella ridetta seduta hanno inteso ridurre e declassificare alcuni beni paesaggistici presenti sul territorio , con innegabili negative ripercussioni rispetto all’obiettivo sopra detto e in evidente contrasto con le salvaguardie, le tutele e le norme di utilizzo previste dal P.P.T.R. della Regione Puglia a cui si intende adeguare il vetusto strumento urbanistico ostunese.
E proprio per tutte queste ragioni la scelta di impedire la partecipazione alla Conferenza dei Servizi appare errata e illogica.
Di cosa ha paura il Comune di Ostuni? Cosa teme il Sindaco del Comune di Ostuni?
Sono domande legittime che scaturiscono dai fatti descritti e alle quali sarà necessario rispondere.

 

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto