BARI - Con una suggestiva cerimonia sabato 26 maggio 2024
l’abate P.D. Paolo Maria Gionta O.S.B. ha ricevuto la
Benedizione abbaziale dalle mani di S.E. Mons. Giuseppe
Favale, vescovo di Conversano-Monopoli, alla presenza di
arcivescovi, vescovi, abati, autorità civili, oblati benedettini
ed un gran numero di fedeli che gremiva la chiesa.
“Eletto Abate dalla Comunità del Monastero, Egli viene – ha detto il vescovo Favale – per promuovere amore, essere guida, modello di vita, tracciare un itinerario per respirare la presenza immanente di Dio, costruire, insieme, la pace interiore attraverso la meditazione-realizzazione del Vangelo e della Regola. Una realtà provvidenziale spirituale e sociale, assetata di giustizia, fraternità e pace aperta anche alla comunità. Chi è Abate fa le veci di Cristo per insegnare ai fratelli, fedeltà, spirito di sacrificio, mitezza, indicare via, verità e vita, per servire, pascere (come dice S. Agostino) ed amare, caro abate Paolo, sia il Signore Gesù sia il modello di vita nuova secondo la parola espressa nella sua Vita e nel Vangelo”.
Il Vescovo ha pubblicamente esaminato l’eletto abate: “Vuoi insegnare, condurre a Dio, custodire i beni del Monastero, attestare in tutto e per sempre la santa… invoco che lo Spirito ti ricolmi dei suoi doni per compiere il servizio abbaziale”. Quindi ha benedetto e consegnato una copia della Regola, l’Anello, segno di fedeltà, la mitra, il pastorale perché sii sollecito con i fratelli “che ti sono affidati dal Signore… di essi dovrai rendere conto nell’ultimo giorno”.
“L’evento - ha detto l’abate Gionta - segna soprattutto una fase nuova che richiede e diventa preghiera perché la Comunità che mi accoglie cresca nel merito e nel numero, nel lavoro in comune. Sono qui per servire, cari fratelli, per crescere insieme sulle orme della Regola del nostro padre Benedetto”.
L’abate Gionta, ligure, è entrato, all’età di 20 anni, nell’Abbazia di Santa Maria della Castagna di Genova dove ha studiato e, nel seminario di Genova, si è specializzato in Teologia, materia che ha perfezionato ulteriormente a Roma. Divenuto sacerdote nel 1996, subito dopo è nominato priore dell’Abbazia benedettina della Novalesa (To), incarico ricoperto per 17 anni; in seguito diviene Procuratore della Curia Generale benedettina in Sant’Ambrogio a Roma fino al giorno della sua elezione abbaziale (un mese fa).
“Eletto Abate dalla Comunità del Monastero, Egli viene – ha detto il vescovo Favale – per promuovere amore, essere guida, modello di vita, tracciare un itinerario per respirare la presenza immanente di Dio, costruire, insieme, la pace interiore attraverso la meditazione-realizzazione del Vangelo e della Regola. Una realtà provvidenziale spirituale e sociale, assetata di giustizia, fraternità e pace aperta anche alla comunità. Chi è Abate fa le veci di Cristo per insegnare ai fratelli, fedeltà, spirito di sacrificio, mitezza, indicare via, verità e vita, per servire, pascere (come dice S. Agostino) ed amare, caro abate Paolo, sia il Signore Gesù sia il modello di vita nuova secondo la parola espressa nella sua Vita e nel Vangelo”.
Il Vescovo ha pubblicamente esaminato l’eletto abate: “Vuoi insegnare, condurre a Dio, custodire i beni del Monastero, attestare in tutto e per sempre la santa… invoco che lo Spirito ti ricolmi dei suoi doni per compiere il servizio abbaziale”. Quindi ha benedetto e consegnato una copia della Regola, l’Anello, segno di fedeltà, la mitra, il pastorale perché sii sollecito con i fratelli “che ti sono affidati dal Signore… di essi dovrai rendere conto nell’ultimo giorno”.
“L’evento - ha detto l’abate Gionta - segna soprattutto una fase nuova che richiede e diventa preghiera perché la Comunità che mi accoglie cresca nel merito e nel numero, nel lavoro in comune. Sono qui per servire, cari fratelli, per crescere insieme sulle orme della Regola del nostro padre Benedetto”.
L’abate Gionta, ligure, è entrato, all’età di 20 anni, nell’Abbazia di Santa Maria della Castagna di Genova dove ha studiato e, nel seminario di Genova, si è specializzato in Teologia, materia che ha perfezionato ulteriormente a Roma. Divenuto sacerdote nel 1996, subito dopo è nominato priore dell’Abbazia benedettina della Novalesa (To), incarico ricoperto per 17 anni; in seguito diviene Procuratore della Curia Generale benedettina in Sant’Ambrogio a Roma fino al giorno della sua elezione abbaziale (un mese fa).