Not My Value ci raccontano la nascita di ''Sign Language"
I Not My Value pubblicano il brano "Sign Language", un pezzo introspettivo che fonde generi come trip-hop, dark pop e shoegaze, e segna un nuovo capitolo per il duo di base a Milano. Il brano riflette sul tempo, sul crescere, sul ritrovarsi, sul riguardare il passato da una prospettiva diversa e confrontarlo al presente, evoca un'atmosfera misteriosa e malinconica, che ricorda artisti iconici come Portishead, Massive Attack e Mazzy Star.
La voce eterea si muove su un ipnotico giro di chitarra desert, creando un'atmosfera sognante e malinconica. I cori e le voci pitchate, trattate con pedali analogici, aggiungono profondità e mistero, evocando una sensazione di essere in bilico tra sonno e veglia. Allo stesso modo il dualismo tra la voce riverberata di Lisa e le voci pitchate attraverso l'octaver sottolinea la tensione tra due mondi che si confrontano: ciò che è stato e ciò che è adesso. L'intro viene interrotto da una sveglia, è un richiamo per tornare al presente dopo essersi immersi nel passato. Il bridge segna il ritorno alla realtà, mescolando elettronica e il tocco più umano della chitarra suonata da Claudio.
Non siamo mai stati, come Not My Value, a suonare in Puglia ma ci piacerebbe. La nonna di Claudio era di Lecce, quindi la Puglia lo riporta all’infanzia quando facevano i viaggioni per trovare i parenti (più che altro i ricordi delle videocassette). Uno dei primi lavori come backliner lo ha fatto all’ Italia Wave organizzato proprio a Lecce dove oltre a poter vedere da vicino artisti come Lou Reed e Verdena, ha scoperto la passione per i rustici. Anche Lisa ha dei ricordi legati all’infanzia: ricorda le vacanze a Melissano con i figli di amici dei genitori, le prime bruciature e la pelle rossa, nuovi amici conosciuti in spiaggia, terrazze sul tetto perfette per giocare, mare trasparente. La prima volta che ha visto i trulli e le piazze barocche. Ma anche i racconti del militare a Barletta del padre di Lisa, i vini rossi come il primitivo e il negroamaro e il Medimex al quale non siamo mai stati ma vorremmo andare.
Come descrivereste un vostro live, a chi non ha ancora potuto vedervi dal vivo?
Il nostro live è pensato come uno show-viaggio ipnotico e psicanalitico. E’ formato da 3 atti: sogno, limbo e realtà e sono previsti aiutanti, prove da superare e password da inserire. Tutto lo show è supportato dalla presenza di visuals in sync con la musica che creano un gioco di luci e aiutano nella comprensione del percorso. Con noi sul palco è anche presente NMV84, un robottino di legno e ingranaggi che guida lo show con frasi filosofiche e introduzione ai temi trattati. Le riflessioni che stanno alla base di questi 45 minuti sono tratte da filosofi o scrittori come: Camus, Berardi, Fisher, Douglas Adams e Palahniuk.
“L’intro viene interrotto da una sveglia”. Come mai questa scelta e che cosa rappresenta?
Il nostro mondo musicale gioca con l’idea di sogno e di realtà, siamo aascinati dai sogni lucidi e dal confine che c’è tra il sogno e il momento del risveglio. Il suono della sveglia in questo caso ci rimanda a quella fase in cui lentamente si prende consapevolezza del fatto che si sta sognando ma non ci si vuole svegliare. Sentiamo la sveglia ma vogliamo continuare a sognare, sappiamo che dovremmo alzarci ma chiediamo ancora un attimo per restare in quel torpore malinconico di pensieri notturni. Questo brano è una riflessione sul tempo e sul rapporto tra passato e presente e la sveglia bene rappresenta quel confine tra sonno e veglia, passato e presente e ci sembrava adatto a una presa di consapevolezza di sensazioni che arrivano durante la canzone.
Come avviene il vostro primo incontro?
Ci siamo conosciuti online durante il lockdown, ci sentivamo ogni giorno mandandoci vocali o facendo videochiamate. Non sapevamo se ci saremmo trovati bene anche oltre lo schermo ma è stato così.
Chi sono Lisa e Claudio quando non sono “Not My Value”?
Lisa e Claudio oltre Not My Value sono una coppia di vegetariani che sognano un van con il quale fare lunghi viaggi. Lisa quando non fa musica fa video e documentari e Claudio va in tour e accorda chitarre a chi fa musica.
Per un artista è fondamentale la dimensione live?
Per noi la parte live è fondamentale, un po’ perchè tramite lo show cerchiamo di comunicare ancora di più tutti i pensieri e le connessioni che ci sono dietro la nostra musica e un po’ perché suonare in giro ci permette di confrontarci con chi viene a sentirci, raccogliere feedback e avere uno scambio umano. Spesso ci troviamo a fine show a parlare di sogni lucidi o di David Lynch con qualcuno.
Dove sarete in tour?
Per ora abbiamo un piccolo tour di 6 date ma ne stanno arrivando altre e il calendario è in divenire.
2 novembre - Prato al Capanno 17
23 novembre - Lodi a Radio Bang Bang
10 dicembre - Torino al Blah Blah
15 gennaio - Milano alla Corte dei Miracoli 24 gennaio - Jesi al Vox Live CLub
25 gennaio - Perugia allo Spazio Modu