BARI - La proposta di legge per il "Piano straordinario di vendita di alloggi di edilizia residenziale pubblica", presentata dal consigliere regionale Antonio Gabellone di Fratelli d’Italia (FdI), non ha superato il primo voto in Consiglio regionale, venendo quindi respinta. Il piano mirava alla vendita agli inquilini di quegli immobili di edilizia popolare più datati, di proprietà dell’Agenzia regionale per la casa e l’abitare (ARCA), e costruiti prima del 1990. La proposta puntava a facilitare l’acquisto da parte degli assegnatari storici di queste abitazioni, destinando i proventi per interventi di ammodernamento sugli immobili più recenti.
Secondo Gabellone, il piano avrebbe risposto a due obiettivi principali: favorire la possibilità di acquisto per chi occupa da decenni questi alloggi, permettendo agli inquilini di prendersene cura come proprietari, e generare entrate che ARCA avrebbe potuto impiegare per la manutenzione degli edifici più recenti, garantendo così un miglioramento dell’intero patrimonio immobiliare pubblico.
“La bocciatura di questo piano rappresenta una mancata occasione per il Consiglio regionale,” ha dichiarato Gabellone. “La proposta di alienazione straordinaria avrebbe consentito agli assegnatari di trasformare il loro alloggio in una proprietà vera e propria, incentivando anche interventi di manutenzione diretta. L’obiettivo era di ottenere risorse per ARCA, che avrebbe così potuto intervenire con più efficacia sugli edifici che necessitano di manutenzione. È un provvedimento di buon senso, ma la maggioranza di centrosinistra ha deciso di ignorarlo”.
Il piano prevedeva specificamente la vendita agli inquilini di lunga data, riconoscendo così una sorta di diritto di prelazione per coloro che hanno vissuto per anni in queste abitazioni, trasformandole in un punto di riferimento stabile per le loro famiglie. Tuttavia, la proposta non ha trovato il sostegno necessario per avanzare nel percorso legislativo, lasciando inalterata la gestione degli alloggi di edilizia popolare da parte dell’ARCA, che continua a confrontarsi con il problema delle limitate risorse per la manutenzione degli immobili più datati.
La bocciatura della proposta, infatti, ha riaperto il dibattito sulla gestione dell’edilizia popolare e sulle strategie necessarie per garantire sia il diritto all’abitazione sia il mantenimento in condizioni dignitose degli immobili pubblici. Da un lato, vi è chi sostiene che un piano di vendita limitato come quello proposto avrebbe potuto favorire un miglioramento del patrimonio abitativo; dall’altro, la maggioranza in Consiglio ha giudicato la proposta insufficiente per rispondere ai bisogni strutturali del settore, e potenzialmente rischiosa per l’equilibrio dell’offerta abitativa pubblica.
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