Stallo a Bruxelles sulle nomine dell’esecutivo Ue: rottura tra Socialisti e Ppe sulla vicepresidenza a Fitto

BRUXELLES - Prosegue l’impasse sulle nomine chiave per la nuova Commissione europea. Nonostante l’intervento della presidente Ursula von der Leyen, che ha cercato di mediare tra i gruppi parlamentari al Palais Berlaymont, il voto per l’assegnazione delle vicepresidenze, compresa quella per l’italiano Raffaele Fitto, resta bloccato. L'incontro tra i capigruppo del Partito Popolare Europeo (Ppe), dei Socialisti (S&D) e dei Liberali (Renew) non ha prodotto alcun accordo. Secondo fonti parlamentari, la riunione si è conclusa "in un nulla di fatto", mentre le comunicazioni tra i gruppi rimangono aperte.

La rottura tra Socialisti e Ppe

In serata, il gruppo dei Socialisti Ue ha fatto trapelare che la fiducia con il Ppe è venuta meno, indicando che il loro sostegno a Raffaele Fitto in commissione Affari Regionali non sarà garantito in nessuna circostanza. "Non è un problema con l'Italia o con Fitto, ma una questione legata all’estrema destra", hanno precisato fonti socialiste, lasciando intendere che il nodo risiede in alleanze non condivise. I Socialisti insistono su un pacchetto di cinque vicepresidenze, distribuite tra i propri candidati, quelli del Ppe e di Renew, e affermano di non voler sostenere Fitto in mancanza di un accordo complessivo. "Se il Ppe vuole votare Fitto con un’altra maggioranza, lo faccia", hanno dichiarato in modo perentorio.

La mediazione di Ursula von der Leyen

Di fronte alla complessità delle trattative, la presidente von der Leyen è in costante contatto con i leader del Parlamento europeo, come confermato dal portavoce della Commissione, Eric Mamer: "È in corso un processo, e la presidente è in continua comunicazione con i suoi interlocutori". La Commissione ha ribadito l’urgenza di far partire il collegio commissariale al più presto, evitando però di entrare nei dettagli delle discussioni riservate tra i gruppi parlamentari.

La posizione dei Socialisti: “Votare prima i cinque candidati, poi si discuta di Fitto”

Durante l’incontro, il gruppo S&D ha presentato una proposta chiara: votare prima i cinque candidati vicepresidenti scelti dai Socialisti, dal Ppe e dai Liberali, per poi discutere della nomina di Fitto. Inoltre, i Socialisti e i Liberali chiedono una revisione delle deleghe previste per Oliver Varhelyi, commissario ungherese, ponendo un freno alla sua influenza nelle politiche comunitarie.

Uno stallo con implicazioni future

L’impasse sulle vicepresidenze della Commissione europea si inserisce in un contesto di alleanze e tensioni interne al Parlamento europeo, con il rischio di ritardare l’insediamento della squadra di von der Leyen. Le dinamiche tra Socialisti, Ppe e Liberali si fanno sempre più complesse, e il voto su Raffaele Fitto è ora legato a doppio filo con le relazioni tra questi gruppi. La presidente von der Leyen, pur mantenendo aperti i canali di dialogo, si trova quindi davanti a una sfida cruciale per garantire la funzionalità e la stabilità dell’esecutivo comunitario, mentre le trattative proseguono nel tentativo di raggiungere un compromesso.

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