'Le Chiavi di Casa', un progetto per l’autonomia dei disabili

DONATO MELCARNE* - E’ possibile per una persona con disabilità vivere in autonomia e scegliere il proprio percorso di vita o sperimentare il co-housing insieme ad altre persone?

A queste domande, si è cercato di dare voce e risposte a quelle famiglie che si pongono il problema del futuro dei propri Cari quando questi non ci saranno più (Il Dopo di Noi).

La legge 112/2016 punta proprio ad agevolare il distacco dai familiari, mettere al centro la persona nella scelta del proprio percorso di vita.

La Regione Puglia con A.D. 780/2021 ha dato la possibilità a Enti del Terzo settore e in particolare ad associazioni di familiari di persone con disabilità di sperimentare questo straordinario percorso di social housing, con una formula che privilegiava e premiava quelle realtà che avrebbero messo a disposizione, gratuitamente, immobili di proprietà delle famiglie.

Così è stato attivato e costruito un percorso di coprogrammazione e coprogettazione tra l’Ambito e le associazioni di familiari di persone con disabilità.

L’obiettivo è quello di creare un approccio coordinato per rispondere in modo mirato e personalizzato ai bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie. E questo è probabilmente l’aspetto più innovativo ed interessante dell’avviso.

E l’Associazione “Luce e Sorrisi” di Alessano, Lecce (che è una associazione di familiari di persone con disabilità) attiva sul territorio da oltre 20 anni, ha voluto tracciare una nuova strada, e sperimentare insieme all’Ambito di Gagliano del Capo, questo percorso, racchiuso nel titolo stesso del workshop “Le Chiavi di Casa” - Progetto sperimentale dell’Abitare in Autonomia per le Persone con Disabilità Ex L. 112/2016 Dopo di Noi”.

Nel corso del workshop è stato presentato il progetto che vede coinvolti 6 ragazzi e ragazze con disabilità nella loro straordinaria capacità di allenarsi nella “palestra di vita” , la loro vita. Dopo i saluti istituzionali del Dr. Gianfranco Melcarne – Presidente Ambito Territoriale. Sociale di Gagliano del Capo, del Dr. Osvaldo Stendardo – Presidente Tavolo Concertazione Gagliano del Capo, ci sono stati gli interventi del Dott. Emiliano Cazzato – Responsabile Ufficio di Piano di Gagliano del Capo, Dott.ssa Giuliana Lecci - Assistente Sociale Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo e Case Manger, Dr. Pierpaolo D’Arpa – Direttore D.S.S. di Gagliano del Capo, Dr. Antonio Giampietro – Garante Regionale dei diritti delle persone con Disabilità, Dott.ssa Valentina Romano – Direttore Ass. Welfare Regione Puglia, alla presenza di tante famiglie di persone con disabilità, sono emerse diverse istanze e prospettive.

Tra queste, indubbiamente, anche la possibilità di dare continuità al progetto “Le Chiavi di Casa”, ed evitare situazioni di regressione delle persone coinvolte o, peggio ancora, di ricorrere alla istituzionalizzazione.

E lo abbiamo fatto, nonostante tantissimi ostacoli, difficoltà, cadute e risalite, combattendo giorno dopo giorno perché tutti noi abbiamo avuto sempre di fronte lo sguardo dei nostri ragazzi, dei nostri figli, ai quali dovevamo e dobbiamo dare risposte.

E lo facciamo, tuttora, con una certezza e una consapevolezza. E cioè che se ci credi, se lavori, e se riesci a mettere insieme gli attori sociali di una comunità, tutto è possibile.

In tale contesto, il Progetto “Le Chiavi di Casa”, nasce con l’obiettivo di dare uno stimolo positivo alla quotidianità delle persone con disabilità e che sentono il bisogno di andare oltre.

Le “Chiavi di Casa”, che già nel titolo racchiude la bellezza e la straordinarietà del progetto. Si, “Le Chiavi di casa”, che hanno un significato particolare, un profumo di autonomia, indipendenza, libertà.

L’innovazione la ritroviamo nella modalità di gestione del progetto (welfare sharing), che riproduce un modello solidale e sostenibile nel tempo.

Inoltre questo progetto si concretizza nella forma del “mutuo-aiuto” tra famiglie e al fatto di destinare al figlio con disabilità l’abitazione di proprietà, affinché ci viva insieme agli amici o ad altre persone.

Noi vogliamo, o meglio, cerchiamo, nel nostro piccolo, e sul nostro territorio, di declinare quelli che sono i bisogni e le domande delle famiglie, proiettandoci in atti concreti.

Il progetto vuole mobilitare un intero quartiere, quello del centro storico di Montesardo, dove è ubicato l’appartamento che sarà utilizzato dai ragazzi, e trasformarlo in un luogo “ponte” dove le persone con disabilità possono sperimentare le regole del vivere sociale.

Abbiamo voluto privilegiare la localizzazione del progetto in un contesto urbano e sociale già in buona parte consolidato e connesso ai servizi principali, per evitare l’effetto di “ghettizzazione” e rendere l’abitazione luogo di vita e di incontro per tutta la comunità.

Un progetto innovativo che vuole portare un importante cambio di paradigma: superare il concetto di assistenza per arrivare a un’educazione all’autonomia.

* Presidente dell’Associazione “Luce e Sorrisi”