Bari, al via il Congresso Nazionale di UNAA



BARI - L’attività del Consiglio di Stato e dei Tribunali Amministrativi Regionali (TAR), in questi anni, ha visto una compressione dell’accesso alla giustizia amministrativa, ed i diversi interventi del legislatore sono stati mirati a deflazionare i processi, comprimendo così le istanze e le aspettative di cittadini e imprese.

Un meccanismo fortemente criticato dall’Unione Nazionale Avvocati Amministrativisti (UNAA) che dal Congresso Nazionale che si riunisce a Bari domani e sabato chiederà un cambio di rotta. UNAA nella sua assise discuterà mozioni di proposta politica volte a migliorare l’efficienza e la trasparenza della giustizia amministrativa.

Saluti istituzionali in apertura venerdì 8 novembre del Sindaco di Bari Vito Leccese e del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

Intervengono tra gli altri: Stefano Bronzini - Rettore Università degli Studi di Bari Aldo Moro; Angelo Scafuri - Presidente TAR Puglia-Bari; Francesco Greco - Presidente Consiglio Nazionale Forense.

Alla Tavola rotonda “Nuove prospettive della giustizia amministrativa” che si terrà sabato 9 prenderanno parte: Daniela Anselmi (Vice Presidente UNAA); Giuseppina Adamo (Presidente ANMA); Giuseppe Conte (già Presidente del Consiglio dei Ministri); Filippo Melchiorre (Vice Presidente Commissione Finanze del Senato); Anna Rossomando (Vice Presidente Senato) e Francesco Paolo Sisto (Vice Ministro Giustizia).

Per il presidente di UNAA, Orazio Abbamonte, “Viviamo un momento di evidente contrazione per la giustizia amministrativa, una fase caratterizzata da un eccesso di cautela nel sindacato giurisdizionale sulla discrezionalità amministrativa, che spesso sfocia nella negazione di effettive tutele per i cittadini. Siamo di fronte alle conseguenze di un modello amministrativo che vede il giudice ancora troppo vicino alle logiche e agli interessi della Pubblica Amministrazione. E, mentre il potere tende a restringere sempre più gli spazi decisionali, l’avanzata dell’intelligenza artificiale rappresenta una sfida straordinariamente preoccupante per il nostro mondo giuridico. L’AI rischia di omologare, cancellando le sfumature e soffocando il pensiero critico, cuore dell’evoluzione giuridica”.


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