FOGGIA - Migliorare la qualità delle prestazioni del reparto di Neuropsichiatria dell’Infanzia e
dell’Adolescenza (NPIA) del Policlinico Foggia e il supporto a utenti e famiglie durante la
degenza. Con questi obiettivi è stato avviato un progetto per pazienti con disturbi del
comportamento alimentare (DCA) che ha portato all'ingresso in reparto di tre nuovi
professionisti sanitari: una educatrice professionale e due tecnici della riabilitazione
psichiatrica.
Il progetto è stato avviato su proposta della direttrice del reparto Anna Nunzia Polito e sotto la supervisione della responsabile del servizio DCA Ombretta Castriota e dello psicologo della Struttura complessa Aldo Scirano.
L'iniziativa è stata promossa anche grazie alla collaborazione della dottoressa Cristina Sponzilli (dirigente medico della direzione sanitaria) e della dottoressa Maria Angela Ioakim (direzione strategica).
"I tre professionisti sanitari nel caso specifico dei DCA - spiega la direttrice Anna Nunzia Polito - monitorano l’andamento generale del trattamento, agendo come mediatori nella relazione d’aiuto tra pazienti e operatori. L’educatrice, attraverso tecniche di ascolto attivo, segue le aspirazioni e i desideri del degente, prepara attività formative in linea con il progetto al fine di promuoverne il reinserimento sociale. Il tecnico della riabilitazione psichiatrica, invece, si occupa della gestione dei momenti difficili del paziente o dei caregiver fornendo informazioni utili nella gestione dell’ansia, della rabbia o delle paure".
I tre professionisti, alternandosi, conducono il momento del pasto assistito tramite prompt (suggerimenti) verbali o gestuali che, attraverso il fading, andranno a sfumare per promuovere nuovamente l’autonomia del paziente. Grazie allo stretto contatto con i pazienti, si crea quella fiducia informale che risulta utilissima a medici e psicologi per poter interpretare in modo più completo le dinamiche che si creano nella relazione d’aiuto.
Applicando interventi basati su tecniche cognitivo-comportamentali, social skill training, comunicazione assertiva, gestione delle emozioni, incontri psico-educazionali di gruppo con pazienti e genitori nonché attività ludiche volte ad alleviare la degenza e alleggerire il carico dei familiari, l’educatrice professionale e i due tecnici della riabilitazione psichiatrica, hanno svolto il proprio incarico con la piena collaborazione dell’équipe multidisciplinare e con tutto il personale operante in reparto.
Al termine di ogni degenza pazienti e caregiver sono stati invitati a compilare un questionario di gradimento anonimo diviso per item e aree di giudizio, al fine di ricevere feedback e dati utili a un riscontro obiettivo del progetto.
Lo scoring ha evidenziato ottimi risultati in tutti gli item proposti: la disponibilità (92,8%), la capacità di ascolto (85,7%), il supporto emotivo e pratico durante la degenza (82,1%), l’utilità delle attività educative (82,1%), l’utilità delle attività ricreative (85,7%).
"In ultima analisi - conclude la direttrice del reparto - è stato chiesto ai degenti con ricoveri nei tre anni precedenti se avessero riscontrato maggiore leggerezza nell’ultimo ricovero appena concluso. I risultati hanno sottolineato un maggior sostegno, una maggiore comprensione e socializzazione con una percentuale del 100% dei questionari dispensati".
Il progetto è stato avviato su proposta della direttrice del reparto Anna Nunzia Polito e sotto la supervisione della responsabile del servizio DCA Ombretta Castriota e dello psicologo della Struttura complessa Aldo Scirano.
L'iniziativa è stata promossa anche grazie alla collaborazione della dottoressa Cristina Sponzilli (dirigente medico della direzione sanitaria) e della dottoressa Maria Angela Ioakim (direzione strategica).
"I tre professionisti sanitari nel caso specifico dei DCA - spiega la direttrice Anna Nunzia Polito - monitorano l’andamento generale del trattamento, agendo come mediatori nella relazione d’aiuto tra pazienti e operatori. L’educatrice, attraverso tecniche di ascolto attivo, segue le aspirazioni e i desideri del degente, prepara attività formative in linea con il progetto al fine di promuoverne il reinserimento sociale. Il tecnico della riabilitazione psichiatrica, invece, si occupa della gestione dei momenti difficili del paziente o dei caregiver fornendo informazioni utili nella gestione dell’ansia, della rabbia o delle paure".
I tre professionisti, alternandosi, conducono il momento del pasto assistito tramite prompt (suggerimenti) verbali o gestuali che, attraverso il fading, andranno a sfumare per promuovere nuovamente l’autonomia del paziente. Grazie allo stretto contatto con i pazienti, si crea quella fiducia informale che risulta utilissima a medici e psicologi per poter interpretare in modo più completo le dinamiche che si creano nella relazione d’aiuto.
Applicando interventi basati su tecniche cognitivo-comportamentali, social skill training, comunicazione assertiva, gestione delle emozioni, incontri psico-educazionali di gruppo con pazienti e genitori nonché attività ludiche volte ad alleviare la degenza e alleggerire il carico dei familiari, l’educatrice professionale e i due tecnici della riabilitazione psichiatrica, hanno svolto il proprio incarico con la piena collaborazione dell’équipe multidisciplinare e con tutto il personale operante in reparto.
Al termine di ogni degenza pazienti e caregiver sono stati invitati a compilare un questionario di gradimento anonimo diviso per item e aree di giudizio, al fine di ricevere feedback e dati utili a un riscontro obiettivo del progetto.
Lo scoring ha evidenziato ottimi risultati in tutti gli item proposti: la disponibilità (92,8%), la capacità di ascolto (85,7%), il supporto emotivo e pratico durante la degenza (82,1%), l’utilità delle attività educative (82,1%), l’utilità delle attività ricreative (85,7%).
"In ultima analisi - conclude la direttrice del reparto - è stato chiesto ai degenti con ricoveri nei tre anni precedenti se avessero riscontrato maggiore leggerezza nell’ultimo ricovero appena concluso. I risultati hanno sottolineato un maggior sostegno, una maggiore comprensione e socializzazione con una percentuale del 100% dei questionari dispensati".