Roma, il Tribunale sospende il trattenimento dei migranti in Albania e rimette la decisione alla Corte di Giustizia Europea

ROMA - È di oggi, 11 novembre, la decisione della sezione immigrazione del Tribunale di Roma di sospendere il trattenimento di sette migranti egiziani e bengalesi nel centro di permanenza per il rimpatrio di Gjader, in Albania. La decisione implica che il caso venga sottoposto alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, richiedendo un pronunciamento su aspetti di legittimità in relazione alle normative europee. A breve i migranti, trasferiti in Albania venerdì scorso, saranno riportati in Italia, con probabile arrivo a Brindisi.

La decisione del Tribunale di Roma

Il Tribunale ha deliberato di rimandare il giudizio alla Corte di Giustizia dell’UE per chiarimenti sull’applicazione del diritto europeo in merito alla legittimità del trattenimento dei migranti fuori dai confini italiani. Nel testo della decisione si legge che la sospensione si basa su una richiesta di rinvio pregiudiziale ai sensi dell’articolo 267 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, sospendendo temporaneamente la convalida del trattenimento.

Questa sospensione riguarda sette migranti, tre egiziani e quattro provenienti dalla regione indiana del Bengala, arrivati in Albania venerdì scorso per essere trattenuti fino alla verifica delle condizioni per il rimpatrio. Ora, dopo la decisione del Tribunale, le persone coinvolte saranno liberate e trasferite nuovamente in Italia entro le prossime ore, al termine del trattenimento di 48 ore.

Il contesto giuridico e politico

Questa nuova pronuncia si inserisce in un contesto di crescente dibattito tra la magistratura e il governo italiano. In passato, una sentenza della Corte di Giustizia Europea aveva già posto delle riserve sulla pratica del trattenimento di migranti in paesi terzi, portando all’annullamento di provvedimenti simili nei confronti di 12 migranti. Questa decisione aveva acceso il dibattito politico, culminato in una richiesta del Ministro della Giustizia Nordio ai magistrati affinché evitassero di criticare le leggi in vigore. I giudici, da parte loro, hanno accusato il governo di voler alimentare un confronto politico con la magistratura.

Il nuovo decreto legge sui Paesi Sicuri

A complicare ulteriormente la questione, è intervenuto un recente decreto legge che modifica l’elenco dei Paesi considerati “sicuri” per i migranti, una misura che incide direttamente sulla valutazione del trattenimento e dell’espulsione. Tuttavia, la decisione di oggi suggerisce che la magistratura intenda garantire il rispetto delle normative europee, anche in presenza di nuove disposizioni italiane.

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