Scontri a Bologna e Milano: Salvini e Meloni chiedono la chiusura dei centri sociali

ROMA - Il vicepremier Matteo Salvini è intervenuto duramente in merito agli scontri avvenuti a Bologna e Milano, che hanno visto protagonisti alcuni gruppi antagonisti in violente manifestazioni contro le forze dell'ordine. Durante un incontro pubblico a Bettona (Perugia), Salvini ha dichiarato l'intenzione di chiedere al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, di procedere alla chiusura dei centri sociali di sinistra. “Immagini vergognose e inaccettabili da Milano e Bologna. Bisogna chiuderli questi centri sociali occupati dai comunisti e lo chiederò oggi stesso al ministro Piantedosi”, ha affermato Salvini, riferendosi agli scontri di Bologna, durante i quali vi sono stati lanci di petardi e pietre verso le forze dell’ordine. Salvini ha definito i centri sociali “covi di delinquenti”, chiedendo una ricognizione dei centri occupati abusivamente.

Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso piena solidarietà agli agenti coinvolti negli scontri, criticando quella che definisce "una tolleranza" da parte di “certa sinistra” verso i movimenti violenti. “Spiace constatare che certa sinistra continui a tollerare e, talvolta, a foraggiare questi facinorosi, anziché condannare apertamente questi episodi,” ha scritto la premier in un post sui social.

Dal fronte opposto, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha reagito con durezza alla gestione dell’ordine pubblico durante la visita della presidente Meloni, contestando l'invio di massicci rinforzi delle forze dell'ordine. “Ci hanno mandato 300 camicie nere mentre noi chiediamo fondi per l'alluvione. Non andava gestito così l’ordine pubblico,” ha dichiarato il sindaco, riferendosi anche alla presenza in città di esponenti di gruppi come CasaPound, considerata una provocazione.

La questione ha acceso un nuovo fronte di scontro politico tra governo e amministrazioni locali, con Salvini e Meloni fermi sulla linea dura contro i centri sociali e le manifestazioni violente, e Lepore a difesa della gestione pacifica e rispettosa dell’ordine pubblico a Bologna.