Noi… il ‘potere’ del genere umano sull’Ambiente
LIVALCA - I rapporti tra l’uomo e l’ambiente naturale che lo circonda sono fenomeni
universali che si possono presentare sotto forme dissimili, ma che hanno come
comune denominatore la necessità che l’AMBIENTE vada tutelato anche
dall’eccessivo potere che il genere umano, aiutato dalla scienza e la ricerca
tecnologica, ha acquisito con lo sviluppo della civiltà industriale verso la seconda
metà dell’Ottocento.
La derivazione della parola ambiente viene fatta risalire al participio presente ambiens dal verbo latino ambio-is-ivi-itum ire, verbo della quarta coniugazione, che significa circondare, girare attorno: ossia luogo in cui gli esseri umani, gli animali, le piante vivono la loro vita a contatto con l’aria, il clima e gli sbalzi di temperatura.
Altro termine abbinato all’ambiente è ecologia, con l’intento di avere una visione totale-generale-globale dei problemi relativi all’habitat: la derivazione del termine è greca òikos (casa, ambiente di vita) e lògos (studio, scienza) e la comparsa nella letteratura scientifica si deve all’evoluzionista tedesco Ernst Haeckel che nel 1866 la indicò come l’insieme delle conoscenze che studia le relazioni tra gli organismi e il loro ambiente fisico, con l’intento di scoprire leggi che governano l’economia della natura. Agli inizi degli anni ’80 del secolo scorso il biologo Eaugene Pleasants Odum dell’Università della Georgia si pose il problema di studiare le relazioni tra gli organismi e il loro ambiente fisico per individuare le leggi regolanti l’economia della natura: tutto questo immane lavoro fu riunito nel noto volume “Fondamenti di ecologia”, cui collaborò anche il fratello Howard.
Gli scienziati e gli studiosi di ambiente e ecologia, subito dopo la seconda guerra mondiale, hanno contributo a diffondere una cultura ambientalista, anche ricorrendo all’associazionismo, che velocemente si è diffusa in tutto il mondo a tal punto che nel 1948, a Fontainebleau, si fonda l’Unione Internazionale per la Protezione della Natura, in seguito trasformata in IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse).
In Italia nello stesso anno si diede vita al Movimento Italiano per la Protezione della Natura, sfociata nel 1956 in Italia Nostra, associazione che tutela il patrimonio storico, artistico e naturale dell’Italia.
Ai primi anni ’70 si deve la nascita di Greenpeace, la cui sezione italiana è datata a partire dal 1987. Nel 1992, in occasione del Global Forum tenutosi a Rio de Janeiro, viene al mondo la “Carta della Terra” in cui vennero elencati i principali quesiti connessi al contenzioso ambientale: nacquero i cosiddetti ‘trattati’ che avevano l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica.
Oggi ogni azione viene valutata in termini di impatto ambientale: una vera scienza che valuta e relaziona tra organismi viventi e habitat in cui si sviluppa il percorso di ogni esistenza. Non va dimenticato che dal punto di vista ecologico la parola ‘ambiente’ si può collegare al gruppo delle caratteristiche chimiche, fisiche biologiche di una determinata parte di territorio, che possiamo individuare come regione, in cui si riproduce un particolare organismo o insieme di specie che abbiamo imparato a definire ‘ecosistema’.
Questo ci porta ad imbatterci nei rifiuti, ossia nell’insieme delle sostanze che scaturiscono dall’attività giornaliera umana e che sono destinate ‘all’abbandono’. Certo la produzione industriale dell’ultimo mezzo secolo, con la presenza massiccia di materie plastiche, ha imposto regole cui tutti noi siamo chiamati a rispettare, senza trascurare carta, legno, metallo e vetro.
L’invaso artificiale coperto che siamo abituati a chiamare discarica cerca di isolare il rifiuto dall’ambiente circostante e non sempre viene accettato dalle popolazioni sul cui territorio sorge. Sono problemi complessi che richiedono conoscenza e non sempre incontrano l’approvazione degli interessi economici che ci sono dietro questa attività, attualmente in continua espansione. Legare progresso economico e salvaguardia del territorio non è e non sarà un problema semplice, ma il genere umano con continue scoperte può conciliare entrambe le cose.
Non solo nella Bibbia, ma anche in documenti Egizi giunti fino a noi si legge di ‘invasione’ di topi e locuste che, chiaramente, distruggono i raccolti (siamo già nel Neolitico quando l’uomo, oltre ad imparare a levigare la pietra, si cimenta nell’agricoltura) e che furono considerati eventi soprannaturali. Ci penserà Aristotele (Stagira 384 - Calcide 322 a.C.) con il suo lavoro “Historia animalium” ad intravedere un aspetto più ‘ecologico’ e far capire come le condizioni climatiche fossero da considerare al pari del controllo che si doveva verso animali definiti predatori.
Non vorrei essere tacciato di superficialità o faciloneria, ma la filosofia aristotelica incentrata su un interesse particolare per la natura, nel senso di qualcosa ordinato in maniera da essere autosufficiente servendosi del normale equilibro ed intelligenza dell’uomo, potrebbe aiutarci a prendere decisioni che rispettino la natura e non litighino con il normale processo di ‘scoperte’ o invenzioni.
A questo punto per concludere queste quattro parole in libertà, in modo da accontentare il valente direttore di questa testata, mi sarebbe bastato citare una frase semplice e pur significativa ed eloquente di Andy Warhol “Credo che avere la TERRA e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare”, ma il caso ha voluto che l’amico Carlo Fusca mi abbia inviato, tramite whatsapp, questa sua opera dal titolo ‘Genesi’ con la scritta: “Hai dimenticato questo lavoro”. Carlo è sempre stato un poco in ritardo sui ‘tempi’ e non sono in grado di ricordare a cosa si riferisse, ammesso che vi sia un nesso logico, e allora, partendo da Epitteto “Nessun frutto matura in un’ora”, mi avvicino al vecchio amico Pietro Trapassi (Roma 1698- Vienna 1784, da NOI in maniera ‘melodrammatica’ apostrofato Metastasio) per ratificare “Il tempo è infedele a chi ne abusa”.
“Homo sum: nihil umani a me alienum puto” queste sono le parole che Publio Terenzio Afro - nato a Cartagine nel 185 (?) a. C., giovanissimo viene condotto a Roma come schiavo dal senatore Terenzio Lucano, che poi provvederà ad affrancarlo - fa pronunciare a Cremete nella famosa commedia Heautontimorumenos (punitore di se stesso) e che contribuiscono a farne uno dei primi autori latini che ‘abbracciano’ il concetto di humanitas. Terenzio, che in seguito verrà accusato di plagio e di essere amico dei potenti, mori a soli 26 anni, ma ciò non gli impedì di scrivere sei commedie che sono tutte arrivate fino a noi. A proposito di Genesi vi è una frase del matematico e saggista Piergiorgio Odifreddi - fa parte con Raniero La Valle del movimento ‘Pace, Terra e Dignità’ creato da Michele Santoro - che recita: Uno dei molti errori della Genesi, il più gravido di conseguenze per l’umanità, è stata un’inversione tra soggetto e oggetto nel versetto “Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza” che andrebbe invece letta “L’uomo creò Dio a sua immagine e somiglianza”… detto ciò un anziano pescatore della città vecchia potrebbe obiettare al divulgatore scientifico prof. Odifreddi “Allàsse ca so de Bbare”che è il modo in cui coloro che vanno per mare fanno capire al polpo che bisogna lasciare la presa perché “A ccase de senatùre non nge vòlene serenàte” (Enrica e Lorenzo Gentile, ‘Nuovo dizionario dei baresi’, Levante - Bari, 2007). Giornalmente leggiamo sui giornali o ascoltiamo in video delle tante discariche abusive che inquinano l’ambiente e tutti NOI, quotidianamente, assistiamo alla maleducazione di cittadini, NOI, che, con piccoli gesti, contribuiscono a rendere le strade della nostra stupenda Bari uno spettacolo poco edificante.
Lo storico barese Vito Antonio Melchiorre scriveva nella sua monumentale opera “STORIE BARESI” (Levante - Bari, 2010) alcune ‘chicche’ che fanno riflettere: “…Tanto per cominciare ognuno era obbligato a curare la pulizia dello spazio antistante la propria casa e a depositare, rasente il muro, il ‘montrone’ dell’immondizia raccolta e quella domestica, in maniera che le carrette degli spazzini, ripartite fra i 6 rioni della città, potessero agevolmente raccattarle. Era assolutamente vietato….”.
Ogni tanto facciamo tutti un piccole esame di coscienza come ci ricordava il buon Seneca “Aliena vitia in oculis habemus, a tergo nostra sunt” (I vizi altrui avanti i nostri occhi, quelli degli altri dietro) e ricordiamoci, durante le nostre passeggiate, che correggere piccoli difetti non significa scendere a compromessi, ma amare NOI stessi e il PROSSIMO che verrà dopo di NOI.
La derivazione della parola ambiente viene fatta risalire al participio presente ambiens dal verbo latino ambio-is-ivi-itum ire, verbo della quarta coniugazione, che significa circondare, girare attorno: ossia luogo in cui gli esseri umani, gli animali, le piante vivono la loro vita a contatto con l’aria, il clima e gli sbalzi di temperatura.
Altro termine abbinato all’ambiente è ecologia, con l’intento di avere una visione totale-generale-globale dei problemi relativi all’habitat: la derivazione del termine è greca òikos (casa, ambiente di vita) e lògos (studio, scienza) e la comparsa nella letteratura scientifica si deve all’evoluzionista tedesco Ernst Haeckel che nel 1866 la indicò come l’insieme delle conoscenze che studia le relazioni tra gli organismi e il loro ambiente fisico, con l’intento di scoprire leggi che governano l’economia della natura. Agli inizi degli anni ’80 del secolo scorso il biologo Eaugene Pleasants Odum dell’Università della Georgia si pose il problema di studiare le relazioni tra gli organismi e il loro ambiente fisico per individuare le leggi regolanti l’economia della natura: tutto questo immane lavoro fu riunito nel noto volume “Fondamenti di ecologia”, cui collaborò anche il fratello Howard.
Gli scienziati e gli studiosi di ambiente e ecologia, subito dopo la seconda guerra mondiale, hanno contributo a diffondere una cultura ambientalista, anche ricorrendo all’associazionismo, che velocemente si è diffusa in tutto il mondo a tal punto che nel 1948, a Fontainebleau, si fonda l’Unione Internazionale per la Protezione della Natura, in seguito trasformata in IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse).
In Italia nello stesso anno si diede vita al Movimento Italiano per la Protezione della Natura, sfociata nel 1956 in Italia Nostra, associazione che tutela il patrimonio storico, artistico e naturale dell’Italia.
Ai primi anni ’70 si deve la nascita di Greenpeace, la cui sezione italiana è datata a partire dal 1987. Nel 1992, in occasione del Global Forum tenutosi a Rio de Janeiro, viene al mondo la “Carta della Terra” in cui vennero elencati i principali quesiti connessi al contenzioso ambientale: nacquero i cosiddetti ‘trattati’ che avevano l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica.
Oggi ogni azione viene valutata in termini di impatto ambientale: una vera scienza che valuta e relaziona tra organismi viventi e habitat in cui si sviluppa il percorso di ogni esistenza. Non va dimenticato che dal punto di vista ecologico la parola ‘ambiente’ si può collegare al gruppo delle caratteristiche chimiche, fisiche biologiche di una determinata parte di territorio, che possiamo individuare come regione, in cui si riproduce un particolare organismo o insieme di specie che abbiamo imparato a definire ‘ecosistema’.
Questo ci porta ad imbatterci nei rifiuti, ossia nell’insieme delle sostanze che scaturiscono dall’attività giornaliera umana e che sono destinate ‘all’abbandono’. Certo la produzione industriale dell’ultimo mezzo secolo, con la presenza massiccia di materie plastiche, ha imposto regole cui tutti noi siamo chiamati a rispettare, senza trascurare carta, legno, metallo e vetro.
L’invaso artificiale coperto che siamo abituati a chiamare discarica cerca di isolare il rifiuto dall’ambiente circostante e non sempre viene accettato dalle popolazioni sul cui territorio sorge. Sono problemi complessi che richiedono conoscenza e non sempre incontrano l’approvazione degli interessi economici che ci sono dietro questa attività, attualmente in continua espansione. Legare progresso economico e salvaguardia del territorio non è e non sarà un problema semplice, ma il genere umano con continue scoperte può conciliare entrambe le cose.
Non solo nella Bibbia, ma anche in documenti Egizi giunti fino a noi si legge di ‘invasione’ di topi e locuste che, chiaramente, distruggono i raccolti (siamo già nel Neolitico quando l’uomo, oltre ad imparare a levigare la pietra, si cimenta nell’agricoltura) e che furono considerati eventi soprannaturali. Ci penserà Aristotele (Stagira 384 - Calcide 322 a.C.) con il suo lavoro “Historia animalium” ad intravedere un aspetto più ‘ecologico’ e far capire come le condizioni climatiche fossero da considerare al pari del controllo che si doveva verso animali definiti predatori.
Non vorrei essere tacciato di superficialità o faciloneria, ma la filosofia aristotelica incentrata su un interesse particolare per la natura, nel senso di qualcosa ordinato in maniera da essere autosufficiente servendosi del normale equilibro ed intelligenza dell’uomo, potrebbe aiutarci a prendere decisioni che rispettino la natura e non litighino con il normale processo di ‘scoperte’ o invenzioni.
A questo punto per concludere queste quattro parole in libertà, in modo da accontentare il valente direttore di questa testata, mi sarebbe bastato citare una frase semplice e pur significativa ed eloquente di Andy Warhol “Credo che avere la TERRA e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare”, ma il caso ha voluto che l’amico Carlo Fusca mi abbia inviato, tramite whatsapp, questa sua opera dal titolo ‘Genesi’ con la scritta: “Hai dimenticato questo lavoro”. Carlo è sempre stato un poco in ritardo sui ‘tempi’ e non sono in grado di ricordare a cosa si riferisse, ammesso che vi sia un nesso logico, e allora, partendo da Epitteto “Nessun frutto matura in un’ora”, mi avvicino al vecchio amico Pietro Trapassi (Roma 1698- Vienna 1784, da NOI in maniera ‘melodrammatica’ apostrofato Metastasio) per ratificare “Il tempo è infedele a chi ne abusa”.
“Homo sum: nihil umani a me alienum puto” queste sono le parole che Publio Terenzio Afro - nato a Cartagine nel 185 (?) a. C., giovanissimo viene condotto a Roma come schiavo dal senatore Terenzio Lucano, che poi provvederà ad affrancarlo - fa pronunciare a Cremete nella famosa commedia Heautontimorumenos (punitore di se stesso) e che contribuiscono a farne uno dei primi autori latini che ‘abbracciano’ il concetto di humanitas. Terenzio, che in seguito verrà accusato di plagio e di essere amico dei potenti, mori a soli 26 anni, ma ciò non gli impedì di scrivere sei commedie che sono tutte arrivate fino a noi. A proposito di Genesi vi è una frase del matematico e saggista Piergiorgio Odifreddi - fa parte con Raniero La Valle del movimento ‘Pace, Terra e Dignità’ creato da Michele Santoro - che recita: Uno dei molti errori della Genesi, il più gravido di conseguenze per l’umanità, è stata un’inversione tra soggetto e oggetto nel versetto “Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza” che andrebbe invece letta “L’uomo creò Dio a sua immagine e somiglianza”… detto ciò un anziano pescatore della città vecchia potrebbe obiettare al divulgatore scientifico prof. Odifreddi “Allàsse ca so de Bbare”che è il modo in cui coloro che vanno per mare fanno capire al polpo che bisogna lasciare la presa perché “A ccase de senatùre non nge vòlene serenàte” (Enrica e Lorenzo Gentile, ‘Nuovo dizionario dei baresi’, Levante - Bari, 2007). Giornalmente leggiamo sui giornali o ascoltiamo in video delle tante discariche abusive che inquinano l’ambiente e tutti NOI, quotidianamente, assistiamo alla maleducazione di cittadini, NOI, che, con piccoli gesti, contribuiscono a rendere le strade della nostra stupenda Bari uno spettacolo poco edificante.
Lo storico barese Vito Antonio Melchiorre scriveva nella sua monumentale opera “STORIE BARESI” (Levante - Bari, 2010) alcune ‘chicche’ che fanno riflettere: “…Tanto per cominciare ognuno era obbligato a curare la pulizia dello spazio antistante la propria casa e a depositare, rasente il muro, il ‘montrone’ dell’immondizia raccolta e quella domestica, in maniera che le carrette degli spazzini, ripartite fra i 6 rioni della città, potessero agevolmente raccattarle. Era assolutamente vietato….”.
Ogni tanto facciamo tutti un piccole esame di coscienza come ci ricordava il buon Seneca “Aliena vitia in oculis habemus, a tergo nostra sunt” (I vizi altrui avanti i nostri occhi, quelli degli altri dietro) e ricordiamoci, durante le nostre passeggiate, che correggere piccoli difetti non significa scendere a compromessi, ma amare NOI stessi e il PROSSIMO che verrà dopo di NOI.