ROMA - Le indagini sulla tragica morte di Margaret Spada, la 22enne deceduta il 7 novembre scorso dopo un intervento di rinoplastica parziale eseguito in uno studio medico a Roma, stanno portando alla luce dettagli inquietanti. I due medici coinvolti, Marco e Marco Antonio Procopio, sono indagati per omicidio colposo. La procura di Roma, coordinata dal pm Erminio Amelio, sta verificando presunte irregolarità sia nell’operato dei professionisti sia nella gestione dello studio medico situato in viale Cesare Pavese, zona Eur.
La denuncia e i sospetti degli inquirenti
Gli inquirenti hanno rilevato un comportamento non collaborativo da parte dei medici. Dopo la denuncia per la morte della giovane, presentata il 7 novembre, i carabinieri del Nas hanno trovato lo studio ancora in attività, nonostante fossero già trascorsi tre giorni dall'intervento che aveva causato il coma della ragazza.
Secondo le ipotesi investigative, in questo periodo i Procopio avrebbero potuto inquinare le prove, eliminando strumenti chirurgici e documentazione utile per ricostruire l'accaduto. Tra le mancanze segnalate:
- Nessuna traccia di un consenso informato firmato dalla paziente.
- L'assenza di indicazioni pre-operatorie adeguate, come la richiesta di digiuno o la verifica di allergie ai farmaci.
- Mancata documentazione clinica relativa all’intervento.
Inoltre, alcune testimonianze suggeriscono che nello studio venissero effettuate attività non strettamente legate alla medicina estetica, contrariamente a quanto dichiarato nell'autocertificazione presentata per ottenere le autorizzazioni.
Interventi non autorizzati e mancata rianimazione
Le indagini condotte dai carabinieri del Nas si concentrano anche sulle autorizzazioni mancanti per l’esecuzione di interventi chirurgici nella struttura. La Asl avrebbe già evidenziato che il centro non disponeva di mezzi idonei per la rianimazione cardiopolmonare, fondamentale per intervenire prontamente in caso di emergenze.
Margaret Spada, trasferita in arresto cardiaco all'ospedale Sant’Eugenio, è stata sottoposta a esami che hanno escluso una sindrome cardiaca preesistente. Tuttavia, le sue condizioni sono precipitate con episodi di grave aritmia cardiaca, culminati nella morte cerebrale nella notte tra il 6 e il 7 novembre.
Un percorso formativo discutibile
Ulteriori elementi aggravano la posizione dei medici indagati. Marco Antonio Procopio, uno dei titolari dello studio, risulta aver conseguito la laurea in Romania, dopo essere stato bocciato ai test di ammissione a Medicina in Italia, classificandosi al 6.230° posto su 6.265 candidati.
Azioni in corso e nuovi sviluppi
Oltre all'acquisizione di documenti dalla Regione Lazio, i Nas effettueranno ulteriori sopralluoghi nello studio, ora sotto sequestro, per verificare le ipotesi di violazioni. L’ordine dei medici di Roma ha inoltre aperto un fascicolo disciplinare contro i due professionisti.
Le indagini proseguono per far luce su un caso che ha sconvolto l’opinione pubblica e sollevato interrogativi sulla sicurezza delle procedure mediche e sulla trasparenza delle strutture private.