ROMA – Il Coordinamento Provinciale di Libera esprime la propria gratitudine per l’operazione “Mare e Monti”, condotta dalla Polizia di Stato, dall’Arma dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza sotto la direzione della Direzione Nazionale Antimafia e della D.D.A. di Bari. Questa operazione ha portato all’arresto di 39 individui, sgominando uno dei clan più pericolosi della mafia garganica e costituendo una risposta decisa dello Stato alla minaccia della cosiddetta “quarta mafia”.
Come afferma Libera, l’operazione odierna conferma la pervasività e l’insidiosità di questa organizzazione mafiosa, che ha messo radici in vari settori dell’economia locale, dal turismo all’edilizia, contaminando nel corso degli anni anche la politica locale. Il clan, definito come “accreditato anche fuori regione”, viene percepito come un’entità temibile non solo dai gruppi rivali, ma anche dalla popolazione locale, che avverte la pressione mafiosa come ineluttabile.
Questa realtà ha portato a una “arrendevolezza delle vittime” e della comunità. La mobilitazione avvenuta l’11 novembre 2023 a Manfredonia aveva l’obiettivo di sensibilizzare tutti sulla pericolosità e l’efferatezza della mafia locale, cercando di stimolare una presa di coscienza collettiva capace di generare impegno e speranza. L’operazione di oggi ha confermato ulteriormente la pervasività e la violenza dei clan, sottolineando l’importanza del percorso intrapreso insieme.
Tuttavia, l’operazione ha anche evidenziato un dato allarmante: il reclutamento e la formazione di minorenni da parte dei clan garganici. Questo fenomeno, in crescita nel territorio, rappresenta una minaccia per il futuro dei giovani, soffocando le loro speranze di una vita libera e dignitosa. Libera sottolinea l'urgenza di un impegno collettivo per affrontare il disagio giovanile, ascoltando i ragazzi e mettendo al centro delle politiche educative e sociali i loro bisogni.
La significativa azione giudiziaria odierna serve da monito: lo Stato è presente e sta compiendo progressi nel contrasto alle mafie. Tuttavia, il compito di combattere la criminalità non può essere delegato unicamente alla magistratura e alle forze dell’ordine. È fondamentale costruire una rete di resistenza civile, economica e culturale che coinvolga l’intera comunità, inclusi amministratori, imprenditori, associazioni, parrocchie, scuole e cittadini.
Se, come evidenziato dall’inchiesta, le mafie cercano di evolversi e “fare il salto di qualità”, è fondamentale che tutti noi rimaniamo vigili e attenti, creando anticorpi capaci di isolare mafia e corruzione. Solo unendo le forze potremo proteggere il nostro territorio e liberarlo dal giogo della criminalità organizzata.
Come afferma Libera, l’operazione odierna conferma la pervasività e l’insidiosità di questa organizzazione mafiosa, che ha messo radici in vari settori dell’economia locale, dal turismo all’edilizia, contaminando nel corso degli anni anche la politica locale. Il clan, definito come “accreditato anche fuori regione”, viene percepito come un’entità temibile non solo dai gruppi rivali, ma anche dalla popolazione locale, che avverte la pressione mafiosa come ineluttabile.
Questa realtà ha portato a una “arrendevolezza delle vittime” e della comunità. La mobilitazione avvenuta l’11 novembre 2023 a Manfredonia aveva l’obiettivo di sensibilizzare tutti sulla pericolosità e l’efferatezza della mafia locale, cercando di stimolare una presa di coscienza collettiva capace di generare impegno e speranza. L’operazione di oggi ha confermato ulteriormente la pervasività e la violenza dei clan, sottolineando l’importanza del percorso intrapreso insieme.
Tuttavia, l’operazione ha anche evidenziato un dato allarmante: il reclutamento e la formazione di minorenni da parte dei clan garganici. Questo fenomeno, in crescita nel territorio, rappresenta una minaccia per il futuro dei giovani, soffocando le loro speranze di una vita libera e dignitosa. Libera sottolinea l'urgenza di un impegno collettivo per affrontare il disagio giovanile, ascoltando i ragazzi e mettendo al centro delle politiche educative e sociali i loro bisogni.
La significativa azione giudiziaria odierna serve da monito: lo Stato è presente e sta compiendo progressi nel contrasto alle mafie. Tuttavia, il compito di combattere la criminalità non può essere delegato unicamente alla magistratura e alle forze dell’ordine. È fondamentale costruire una rete di resistenza civile, economica e culturale che coinvolga l’intera comunità, inclusi amministratori, imprenditori, associazioni, parrocchie, scuole e cittadini.
Se, come evidenziato dall’inchiesta, le mafie cercano di evolversi e “fare il salto di qualità”, è fondamentale che tutti noi rimaniamo vigili e attenti, creando anticorpi capaci di isolare mafia e corruzione. Solo unendo le forze potremo proteggere il nostro territorio e liberarlo dal giogo della criminalità organizzata.