Emiliano: 'La Corte Costituzionale demolisce la Legge Calderoli. Salvata l'unità nazionale'


BARI – In una conferenza stampa tenutasi nella Sala Di Jeso della Presidenza della Regione Puglia, il presidente Michele Emiliano ha commentato il recente pronunciamento della Corte Costituzionale sul ricorso presentato dalla Puglia, insieme a Toscana, Sardegna e Campania, contro la Legge Calderoli sull’autonomia differenziata. Il verdetto della Consulta, ha affermato Emiliano, segna una svolta decisiva: “La legge Calderoli è stata destrutturata e non è più applicabile”.

Il pronunciamento della Corte Costituzionale

“La Corte ha fermato ogni procedura avviata dalle regioni per stipulare le cosiddette intese, riportando la legge Calderoli entro i limiti costituzionali” – ha dichiarato Emiliano – “Questo rappresenta un successo del lavoro di squadra della Puglia e di tutte le regioni che hanno difeso i principi della Costituzione e il modello di regionalismo cooperativo voluto dai Padri costituenti”.

Il presidente ha evidenziato il ruolo cruciale del gruppo di studio regionale, composto da accademici, consiglieri del TAR Lazio e coordinato dal professor Massimo Luciani, uno dei più noti costituzionalisti italiani. Grazie al loro lavoro, numerose criticità sono emerse e si sono rivelate fondate, convincendo la Corte a censurare vari aspetti della legge.

Le disposizioni dichiarate incostituzionali

Tra i punti salienti dell'intervento della Consulta:

  • Stop alla devoluzione indiscriminata di materie: La Corte ha stabilito che non possono essere trasferite intere materie o blocchi di competenze, ma solo specifiche funzioni legislative e amministrative, in linea con il principio di sussidiarietà.
  • Invalidità della delega sui LEP: È stato ritenuto incostituzionale affidare al governo la definizione dei LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) senza criteri dettati dal Parlamento.
  • Vincoli finanziari rafforzati: Sono state censurate le disposizioni che prevedevano decreti interministeriali per modificare le aliquote dei tributi erariali e l’esclusione delle regioni beneficiarie dall'obbligo di contribuire agli obiettivi di finanza pubblica.
  • Necessità del potere di emendamento del Parlamento: Le intese sull’autonomia differenziata non possono essere approvate come un “prendere o lasciare”, ma richiedono la possibilità di emendamenti e rinegoziazioni.

Il colpo finale alla legge Calderoli

“La Corte ha cassato o reinterpretato ogni aspetto controverso della legge” – ha sottolineato Emiliano – “Non è più possibile predeterminare i LEP solo per alcune materie, né finanziare le funzioni trasferite basandosi sulla spesa storica anziché su costi standard e criteri di efficienza. Questo non solo ha fermato la legge Calderoli, ma ha preservato l’unità nazionale e la solidarietà tra le regioni”.

Un appello alla responsabilità

Il presidente Emiliano ha concluso l'incontro con un appello ai parlamentari del Sud e al Governo: “Ora il Parlamento ha la responsabilità di garantire che ogni riforma rispetti i valori costituzionali. La Legge Calderoli era un progetto sbagliato, mirato a dividere il Paese. Abbiamo difeso l’Italia nata dalla Resistenza e protetto l’idea di una Repubblica unita”.

Il verdetto della Corte, secondo Emiliano, rappresenta una vittoria per il regionalismo cooperativo e per i principi fondanti della Costituzione italiana, che ancora una volta ha dimostrato di essere “la più bella del mondo”.