Giulio Sassanelli si racconta: i primi passi di un giovane comico da Fasano a Milano
FEDERICO AVERSA - Giulio Sassanelli, attore emergente fasanese, si sta affermando nella scena comica e nel doppiaggio italiano. Dopo aver lasciato il lavoro nell’ambito del turismo di lusso, si è trasferito a Roma per dedicarsi alla sua passione per il teatro, completando una formazione avanzata con il maestro Massimo Giuliani. Tra produzioni proprie nei teatri e ruoli come doppiatore in film di rilievo – tra cui Assassinio a Venezia e Dungeons & Dragons – Sassanelli sta attirando l’attenzione sia a Milano che a Roma. Conosciuto sui social come Giulio Bonetti, il suo talento non passa inosservato.
Giulio, hai iniziato a fare imitazioni degli accenti pugliesi, riuscendo a conquistare il pubblico locale. Ti sei ispirato a qualcuno in particolare per questo tipo di comicità?
Ogni personaggio proposto si ispira a persone realmente “parlanti”. Avendo un buon orecchio ed essendo molto bravo a imitare, ho sfruttato questa dote a mio vantaggio. Se per Bari ho studiato i Ciardo, per Brindisi ho osservato Giuseppe Ninno (Mandrake). Per il personaggio di Foggia ho scelto lo youtuber Donato Inglese e l’attore Manolo Fidanza. Per Taranto, Lecce e tutte le altre città, invece, ho scelto persone di mia conoscenza. Inventare dal nulla è faticoso e rischia di avere qualche falla. Se dovessi proporre il personaggio di Napoli, probabilmente proverei a imitare un reale napoletano, conoscente o famoso.
Come spesso accade in quest’era digitale, internet ha amplificato la tua visibilità. Cosa provi nel vedere che i tuoi video stanno iniziando a riscuotere un buon successo e come gestisci il tuo rapporto con i social al di fuori del lavoro?
La reazione del pubblico mi incuriosisce sempre. Ci sono video che danno vita a dibattiti e altri che generano semplici commenti di gradimento o correzione sui dialetti. Ciò a cui tengo è cercare di mantenere con il pubblico un rapporto umano, il più possibile vicino a una relazione reale, perché queste persone hanno la possibilità di vedermi a teatro e conoscerle personalmente sarebbe davvero carino. Anche via chat, discutere su un argomento specifico mi trova sempre ben disposto.
Sui social ti chiami Giulio Bonetti e non Giulio Sassanelli. Come mai questa scelta?
Un omaggio a Gigi Proietti. Nel film Un’estate al mare, pellicola meglio nota per la celebre scena della Signora delle Camelie, Gigi Proietti impersonava un doppiatore di fascia non elitaria e si chiamava proprio Giulio Bonetti.
Hai lasciato il tuo lavoro per seguire le tue ambizioni e la tua arte. Oggi, che bilancio ne trai? Se potessi tornare indietro, rifaresti la stessa scelta?
Sì, per il semplice fatto che la scelta peggiore che si possa fare è non provarci. Ad oggi il bilancio è positivo, perché, pur essendo venuto a Roma per presenziare negli studi di doppiaggio, ho avuto modo di capire ancora meglio che le mie abilità principali siano la caratterizzazione, la parodia e la satira di costume. Non ci sarebbe nulla di male, a questo punto, nel concentrarsi esclusivamente su queste tre forme d’arte, anche a rischio di abbandonare completamente il doppiaggio.
Tornare in Puglia dopo le esperienze a Milano, Roma e nel cinema è una scelta importante. Cosa significa per te questo ritorno e come speri di contribuire al panorama artistico della tua terra?
Spero di contribuire portando le mie esperienze in ogni ambito che mi vedrà coinvolto. Artisticamente, vorrei intensificare la collaborazione con Telenorba e, se il progetto web continuerà a crescere, potrei pensare di mettere su uno spettacolo teatrale. Chi ha iniziato a teatro, vorrà sempre tornarci.
Qual è la parte più difficile e quella più gratificante del mestiere di comico? Ci sono momenti in cui senti il peso della responsabilità di far ridere gli altri?
La gratificazione è anch’essa stratificata. Se il pubblico ride, va sempre bene. Ma se capisce perché sta ridendo, meglio. L’errore da non commettere mai è affezionarsi troppo a specifiche battute, personaggi o argomenti. Tutto va provato, ma bisogna essere abili a capire (e con l’esperienza a prevedere) cosa possa funzionare e cosa no. In quel caso, bisogna essere pronti a cambiare o stravolgere del tutto. Tutti possono far ridere, anche cadendo in seguito a una scivolata. La responsabilità la sento quando qualcuno inizia a seguirmi con interesse.
Guardando al futuro, hai un sogno o un obiettivo specifico che ti piacerebbe raggiungere nel mondo della comicità o del cinema? E cosa rappresenterebbe per te realizzarlo?
Non mi nascondo. I personaggi delle città mi piacciono molto, ma non sono certo possano funzionare in ogni contesto. Vorrei proporne altri, inediti, sempre per format televisivi o per il web, e portare degli esempi di realtà, sempre con uno sfondo satirico. Questa sarebbe per me una grande soddisfazione. Apparire non mi basterebbe: vorrei essere ricordato.