ROMA - Nel suo intervento durante l’evento “25 anni di Osservatorio Permanente Giovani-Editori” a Roma, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha offerto una riflessione sul ruolo del Capo dello Stato e sulla necessità di rispettare le regole costituzionali. “Sì, ho adottato decisioni che non condividevo, è capitato più volte. Il presidente promulga leggi ed emana decreti, ma ha delle regole che deve rispettare. Più volte ho promulgato leggi che ritenevo sbagliate o inopportune, ma votate dal Parlamento, e io ho il dovere di promulgarle a meno che non ci siano evidenti profili di incostituzionalità”, ha spiegato Mattarella, ribadendo il suo rispetto per il principio della separazione dei poteri.
"I poteri dello Stato non sono fortilizi contrapposti"
Mattarella ha sottolineato come il sistema democratico si regga sull'equilibrio tra i poteri, nel rispetto reciproco delle competenze. “Essere arbitro significa sollecitare al rispetto delle regole tutti gli organi costituzionali dello Stato e ricordare i limiti delle proprie attribuzioni. Ciascun potere e organo dello Stato deve sapere che ha limiti da rispettare, perché le funzioni non sono fortilizi contrapposti per strappare potere, ma elementi della Costituzione chiamati a collaborare”.
Questa riflessione si lega al principio del check and balance, pilastro della democrazia, che evita la concentrazione di potere in un’unica istituzione.
Unità e contrapposizione politica
Un tema chiave del discorso è stato il ruolo del Presidente come garante dell’unità nazionale. “L’imparzialità del Presidente comporta richiami indispensabili all'unità e alla coesione, che non sono l’antitesi della dialettica politica o delle differenze di posizione. L’unità è il quadro in cui il confronto e talvolta la contrapposizione politica si articolano”.
Mattarella ha poi richiamato l’immagine del Presidente come arbitro: “Anche i giocatori devono aiutare l’arbitro nell’applicazione delle regole. La pluralità nell’aspetto delle regole è fondamentale”.
Astensione elettorale: “Un segnale allarmante”
Il Presidente ha dedicato una parte del discorso all’astensione elettorale, in particolare tra i giovani, definendola “un segnale allarmante”. “Il continuo decremento della partecipazione al voto è preoccupante. Talvolta ho l’impressione che fra le forze politiche ci sia più attenzione per chi vota, ma il problema principale è chi non vota”.
Mattarella ha esortato a comprendere le cause dell’astensione, che vanno dalla sfiducia alla percezione dell’inutilità del voto, fino a possibili carenze comunicative. “La democrazia vive della partecipazione: se non c’è, appassisce. E non possiamo permettercelo”.
Un invito al dialogo e alla responsabilità
Concludendo, Mattarella ha rinnovato l’invito a un approccio responsabile e collaborativo tra le istituzioni e le forze politiche per affrontare le sfide del Paese, ricordando che la democrazia e il rispetto delle regole sono elementi imprescindibili per il benessere collettivo e la tenuta sociale.