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Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che introduce modifiche importanti in materia di rimpatri e sicurezza dei migranti, rendendo primaria la normativa sui cosiddetti "Paesi sicuri". In precedenza, l’elenco dei Paesi sicuri era aggiornato annualmente con un decreto interministeriale, ma ora è parte di una legge vera e propria, il che significa che non potrà essere disapplicato dai giudici, salvo ricorso alla Corte Costituzionale. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha spiegato che con questo provvedimento il giudice non può ignorare la norma, salvo ritenere che essa violi la Costituzione.
Questa mossa del governo di Giorgia Meloni segue il recente caso che ha coinvolto l'Albania: 16 migranti, inizialmente trasferiti nel centro di permanenza per il rimpatrio di Gjader, sono stati riportati in Italia dopo che il Tribunale di Roma non ha convalidato i provvedimenti di trattenimento, ritenendo insicuri i Paesi di provenienza, Egitto e Bangladesh, nonostante siano considerati sicuri dal governo italiano. Il nuovo decreto, che inserisce questi Paesi in una norma primaria, mira a evitare simili disapplicazioni future e rafforzare il "modello Albania" promosso dall’esecutivo.
La nuova lista dei Paesi sicuri
Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri ha aggiornato l'elenco dei Paesi sicuri per il rimpatrio, ora composto da 19 Stati. Rispetto alla precedente versione, sono stati rimossi Camerun, Colombia e Nigeria, poiché contengono aree non sicure. I Paesi sicuri vengono individuati in base a criteri stabiliti dalla normativa europea e alle informazioni fornite dalle organizzazioni internazionali competenti.
Ecco la lista aggiornata: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d'Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia.
Le dichiarazioni del governo
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha sottolineato che il passaggio della lista dei Paesi sicuri a norma primaria offre ai giudici un parametro fisso, evitando interpretazioni soggettive che in passato hanno portato a decisioni discordanti, come nel caso dell’Albania. Piantedosi ha poi aggiunto che il provvedimento tiene conto delle aree non sicure in alcuni Paesi e che dal 2026 entrerà in vigore un regolamento europeo che definirà i Paesi sicuri in base alla percentuale di approvazione delle domande di asilo, che dovrà essere inferiore al 20%.
Anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha confermato che l’elenco dei Paesi è stato rivisto alla luce della sentenza della Corte di giustizia europea, escludendo quelli con aree territoriali non sicure, come Nigeria, Camerun e Colombia.
Il decreto, che ora dovrà passare al vaglio del Quirinale, rappresenta un ulteriore passo nel rafforzamento delle politiche migratorie del governo, con l’obiettivo di rendere più efficace il sistema di rimpatrio e garantire maggiore sicurezza e chiarezza giuridica.