SAN SEVERO - Centinaia di persone si sono unite ieri sera a San Severo per partecipare alla fiaccolata organizzata dall'amministrazione comunale in ricordo di Celeste Palmieri, la 56enne uccisa dal marito, Mario Furio, 59 anni, che si è poi tolto la vita. La tragedia, avvenuta il 18 ottobre, ha scosso profondamente la comunità . I partecipanti hanno marciato in silenzio, stringendo fiaccole tra le mani, in un corteo che è partito dal parcheggio del supermercato in via Salvemini, luogo del delitto, e ha attraversato la città fino a raggiungere piazza Municipio.
La sindaca di San Severo, Lydia Colangelo, in prima linea durante la manifestazione, ha espresso il desiderio che l’abbraccio collettivo alla famiglia di Celeste continui ben oltre questa commemorazione. “Non deve fermarsi qui, ma continuare ogni giorno, sia a livello psicologico che economico”, ha dichiarato la prima cittadina, visibilmente commossa.
La figlia di Celeste, Giusy, ha preso la parola durante la serata, pronunciando parole cariche di forza e dolore: “Lo faccio per i miei figli. Insegnerò loro a non accettare mai nemmeno uno schiaffo, perché tutto inizia da lì. Il perdono è importante, ma non l’accettazione della violenza”. Il suo appello è stato accolto con grande partecipazione dai presenti, che hanno condiviso il messaggio di resistenza contro la violenza sulle donne.
Simbolo di questa battaglia è stata la panchina rossa davanti a piazza Municipio, adornata con nastri, una corona di fiori e un paio di scarpe rosse, segno tangibile della lotta contro il femminicidio.
La fiaccolata è stata un momento toccante per l’intera comunità di San Severo, che si è stretta attorno ai familiari di Celeste, in un atto di solidarietà collettiva e di condanna verso ogni forma di violenza.