LIVALCA - Venerdì 15 novembre 2024, alle ore 17, rilevante
avvenimento presso la Basilica Pontificia di San Nicola in Bari: Fr. Gerard
Francisco Timoner III OP conferirà a Fr. Gerardo Cioffari il titolo di
‘Maestro in Sacra Teologia’.
P. Timoner III è nato nel 1968 a Daet, capoluogo della provincia di Camarines Norte che fa parte della regione di Bicol nelle Filippine, e nel 2014 Jorge Mario Bergoglio, meglio conosciuto come Papa Francesco, lo ha nominato membro della Commissione Teologica del Vaticano, istituzione voluta da Paolo VI per analizzare tutto ciò che fosse inerente le questioni dottrinali. Timoner III si è laureato in Filosofia nella Repubblica delle Filippine nel 1991 e, qualche anno dopo, è stato ordinato sacerdote.
Tra le cariche ricoperte, prima dell’elezione in cui il 13 luglio 2019 è stato nominato 87° successore di San Domenico, meritano la citazione: Provinciale della Provincia delle Filippine e vice cancelliere dell’Università San Tommaso di Manila. Quindi nella sua veste di 88° Maestro dei Predicatori sarà lui a consacrare il NOSTRO padre Gerardo Cioffari, in una Basilica che si annuncia gremitissima, con questa motivazione: “Per gli importanti risultati ottenuti nella ricerca teologica e per i suoi significativi studi sulla Storia dell’Ordine domenicano”.
Nell’occasione lo studioso di livello internazionale prof. Cioffari, conosciuto ovunque per la sua sterminata-smisurata-illimitata conoscenza su San Nicola (Fama crescit eundo) e la Basilica, terrà una Lectio Magistralis su “Il linguaggio nella teologia di San Tommaso”.
Cioffari che insegna “Storia della teologia russa”, lingua che parla correntemente, e “Storia della teologia occidentale e orientale” vanta centinaia di pubblicazioni, testimonianza di un sapere infinito che, in determinate giornate, condivide con i tanti che si rivolgono a lui per un chiarimento o per un semplice consiglio in modo da sviluppare uno scritto, che a volte sfocia in una tesi: nello specifico dimostra una pazienza infinita, dote riscontrata solo di recente (… una volta uno ‘studioso’ rivolto a padre Gerardo affermò: “Padre Gerardo le ricordo che la Bibbia recita… la saggezza di un uomo si riconosce dalla pazienza”, la risposta di Gerardo - sono autorizzato affettuosamente a chiamarlo in questo modo - la ‘regalerò’ esclusivamente ai componenti del ‘Gruppo Amici di San Nicola’ che parteciperanno venerdì 15 novembre alla cerimonia.
Il direttore di questa testata mi ha pregato di dare sintetiche notizie su San Tommaso per i nostri lettori, in modo da inquadrarne il periodo storico (Amico lettore clicca in rete LIVALCA “Bari, la Comunità domenicana di San Nicola ricorda San Tommaso d’Aquino”).
Il Cioffari studioso rigoroso nel 2000 ha reso omaggio alla figura di Bona Sforza con un saggio dal titolo “Bona Sforza - Donna del Rinascimento tra Italia e Polonia” (Levante, Bari), in cui dimostra come la figlia di Isabella d’Aragona non abbia ricevuta la giusta attenzione dalla storiografia occidentale. All’epoca lo studioso paragonò Bona Sforza alle grandi personalità del Cinquecento come Elisabetta in Inghilterra e Caterina de’ Medici in Francia e non tutti furono in sintonia. Il diligente studioso nato a Calitri fece anche una precisazione in quel libro che i sapienti considerarono superflua, ma i lettori utile ed efficace: spesso molti confondono Bona Sforza con la nonna Bona di Savoia, che divenne Sforza solo per essersi unita in matrimonio con Galeazzo Maria.
Il testo in questione svela una delle caratteristiche dello studioso padre Gerardo: non ‘santifica’ i personaggi, ma cerca di entrare in contatto con la loro dimensione umana e spesso si schiera con chi, pur rivestendo importanti cariche politiche, non dimentica che un essere umano deve essere giudicato anche per il rapporto intessuto con l’arte e l’ambiente che hanno accompagnato il suo percorso terreno (non tutti sanno che Bona Sforza ha trascorso la sua fanciullezza nel castello di Bari che, chi scrive, ‘saluta’ tutte le mattine). In quel libro Cioffari si rese protagonista di un atto di grande generosità - dote che spesso non ‘affiora’ - perché in appendice pubblicò un lavoro interessante ed accurato di una giovane studiosa polacca, Monika Werner, che verteva sulla figura di Bona Sforza nella letteratura italiana del Cinquecento.
Per rendere un personale omaggio a padre Gerardo voglio ricordare tre frasi di San Tommaso d’Aquino che hanno segnato la mia vita oltre mezzo secolo fa: “Gli amici veri si rallegrano e rattristano delle medesime cose” dedicata a Pipino, il cui gesto non colsi nel modo corretto all’epoca dei fatti; “Chi riceve qualcosa senza soffrire, la conserva senza amore” dedicata a Mario Cavalli che ha subito e sopportato in silenzio di tutto per amore sconfinato verso un lavoro che vedeva crescere giornalmente come un figlio e il cui esempio ho cercato umilmente di seguire, ma la storia racconterà altro; “Temo il lettore di un solo libro” frase con cui il direttore del periodico “La città nuova”, Giovanni Modesti, difendeva il suo diritto a far parte della famiglia della carta stampata… in effetti la frase originale era “Temo il lettore di un solo giornale”.
Gerardo da troppo tempo non abbiamo un vivace scambio di ‘parole’, per cui mi rifaccio al pensiero di San Tommaso “Il bene può esistere senza il male, laddove il male non può esistere senza il bene” per dirti che spesso, confuso dalla conoscenza di troppe lingue, puoi aver interpretato MALE i nostri verbali scambi affettuosi di ‘linguaggio’, ma resta di fondo la consapevolezza - senza la mediazione di Lello - che ci vogliamo, ti voglio BENE… anche dopo aver ascoltato la tua Lectio Magistralis.
P. Timoner III è nato nel 1968 a Daet, capoluogo della provincia di Camarines Norte che fa parte della regione di Bicol nelle Filippine, e nel 2014 Jorge Mario Bergoglio, meglio conosciuto come Papa Francesco, lo ha nominato membro della Commissione Teologica del Vaticano, istituzione voluta da Paolo VI per analizzare tutto ciò che fosse inerente le questioni dottrinali. Timoner III si è laureato in Filosofia nella Repubblica delle Filippine nel 1991 e, qualche anno dopo, è stato ordinato sacerdote.
Tra le cariche ricoperte, prima dell’elezione in cui il 13 luglio 2019 è stato nominato 87° successore di San Domenico, meritano la citazione: Provinciale della Provincia delle Filippine e vice cancelliere dell’Università San Tommaso di Manila. Quindi nella sua veste di 88° Maestro dei Predicatori sarà lui a consacrare il NOSTRO padre Gerardo Cioffari, in una Basilica che si annuncia gremitissima, con questa motivazione: “Per gli importanti risultati ottenuti nella ricerca teologica e per i suoi significativi studi sulla Storia dell’Ordine domenicano”.
Nell’occasione lo studioso di livello internazionale prof. Cioffari, conosciuto ovunque per la sua sterminata-smisurata-illimitata conoscenza su San Nicola (Fama crescit eundo) e la Basilica, terrà una Lectio Magistralis su “Il linguaggio nella teologia di San Tommaso”.
Cioffari che insegna “Storia della teologia russa”, lingua che parla correntemente, e “Storia della teologia occidentale e orientale” vanta centinaia di pubblicazioni, testimonianza di un sapere infinito che, in determinate giornate, condivide con i tanti che si rivolgono a lui per un chiarimento o per un semplice consiglio in modo da sviluppare uno scritto, che a volte sfocia in una tesi: nello specifico dimostra una pazienza infinita, dote riscontrata solo di recente (… una volta uno ‘studioso’ rivolto a padre Gerardo affermò: “Padre Gerardo le ricordo che la Bibbia recita… la saggezza di un uomo si riconosce dalla pazienza”, la risposta di Gerardo - sono autorizzato affettuosamente a chiamarlo in questo modo - la ‘regalerò’ esclusivamente ai componenti del ‘Gruppo Amici di San Nicola’ che parteciperanno venerdì 15 novembre alla cerimonia.
Il direttore di questa testata mi ha pregato di dare sintetiche notizie su San Tommaso per i nostri lettori, in modo da inquadrarne il periodo storico (Amico lettore clicca in rete LIVALCA “Bari, la Comunità domenicana di San Nicola ricorda San Tommaso d’Aquino”).
Il Cioffari studioso rigoroso nel 2000 ha reso omaggio alla figura di Bona Sforza con un saggio dal titolo “Bona Sforza - Donna del Rinascimento tra Italia e Polonia” (Levante, Bari), in cui dimostra come la figlia di Isabella d’Aragona non abbia ricevuta la giusta attenzione dalla storiografia occidentale. All’epoca lo studioso paragonò Bona Sforza alle grandi personalità del Cinquecento come Elisabetta in Inghilterra e Caterina de’ Medici in Francia e non tutti furono in sintonia. Il diligente studioso nato a Calitri fece anche una precisazione in quel libro che i sapienti considerarono superflua, ma i lettori utile ed efficace: spesso molti confondono Bona Sforza con la nonna Bona di Savoia, che divenne Sforza solo per essersi unita in matrimonio con Galeazzo Maria.
Il testo in questione svela una delle caratteristiche dello studioso padre Gerardo: non ‘santifica’ i personaggi, ma cerca di entrare in contatto con la loro dimensione umana e spesso si schiera con chi, pur rivestendo importanti cariche politiche, non dimentica che un essere umano deve essere giudicato anche per il rapporto intessuto con l’arte e l’ambiente che hanno accompagnato il suo percorso terreno (non tutti sanno che Bona Sforza ha trascorso la sua fanciullezza nel castello di Bari che, chi scrive, ‘saluta’ tutte le mattine). In quel libro Cioffari si rese protagonista di un atto di grande generosità - dote che spesso non ‘affiora’ - perché in appendice pubblicò un lavoro interessante ed accurato di una giovane studiosa polacca, Monika Werner, che verteva sulla figura di Bona Sforza nella letteratura italiana del Cinquecento.
Per rendere un personale omaggio a padre Gerardo voglio ricordare tre frasi di San Tommaso d’Aquino che hanno segnato la mia vita oltre mezzo secolo fa: “Gli amici veri si rallegrano e rattristano delle medesime cose” dedicata a Pipino, il cui gesto non colsi nel modo corretto all’epoca dei fatti; “Chi riceve qualcosa senza soffrire, la conserva senza amore” dedicata a Mario Cavalli che ha subito e sopportato in silenzio di tutto per amore sconfinato verso un lavoro che vedeva crescere giornalmente come un figlio e il cui esempio ho cercato umilmente di seguire, ma la storia racconterà altro; “Temo il lettore di un solo libro” frase con cui il direttore del periodico “La città nuova”, Giovanni Modesti, difendeva il suo diritto a far parte della famiglia della carta stampata… in effetti la frase originale era “Temo il lettore di un solo giornale”.
Gerardo da troppo tempo non abbiamo un vivace scambio di ‘parole’, per cui mi rifaccio al pensiero di San Tommaso “Il bene può esistere senza il male, laddove il male non può esistere senza il bene” per dirti che spesso, confuso dalla conoscenza di troppe lingue, puoi aver interpretato MALE i nostri verbali scambi affettuosi di ‘linguaggio’, ma resta di fondo la consapevolezza - senza la mediazione di Lello - che ci vogliamo, ti voglio BENE… anche dopo aver ascoltato la tua Lectio Magistralis.