Molfetta, impiantati tre neuromodulatori sacrali in pazienti affetti da patologie urologiche


BARI – Anche nell’Ospedale di Molfetta, dopo Di Venere e Monopoli, è ora possibile impiantare un nuovo sistema di Neuromodulazione Sacrale in grado di risolvere problematiche urologiche che impattano notevolmente nella quotidianità. Un’innovazione importante che, grazie all’uso di nuove tecnologie e all’esperienza clinica degli operatori nei diversi Centri specializzati della ASL Bari, può migliorare sensibilmente la vita delle persone. Nei giorni scorsi, l’équipe dell’unità operativa complessa di Urologia, diretta dal dr. Alfonso Lorusso, ha impiantato dei neuromodulatori sacrali di ultima generazione in tre pazienti affetti da incontinenza urinaria e ritenzione urinaria cronica.

Il nuovo dispositivo è un pacemaker impiantabile in caso di disfunzioni vescicali: quando la vescica funziona troppo (incontinenza urinaria) o funziona poco (ritenzione urinaria) è stimolata dal neuromodulatore sacrale, che viene impiantato dopo aver eseguito un test di prova preliminare con esito favorevole. I tre pazienti sono stati già dimessi con risultato positivo e la ripresa della normale funzionalità.

Il neuromodulatore di ultima generazione è un’apparecchiatura di facile gestione, ha una batteria che dura circa 10 anni (migliorata rispetto al precedente dispositivo che ne durava 2), consente numerose impostazioni di controllo con un telecomando ed è compatibile, nel caso in cui si presenti la necessità, con la risonanza magnetica. Inoltre, per la ASL è rilevante il vantaggio in termini di costi-benefici sia per la lunga vita della batteria sia perchè il paziente non è sottoposto ad interventi multipli. Per tale motivo, queste apparecchiature sono già applicate da diversi anni e con ottimi risultati dal dr. Giuseppe Masiello nell’Urologia dell’Ospedale “Di Venere” di Bari, diretta dal dr. Vito Ricapito (direttore del Dipartimento Nefrourologico), e nell’Urologia del “San Giacomo” di Monopoli, dove opera il dr. Gabriele Alberto Saracino.

Gli interventi di Molfetta sono stati eseguiti dal dr. Vito Mancini, da poco in servizio presso la stessa Urologia: uno specialista che da tempo si occupa di patologie funzionali della vescica e trattamento avanzato delle patologie della continenza urinaria in pazienti neurologici e non neurologici.

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