Torna il FeSTa con 'Itinerando tra l’Appia e il Mare'


TARANTO - Torna il “FeSTa”, il Festival di Storia Tarantina la cui quarta edizione ha un titolo suggestivo: “Itinerando tra l’Appia e il Mare”.

Infatti quest’anno l’importante manifestazione, in programma da martedì 29 a giovedì 31 ottobre, nasce in occasione del recente inserimento dell’Appia Antica, la Regina Viarum nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, frutto di un lungo processo di candidatura interamente promossa e finanziata dal Ministero della Cultura.

Il Festival è interamente gratuito e si articola in tre giornate con incontri calendarizzati dal mattino alla sera, in diversi luoghi strategici che possano valorizzare meglio il tema scelto: non si tratta dunque di una semplice rassegna di eventi, ma di una “festa” (l’acronimo FeSTa ne è la sintesi) nel vero senso del termine.

Si inizia martedì 29 ottobre, presso il Chiostro dell’ex Convento di Sant’Antonio, dove alle ore 9.00 ci sarà l’inaugurazione cui seguirà il convegno “Taranto e l’Appia”; nella stessa location alle 17.00 ci sarà l’inaugurazione della mostra documentaria “Itinerando tra l’Appia e il Mare”.

Mercoledì 30 ottobre alle ore 9.00, presso la sede universitaria in Via Duomo a Taranto, si terrà il laboratorio ludico “Giocando con la Storia”, in collaborazione con la Società Italiana Didattica della Storia e del Dipartimento Jonico in SGE di Uniba, un’attività rivolta ai docenti di storia di ogni ordine e grado.

Nel pomeriggio di mercoledì 30 ottobre, alle ore 14.30 con appuntamento presso l’Oasi dei Battendieri, ci sarà la visita guidata e narrata “I Cammini tra suggestioni della Via Appia, a cura dell’Associazione I Cavalieri de li Terre Tarantine, mentre giovedì 31 ottobre si terrà, con appuntamento alle ore 9.30 sulla Strada Provinciale n.72 a Crispiano la visita alla Masseria Lupoli accompagnati dal Dottor Luigi Perrone. Per queste due attività è necessaria la prenotazione con mail a orizzonte.cultura2@gmail.com o cellulare 3474918826- 3384745947.

L'Appia Antica, è uno scenario dal fascino unico; le sue pietre sono state percorse per millenni da persone, merci e idee, dal drammatico epilogo della rivolta di Spartaco, dai pellegrini del Medioevo diretti verso la Terra Santa, fino all’oblio e all’incuria cominciati con la prima età moderna. È stata sempre meta obbligata del Gran Tour, fonte di ispirazione per poeti, scrittori e vedutisti. L’Appia avvicinandosi a Taranto da nord, si biforcava: una diramazione procedeva in linea retta ed entrava in città, attraversandola; l’altra invece costituiva un percorso tangenziale che, costeggiando il Mar Piccolo, transitava a nord di Taranto.

Il Festival sarà l’occasione quindi per raccontare un territorio, quello di Taranto, attraversato da importanti percorsi viari utilizzati sin da epoca preistorica e poi anche greca, ripresi e organizzati in età romana, così come nelle epoche successive lasciando orme evidenti e visibili di una cultura, materiale e immateriale, che ci accompagnano in un viaggio nel paesaggio, nella natura e nel tempo. Il paesaggio archeologico del territorio di Taranto all’esterno del tracciato murario in età greca e romana era attraversato da direttici viarie che collegavano la città con gli insediamenti agricoli e che s’inoltravano nell’entroterra per raggiungere siti coevi.

A momenti di approfondimento e confronto con gli storici e gli appassionati di storia attraverso momenti di riflessione e di studio, farà da sfondo una mostra documentaria intorno al tema scelto, che racconterà attraverso la documentazione conservata negli archivi della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo (partner del Festival) e dell’Archivio di Stato di Taranto, le testimonianze archeologiche, storiche, naturalistiche esistenti lungo il percorso tarantino dell’Appia. In particolare tratterà il sistema delle masserie, storici complessi che hanno dato forma al territorio e al tempo stesso da esso sono stati plasmati nella sua lunga evoluzione formale e funzionale.

Non mancheranno i “Cammini” nei luoghi raccontati, con personaggi in abiti d’epoca che ci accompagneranno alla scoperta di antichi percorsi fuori dal tempo. Ma sarà anche l’occasione per momenti di recupero dell’antico repertorio musicale popolare pugliese.

Intorno al Festival, realizzato con il supporto tecnico e organizzativo della cooperativa culturale MUSEION, si attiva - come per ogni edizione - la grande rete dei soggetti che collaborano alla promozione e alla realizzazione della manifestazione: istituzioni, associazioni, scuole, docenti, studenti, esponenti e operatori di enti culturali, di archivi e di sedi museali della città e del territorio, tanti soggetti diversi che operano, ognuno con la sua specificità, in un continuo lavoro di raccordo, di incontro, di crescita reciproca per la conoscenza e la tutela dell’immenso patrimonio storico del territorio jonico.

La quarta edizione del FeSTa gode del patrocinio del Consiglio Regionale della Puglia, del Comune di Taranto, dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, del Dipartimento Jonico Sistemi Giuridici ed Economici del Mediterraneo, Società, Ambiente, Culture, della Società di Storia Patria per la Puglia-Sez. di Taranto, del Club per l’Unesco di Taranto, di Italia Nostra, della Società Italiana di Didattica della Storia, della Associazione Italiana di Public History.

In questo contesto all’organizzazione è sembrato importante coinvolgere anche le scuole e in particolare i docenti di storia poichè siamo consapevoli che la salvaguardia e la tutela del Patrimonio storico di una città e del suo territorio dipendono in buona parte dalla qualità della conoscenza storica e dalla professionalità delle persone deputate all’aggiornamento e alla diffusione di tale conoscenza.

Per tale motivo il Festival quest'anno propone infine un laboratorio di didattica ludica della storia aperta ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado.

Durante il Festival sarà, inoltre, possibile visitare la mostra “Recuperati dagli abissi”, allestita nell’ex convento di Sant’Antonio, che, grazie ad un allestimento multimediale immersivo, conduce i visitatori alla scoperta di un relitto alto-arcaico rinvenuto nel canale d’Otranto a 780 metri di profondità.


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