BARI - Due grandi interpreti del violoncello, Gaetano Nasillo e Sara Bennici, coadiuvati da un clavicembalista di prim’ordine come Luca Guglielmi, indagano la musica da camera italiana tra «stile galante» e classicismo attraverso un florilegio di raffinate e, in alcuni casi, rare sonate solistiche per violoncello e basso continuo degli anni Sessanta-Settanta del XVIII secolo, pagine al centro del concerto «La mano dell’arco». Accade venerdì 15 novembre nelle Scuderie del Castello di Sannicandro di Bari, sabato 16 novembre nella chiesa di Santa Scolastica a Bari e domenica 17 novembre nella chiesa del Purgatorio di Palo del Colle (sempre con inizio alle ore 20.30) per il festival itinerante di musica antica Anima Mea diretto da Gioacchino De Padova e realizzato con i contributi del Ministero della Cultura, della Regione Puglia e dei Comuni di Bari, Andria, Palo del Colle, Sannicandro di Bari e Minervino Murge, della Camera di Commercio e con il patrocinio di Rai Puglia.
Introdotto da una lettura dell’attrice Nunzia Antonino dal libro «Mi limitavo ad amare te» di Rosella Postorino, il programma prevede due Sonate di Stefano Galeotti (le numero 1 e 2 dall’op. 1) e altrettante di Carlo Graziani (le numero 2 e 5 dall’op. 3), tutte di rara esecuzione, e in posizione centrale la Sonata in do maggiore G. 17 di Luigi Boccherini, compositore e violoncellista ritenuto il maggior rappresentante della musica strumentale nei Paesi europei di lingua romanza durante il periodo del Classicismo.
«Caratterizzate dalla mescolanza di un organico barocco con una tecnica violoncellistica avanzata, queste sonate – spiega la musicologa Annamaria Bonsante - esprimono una rivalità estetica tra l’uso tradizionale del continuo e la modernità del profilo melodico galante». Si notano, infatti, il contrasto tra affetti e razionalità, e la predominanza del modo maggiore per osteggiare il patetismo.
Le raccolte di Graziani, Galeotti e Boccherini, violoncellisti-compositori italiani, esprimono appieno queste caratteristiche. In questo periodo storico, tutti gli strumenti da tasto convivono (clavicembali, organi, fortepiani), esplorando nuovi orizzonti di gusto e utilizzo. Ma mentre violino e flauto si consolidano come strumenti accompagnatori del fortepiano, il violoncello continua a esibire un nostalgico dialogo con il basso continuo, come dimostrano le opere in programma. Questa prassi riflette il ruolo del violoncello, che spicca nel Settecento per le sue molteplici risorse: come strumento di fondamento nelle partiture orchestrali e nei gruppi di basso continuo fino al XIX secolo, nonché di parte reale nei quartetti d’archi con la sua voce «umana», di solista e continuista.
Info 334.2913041.
Biglietti e abbonamenti su www.postoriservato.it.