Pugno duro del Governo per tutelare i giovani dai pericoli di internet: le idee sul tavolo

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Di recente in Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera si è discusso della possibilità di modificare la legge 977 del 1967, qella che riguarda l’impiego dei minori in ambito di piattaforme digitali di condivisione di contenuti multimediali, nonché la disposizione sulla diffusione di immagini e contenuti multimediali agli stessi minori. Obiettivo dichiarato, quello di ridefinire il rapporto che oggi intrattengono i giovani con internet, i social e via dicendo.

Come riporta Gaming Report, che ha analizzato la proposta di legge all’interno di un focus sulla relazione su Internet e i giovani, la relatrice Giulia Pastorella è stata perentoria sul tema: l’esposizione ad internet resta legata ai social, su tutti il popolarissimo TikTok, il più inflazionato per la fascia d’età che va dai 13 ai 16 anni. Le proposte di revisione legislativa riguardano anche fenomeni recenti come quello dei baby influencer o del gaming online, divenuto oramai un passatempo sbandierato per tutti, non esclusi i giovanissimi.

Sotto la lente anche il fenomeno dello Sharenting: trattasi della condivisione che i genitori fanno di contenuti riguardanti i propri figli su internet. Un business autentico, in cui gli adulti guadagnano sui contenuti dei propri figli. E da qui alla camera la proposta di legge che prevede la possibilità di blindare i guadagni ottenuti dall’esposizione dei minori, concedendo ai ragazzi il diritto all’oblio digitale. Una pratica che, reiterata, ha conseguenze grosse e dannose soprattutto dal punto di vista psicologico.

Si è parlato, tanto, anche di gaming online, dove invece il minore cede i propri dati personali, o una parte di essi. In Italia, si legge ancora su Gaming Report, recenti indagini portate avanti da Samsung hanno evidenziato come per il 49% dei videogiocatori italiani il gaming sia essenzialmente una questione di socializzazione: stringere amicizie, creare legami, connettersi. Giocano tutti, per quello che è uno straordinario fenomeno social.

Anche qui non mancano proposte: su tutte la necessità di un intervento legislativo che regolamenti l’approccio dei minori al gioco digitale. Da qui l’idea della deputata Madia di inserire una serie di obblighi per i fornitori di società di informazione per tutelare i minori dai rischi del cyberspazio. In parole povere la verifica dell’età dei propri utenti, l’introduzione di funzionalità che permettano ai minori di 15 anni l’attivazione di un canale di comunicazione vocale e testuale con numeri di emergenza per l’infanzia (il 114).

Lo stesso testo proposto disciplina il regime giuridico dei contratti conclusi tra i fornitori di servizi di informazione e i minori. Inoltre si sancisce la nullità degli accordi conclusi con minori di 15 anni, salvo se non sottoscritti da chi ne esercita la patria potestà. Infine si va verso l’abrogazione del codice in materia di protezione dei dati personali, relativi all’età minima del consenso digitale. Una serie di norme che, approvate, andrebbero a rivoluzionare il panorama del gioco italiano.