Tensioni e scontri al corteo studentesco di Torino contro il governo Meloni e a sostegno della Palestina

Una giornata di protesta è degenerata in scontri e disordini a Torino, dove studenti e docenti sono scesi in piazza oggi per manifestare contro le politiche del governo Meloni e in solidarietà con il popolo palestinese. Il corteo, nato dall’adesione a uno sciopero generale di insegnanti, studenti e personale ATA, ha visto momenti di forte tensione, culminati in episodi di violenza e danneggiamenti.

Scontri davanti alla Prefettura e tensioni in città

La manifestazione è partita con l’obiettivo di raggiungere simbolici luoghi di potere. Davanti alla Prefettura, in piazza Castello, alcuni studenti hanno cercato di avvicinarsi al portone dell’edificio, venendo respinti dal cordone di sicurezza delle forze dell’ordine. L’escalation si è verificata quando è stato lanciato un ordigno artigianale contro la polizia, provocando esalazioni urticanti e costringendo una quindicina di agenti a ricorrere al Pronto Soccorso.

Il corteo si è poi spostato verso il Rettorato e successivamente davanti alla sede Rai di via Verdi, dove alcuni manifestanti hanno danneggiato un furgone della polizia, strappandone fari e parafanghi.

Simboli e atti vandalici

Diversi momenti della protesta hanno avuto un forte impatto simbolico: un fantoccio raffigurante il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara è stato bruciato all’angolo tra corso Vittorio Emanuele e corso Galileo Ferraris. Inoltre, davanti alla Mole Antonelliana, i manifestanti hanno sostituito la bandiera italiana con quella palestinese.

In via Roma, lancio di uova contro la sede di Intesa Sanpaolo e contro alcune vetrine. I manifestanti hanno anche imbrattato monumenti, tra cui quello dedicato a Vittorio Emanuele II, con scritte a favore della Palestina.

“Ogni giorno è un No Meloni Day”

Gli slogan dei manifestanti sono stati inequivocabili. Accanto a striscioni con la scritta “Le scuole sanno da che parte stare: contro governo e genocidio”, si sono visti cartelli raffiguranti politici italiani, tra cui Giorgia Meloni, Matteo Salvini ed Elly Schlein, con il volto coperto da una mano rossa e la didascalia “complice del genocidio”.

Solidarietà agli agenti feriti, la reazione della Meloni

A seguito degli scontri, la premier Giorgia Meloni ha espresso la sua solidarietà agli agenti feriti, definendo le violenze “scene inaccettabili”. Ha auspicato una condanna unanime da parte della politica contro tali episodi, accusando “i soliti facinorosi” di aver trasformato una protesta in un’occasione di caos.

Proteste in altre città italiane

Analoghi cortei si sono tenuti anche a Napoli e Genova. Nel capoluogo ligure, gli studenti hanno protestato contro il nuovo Ddl 1660 in materia di sicurezza pubblica, mentre a Napoli le richieste si sono concentrate sul finanziamento dell’istruzione pubblica e sul ritiro della guerra dalle scuole.

Nonostante la conclusione ufficiale del corteo torinese nei pressi di Palazzo Nuovo, restano evidenti i segni di una protesta trasformata in una giornata di scontri e forti polemiche.