BARI - Concertista in grande ascesa, il pianista lucano Raffaele D’Angelo, classe 1999, perfezionatosi a Imola con Ingrid Fliter e Alessandro Taverna, è il protagonista del nuovo appuntamento della rassegna MusicAperta promossa dall’associazione Misurecomposte diretta da Flavio Maddonni. L’appuntamento è per domenica 13 ottobre (ore 20), a Ceglie del Campo - Bari, nella sede dell’associazione Nova Artistudium, partner nella realizzazione del concerto, promosso in collaborazione con l’assessorato alle Culture del Comune di Bari. Un recital per il quale D’Angelo, una carriera già intensa contrassegnata da esibizioni in luoghi prestigiosi come la Grosser Saal del Mozarteum di Salisburgo e la Philharmonie di Berlino, propone musiche di Schubert Debussy e Busoni.
La serata si aprirà, dunque, nel segno di Franz Schubert con la Sonata D 664, abbagliante nella sua affascinante ingenuità. Schubert si dedicò intensamente alla forma sonata nel 1818/19, periodo cui si riferisce questa pagina, la cui creazione risale probabilmente all’estate del 1819, quindi più o meno allo stesso periodo del celebre Quintetto «La Trota». E non sorprende che la Sonata D 664 trasmetta una serena sensazione primaverile, pur richiedendo un notevole sforzo tecnico all’interprete.
Seguirà la suite «Pour le piano» comprendente un Preludio, una Sarabanda e una Toccata, tra i primi capolavori di Debussy per il «suo» strumento prediletto. D’altronde, il titolo rende chiaramente omaggio agli ottantotto tasti, come accadrà più tardi con «En blanc et noir». Debussy rinuncia sia al retaggio romantico che all’estetica di stampo franckiano per attingere alle strutture chiare e ben definite del Diciottesimo secolo.
A chiudere, la «Suite campestre» op. 18 di Ferruccio Busoni, la cui più feconda stagione compositiva coincide con la propria fanciullezza. Infatti, questa Suite venne composta da Busoni a dodici anni e consta di cinque brani descritti da titoli programmatici, «Canzone villereccia del mattino», «La caccia», «L’orgia», «Il ritorno» e «Preghiera della sera».
L’ingresso è libero. Info 347.4567734.
La serata si aprirà, dunque, nel segno di Franz Schubert con la Sonata D 664, abbagliante nella sua affascinante ingenuità. Schubert si dedicò intensamente alla forma sonata nel 1818/19, periodo cui si riferisce questa pagina, la cui creazione risale probabilmente all’estate del 1819, quindi più o meno allo stesso periodo del celebre Quintetto «La Trota». E non sorprende che la Sonata D 664 trasmetta una serena sensazione primaverile, pur richiedendo un notevole sforzo tecnico all’interprete.
Seguirà la suite «Pour le piano» comprendente un Preludio, una Sarabanda e una Toccata, tra i primi capolavori di Debussy per il «suo» strumento prediletto. D’altronde, il titolo rende chiaramente omaggio agli ottantotto tasti, come accadrà più tardi con «En blanc et noir». Debussy rinuncia sia al retaggio romantico che all’estetica di stampo franckiano per attingere alle strutture chiare e ben definite del Diciottesimo secolo.
A chiudere, la «Suite campestre» op. 18 di Ferruccio Busoni, la cui più feconda stagione compositiva coincide con la propria fanciullezza. Infatti, questa Suite venne composta da Busoni a dodici anni e consta di cinque brani descritti da titoli programmatici, «Canzone villereccia del mattino», «La caccia», «L’orgia», «Il ritorno» e «Preghiera della sera».
L’ingresso è libero. Info 347.4567734.