BARI - Negli ultimi tempi, il caso di Simone, un web designer di Barletta, ha sollevato molte perplessità e discussioni nel campo odontoiatrico e tra il pubblico. Simone, incoraggiato dalle pubblicità dei costi accessibili, si è sottoposto a un trattamento radicale in Albania, che ha previsto l'estrazione di 20 denti il 13 marzo. Purtroppo, ciò che doveva essere una soluzione si è trasformato in un incubo prolungato.
Cosa è andato storto? Dopo l'intervento, Simone ha sofferto gravi complicazioni che hanno portato a quattro arresti cardiaci e un lungo ricovero, ora protrattosi per oltre otto mesi tra varie strutture mediche, inclusa una unità di rianimazione a Tirana e successivamente, il trasferimento al Policlinico di Bari e la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Attualmente, è in attesa di un intervento chirurgico per una stenosi tracheale, presumibilmente causata dalla prolungata intubazione durante il suo trattamento.
L'opinione degli esperti. Emilio Nuzzolese, un noto esperto nel campo dell'odontoiatra forense e promotore del movimento "NO Noi Odontoiatri", ha espresso una visione critica riguardo al trattamento subito da Simone, sottolineando due aspetti fondamentali nella pratica odontoiatrica moderna: il tempo di cura e il consenso informato. Secondo Nuzzolese, la decisione di estrarre così tanti denti deve essere presa solo dopo un'attenta osservazione del paziente, considerando i pericoli e la prognosi, ma soprattutto una valutazione parodontale che richiede più di una settimana. È questa valutazione che deve poi guidare l'indicazione all'estrazione dei denti e non già l'esigenza di concludere velocemente un trattamento . "Non siamo più dei ‘cavadenti’", afferma Nuzzolese, "il vero medico odontoiatra personalizza la cura in base al caso specifico e non in modo identico per tutti i pazienti. In difetto, quel dentista non si può più definire uno specialista...Attenzione ai trattamenti odontoiatrici estremi"
Inoltre, Nuzzolese pone l'accento sull'etica e sull'importanza del consenso informato, che deve essere basato sulle reali condizioni di salute del paziente e non può legittimare l'estrazione di denti ancora recuperabili, poiché ciò trasformerebbe una pratica medica in una forma di autolesionismo. "Crediamo davvero che i pazienti albanesi a Tirana si fanno estrarre 20 denti per poi concludere un trattamento in una settimana?" chiede retoricamente, evidenziando le incongruenze e i pericoli di approcci così estremi e rapidi.
Un monito per tutti. Questo caso sottolinea l'importanza di diffidare dalle soluzioni che troppo rapide o economiche e l'importanza di consultare sempre specialisti qualificati. La promessa di risultati facili e a basso costo in campo odontoiatrico può nascondere rischi e pericoli significativi e portare a conseguenze gravi. La storia di Simone non è solo un campanello d'allarme su pratiche mediche discutibili in alcuni paesi non UE, ma è anche un triste promemoria della necessità di una regolamentazione più rigorosa e di una maggiore consapevolezza dei cittadini sulle cure che scelgono di intraprendere e sul valore della salute della bocca.